martedì 7 novembre 2017

Perle da... assimilare


lunedì 6 novembre 2017

PERCHÉ? – ALEX BRITTI


Sono giorni che lasciano il segno
quelli che non vorresti mai
sembrerebbe tutto normale
ma qualcosa è diverso e lo sai

C'è una donna davanti il portone
con le lacrime agli occhi e tu
l'hai cercata nei giorni seguenti
ma non l'hai incontrata più
sono giorni maledetti di quelli che lo sai solo te

Quella donna ha un segno in faccia
e dice che se lo è fatto da sé
ma nel cuore una cosa più grande
un segreto che non capirai
un amore violento e inquietante
che però non denuncerà mai

Perché, perché
Quella donna che amavi davvero
ad un tratto l'hai portata via
una mano che un tempo l'amava
oggi muove una assurda follia

Perché, perché
nella vita si vede di tutto
ma c'è un tutto che non capirò
sembrerebbe un amore malato
ma chiamarlo amore non si può

C'è chi vive di sogni e speranze
e il futuro è una giostra che va
il presente è un pezzo di vetro
e forse si romperà
se una donna perdona comunque
e non urla la sua verità
non potrà aiutarla nessuno
e la vita non ritornerà

Perché, ma perché
quella donna che amavi davvero
ad un tratto era fuori da qui
in un lampo il buio più nero
e poi l'ha ridotta così

Perché, perché
la dolcezza dei giorni più belli
la vita che cambia, lo so
sembrerebbe un amore malato
ma chiamarlo amore non si può

Perché, ma perché
nella vita si vede di tutto
ma c'è un tutto che non capirò
come questo amore malato
che chiamare amore non si può
chiamarlo amore non si può



“Se una donna perdona comunque, e non urla la sua verità, non potrà aiutarla nessuno, e la vita non ritornerà”

I ricavati delle vendite del brano sono andati in beneficenza a We World, organizzazione no profit impegnata nella difesa dei diritti delle donne e dei bambini nel mondo.

Trovo personalmente opposizioni contrapposte a sentire questi racconti. Leggendo in giro la frase "grido collettivo di denuncia" lo trovo così ipocrita da darmi l'urticaria. Ben inteso: non è un'offesa ad Alex Britti che, per lo meno, ci ha provato. Canzone orecchiabile sia nel testo che nella musica, in pieno stile brittaniano, diciamo così. Mi urtica sentire affermazioni del genere come se non finisse tutto nell'indifferenza e nel piacere generale e le vittime sono sempre quelle colpevoli. E dove il testimonial di un'associazone contro la violenza contro le donne dev'essere un uomo se no non è preso sul serio nè il pensiero che porta a vanti, nè altro.

Perchè checché se ne dica: anche se esistono le leggi, non c'è chi le applica, figuriamoci chi le subisce. Siamo in un Paese governato da dittatori delinquenti, dove solo i prepotenti e i violenti hanno la ragione.


Tornando alla canzone, che in fondo fino ad ora ha ritrovato solo critiche dettate soprattutto dal mio personale disgusto per la nostra società, fu scritta perchè Britti si sentiva in dovere di essere politicamente impegnato su questo fronte. Non per una scelta programmata a tavolino, come tutti quei figacci che ora si dicono indignati nel sapere quello che avevano sempre visto, ma perchè d'istinto se lo sentiva di farlo.
Tutto era uscito fuori dopo il suo scontro con un fallito che stava prendendo a pungi per strada una ragazza, a Milano. Nell'indifferenza generale. Sì: la stessa con cui i milanesi hanno visto deportare i loro concittadini perchè ebrei. Però il Signor Britti ha invece reagito, come quei carceati che Liliana Serge ricrodava aver fatto il possibile per dare loro un minimo di cibo per il viaggio, dopo che avevano condiviso la cella del carcere. Dopo averlo messo in fuga, però, il signor Britti ha scoperto che la ragazza e il uso aguzzino erano sposati, quindi lui non aveva potuto far altro che rinviare l'inevitabile. E a lui è rimasta la sensazione di totale impotenza.

Certo, il signor Britti ha palesemente affrontato la cosa nella maniera più inesperta possibile: chiedendosi sia perchè subisci, sia perchè lo fai. Ma almeno, caro Alex, tu ci provo a chiedertelo, e a me piaci così. Trovo adorabile poi un'affermazione che è piuttosto vera che ha fatto:

"Consiglio a questi uomini di andare da un medico, di dirgli quello che provano quando non riescono a fermarsi e magari si possono curare. Un uomo che picchia una donna è perché è insicuro, l'insicurezza è una patologia curabile come il menisco. Vai dal medico, ti fai un po' di colloqui, risparmi un po' di violenza alla tua donna e un po' di carcere a te".

Personalmente ho da dire una sola cosa: Signor Britti, ti capisco.


Finti:
1, 2, 3, 4.

lunedì 30 ottobre 2017

POLLY – NIRVANA

Polly wants a cracker
I think I should get off her first
I think she wants some water
To put out the blow torch

Isn’t me, have a seed
Let me clip your dirty wings
Let me take a ride, cut yourself
Want some help, please myself
Got some rope, you have been told
Promise you, I have been true
Let me take a ride, cut yourself
Want some help, please myself

Polly wants a cracker
Maybe she would like more food
She asked me to untie her
A chase would be nice for a few

Isn’t me, have a seed
Let me clip your dirty wings
Let me take a ride, cut yourself
Want some help, please myself
Got some rope, you have been told
Promise you, I have been true
Let me take a ride, cut yourself
Want some help, please myself

Polly said
Polly says her back hurts
She’s just as bored as me
She caught me off my guard
Amazes me the will of instinct

Isn’t me, have a seed
Let me clip your dirty wings
Let me take a ride, cut yourself
Want some help, please myself
Got some rope, you have been told
Promise you, I have been true
Let me take a ride, cut yourself
Want some help, please myself


TRADUZIONE:

Polly vuole un cracker
Penso che dovrei togliermi da lei prima
Credo che voglia un po’ d’acqua
Per spegnere la fiamma ossidrica

Non sono io, hai un seme
Lasciami tagliare le tue sporche ali
Fammi fare un giro, fatti male
Vuoi un aiuto, compiacimi
Ho della corda, ti è stato detto
ti prometto, sono stato sincero
Fammi fare un giro, fatti male
Vuoi un aiuto, compiacimi

Polly vuole un cracker
Forse vorrebbe più cibo
Mi ha chiesto di scioglierla
Un inseguimento sarebbe bello per un po’

Non sono io, hai un seme
Lasciami tagliare le tue sporche ali
Fammi fare un giro, fatti male
Vuoi un aiuto, compiacimi
Ho della corda, ti è stato detto
ti prometto, sono stato sincero
Fammi fare un giro, fatti male
Vuoi un aiuto, compiacimi

Polly ha detto
Polly dice che la sua schiena fa male
E’ annoiata quanto me
Mi ha colto alla sprovvista
Mi stupisce la volontà dell’istinto

Non sono io, hai un seme
Lasciami tagliare le tue sporche ali
Fammi fare un giro, fatti male
Vuoi un aiuto, compiacimi
Ho della corda, ti è stato detto
ti prometto, sono stato sincero
Fammi fare un giro, fatti male
Vuoi un aiuto, compiacimi




"Polly è un'intima canzone d'amore sullo stupro” racconta Kurt Cobain “Successe una cosa del genere ad un mio amico, che fu rapito e violentato da un uomo per qualche giorno. Prima o poi dovevo trattare questo tema traumatico. La canzone già esisteva prima che scrivessi il testo ed era così melodica ed accessibile che pensai avesse bisogno di un testo efficace per incrementarne la bellezza".



Ho sempre amato questa canzone. Sapevo che aveva qualcosa, qualcosa di assurdo e oscuro.
Qualcosa che non doveva piacere. Perchè non è tanto l'occhio con cui viene raccontata la storia ad essere profonda (in molti scrivono banalità, dando stupide giustificazioni), ma il mondo in cui questo viene affrontato.
Perchè è una brutta storia, ma è una brutta storia scritta e raccontata bene.

Lo si sente dalla musicalità e non solo dalle parole: lo dico perchè ancora non parlavo una parola di inglese.... eppure sapevo che aveva del male che veniva raccontato.


Nei fatti...

Polly, seppur sia la sesta traccia del secondo album  Nevermind (1991) dei Nirvana, in realtà risale al 1988. Il testo fu aggiunto in seguito, ispirandosi ad un fatto di cronaca reale di estrema brutalità, il cui orrore fu enfatizzato maggiormente dall'uso di una chitarra scassata durante una registrazione.
Kurt Cobain scrisse questa canzone quando, nel 1987, seppe a Tacoma, di una ragazzina di 14 anni che, uscita da un concerto punk, venne rapita, torturata e stuprata da un pedofilo (perchè sì: se vai con una quattordicenne e non sei un suo coetaneo - o POCO più grande - SEI UN PEDOFILO). Nella ricostruzione della canzone la ragazza scappa dopo aver finto piacere e guadagnato la fiducia dello stupratore, cosa che non avvenne nel caso reale. Per la cronaca: sì, lei riuscì a sfuggire, ma solo perchè approfittò di un momento di distrazione, quando il suo aguzzino dovette fare una sosta per fare il pieno alla roulotte in cui l'aveva rinchiusa.

Lo stupratore, in particolare, non era insolito a queste cose. Nel 1960, a 22 anni, sequestrò una dodicenne che faceva l'autostop con il fratello, la picchiò, la stuprò e le taglià i capelli. Lei riuscì a scappare, nuotando in un fiume e chiese aiuto ad un motociclista.
Lui venne incarcerato (dopo che il padre lo trovò ferito da un'arma da fuoco e chiamò soccorsi e polizia) con una condanna di 75 anni.
E voi ridete... e?
E ha tentato di scappare due volte.
Davvero? Davvero.
Ma no, non ha trovato la sua nuova vittima durante questi tentativi di fuga, ma dopo che, nel 1980, gli venne concessa la libertà sulla condizionale.
Il secondo arresto fu eseguito dopo un fermo per violazione del codice della strada.

La sua seconda vittima fece causa allo stato per la precedente liberazione precoce del suo aguzzino.
(da noi ti direbbero: cazzo tuoi, non puoi. noi siamo i tuoi primi stupratori e tu ci devi ringraziare)


L'uomo fu arrestato dopo che fu fermato nella sua macchina per violazione del codice stradale e la ragazza fece una causa allo stato per la precedente liberazione precoce del criminale.


Il brano è scritto dal punto di vista dello stupratore. Se no che grunge sarebbe?
Ovvimente, come ogni cosa che viene storpiata,  in seguito cantata da due stupratori mentre violentavano una vittima.

La frase "Polly wants a cracker", riferita a un pappagallo di nome Polly, è una frase tipica nella cultura anglosassone dalla prima metà del XIX secolo, senca contare l'assonanza tra "Cracker" e il verbo "to crack" (spaccare).

alcune fonti:
1,2,3,4

ps: sì! tortura e stupro per quanto vadano di pari passo sono due cose diverse che si amplificano a vicenda.


lunedì 23 ottobre 2017

Donne - Zucchero

Donne
In cerca di guai
Donne a un telefono che non suona mai
Donne
In mezzo a una via
Donne allo sbando senza compagnia
Negli occhi hanno dei consigli
E tanta voglia di avventure
E se hanno fatto molti sbagli
Sono piene di paure

Le vedi camminare insieme
Nella pioggia o sotto il sole
Dentro pomeriggi opachi
Senza gioia né dolore

Donne
Pianeti dispersi
Per tutti gli uomini così diversi
Donne
Amiche di sempre
Donne alla moda, donne contro corrente…

Negli occhi hanno gli aeroplani
Per volare ad alta quota
Dove si respira l’aria
E la vita non è vuota

Le vedi camminare insieme
Nella pioggia o sotto il sole
Dentro pomeriggi opachi
Senza gioia ne dolore

Donne
In cerca di guai
Donne a un telefono che non suona mai

Donne
In mezzo a una via
Donne allo sbando senza compagnia


Lyrics by Alberto Salerno
Music by Zucchero
Published By: Gruppo Intersong Srl / Les Copains Edizioni Musicali Srl
(P) 1985 Universal Music Italia Srl





Non credo abbia bisogno di nessun commento, spiegazione o background.
Forse perchè, come molte altre belle canzoni, è profonda, leggera e amata proprio perché non necessita di rompicapi e non pretende nulla se non essere se stessa.

domenica 15 ottobre 2017

Perle di istruzione per misogini

rosascioccato.blogspot.com

Che si capisca, una buona volta, che femminismo e misandria sono due cose diverse.
Se vi rifugiate in quello, siete misogini e in quanto tale siete inferiori.
Chi non rispetta un altro è inferiore, chi pensa che sia la battuta sessista una battuta è inferiore.


A volte mi chiedo perché continuo a parlare, ma almeno io lo faccio. E non subisco per poi lamentarmi, perchè quando vedo un uomo che mette le mani in faccia e butta in un angolo "per calmarla", io gli metto le mani al collo.

domenica 3 settembre 2017

Quello che le donne non dicono - FIorella Mannoia

Ci fanno compagnia certe lettera d'amore
Parole che restano con noi
E non andiamo via
Ma nascondiamo del dolore
Che scivola, lo sentiremo poi
Abbiamo troppa fantasia, e se diciamo una bugia
È una mancata verità che prima o poi succederà
Cambia il vento ma noi no
E se ci trasformiamo un po'
È per la voglia di piacere a chi c'è già o potrà arrivare a stare con noi

Siamo così
È difficile spiegare
Certe giornate amare, lascia stare
Tanto ci potrai trovare qui
Con le nostre notti bianche
Ma non saremo stanche neanche quando
Ti diremo ancora un altro sì

In fretta vanno via della giornate senza fine
Silenzi, che familiarità
E lasciano una scia le frasi da bambine
Che tornano, ma chi le ascolterà
E dalle macchine per noi
I complimenti del playboy

Ma non li sentiamo più
Se c'è chi non ce li fa più
Cambia il vento ma noi no
E se ci confondiamo un po'
È per la voglia di capire chi non riesce più a parlare
Ancora con noi
Siamo così, dolcemente complicate
Sempre più emozionate, delicate
Ma potrai trovarci ancora qui
Nelle sere tempestose
Portaci delle rose
Nuove cose
E ti diremo ancora un altro sì
È difficile spiegare
Certe giornate amare, lascia stare
Tanto ci potrai trovare qui
Con le nostre notti bianche
Ma non saremo stanche neanche quando ti diremo ancora un altro sì....




Una canzone che fa breccia sulla vulnerabilità e la "mobilità" femminile. Senza dubbio.
DI chi sia la paternità a nessuno importa, soprattutto a quelli che la amano. Forse proprio perchè è tanto amata che in molto vogliono dire di esserne gli autori.
Piace molto anche per l'interpretazione di Fiorella Mannoia, di cui non sono una grande fan, ma che ha sicuramente parecchie freccie al suo arco: dalla voce calda come un mantello di velluto più rosso dei suoi capelli, a una capacità polmonare che bagna ancora il naso ai finti tentori che si definiscono cananti e cantautori di oggi.

Il bello della canzone, comunque, è che è ancora amabilmente forte e attuale. Tutte le donne: dalle ragazzine che ancora non ci si sentono davvero alle ragazzine ancora più mature che quasi non ci si sentono più, possono dire che almeno un pezzo è parte di loro.
Il mio personale è "Cambia il vento ma noi no / E se ci trasformiamo un po' / È per la voglia di piacere a chi c'è già o potrà arrivare a stare con noi " che in fondo sentiamo un po' tutte come vero.
Sarà che a ben vedere quasi ci sono nata, visto che ha fatto trent'anni quest'anno.

La canzone parla delle donne, del loro io che non è poi così nascosto, di come si adattano e comunque rimanere ferme a se stesse: perchè quando si dice che una donna è volubile, è solo perchè quella donna non la si conosce appieno e se invece di "una" si dice "la", allora è perchè non si conosce niente.

Apprezzo molto la questione del testo modificato, che è presente in questa magnifica perla.
Infatti la signora Mannoia ha deciso di cambiare la frase "e se ci confondiamo un po'" perchè a suo dire inappropriata:
"Perché in quella frase ci vedo una ammissione di debolezza che non trovo appropriata. Sicuramente a volte saremo confuse, a tutti gli esseri umani capita, ma ci leggo come un'ammissione di una sorta di inferiorità; è come se dicessimo: "Scusate se ci siamo ribellate, ma è perché non riusciamo a comunicare più con voi" e il mio orgoglio si è ribellato. Ma, ripeto, è una sola."

Perchè in fondo è una nota dolente che anche io, sin da piccolina sentivo: perchè dovrei essere confusa? Sono davvero stupida come dice lo zio?
Crescendo poi ho capito che non solo "lo zio" (in verità gli zii) erano gli stupidi, ma anche i falliti. Perchè tra quello che diceva che non valevo niente perchè brutta, quello che lo dice a sua figlia, quello che picchiava sua moglie e quello che diceva ai bambini piccoli che Babbo Non esisteva e sua figlia era l'unica intelligente tra i suoi nipoti perchè lo sapeva e quelli che rubavano i puffi alle nipoti o gli rompevano i giocattoli, si capirà che non sono le femmine le "confuse".
Purtroppo però, quello lo si impara cresciendo... si spera.

fonti
1,2,3

mercoledì 5 luglio 2017

Facebook

L'altro giorno ho provato a creare un account Facebook. Non per altro, solo per avere una pagina sui miei blog. Non mi interessava fare catfisshing, non mi interessava manco giocare (anche se forse l'avrei fatto), figuriamoci fare amicizia con qualcuno che non conosco e che è così fallito da voler scopare online con qualcuno la cui età anagrafica è decisamente inferiore a quella consentita.
E' finito con il fatto che, mentre caricavo i post (e ci avevo messo più di un'ora) mi hanno detto che dovevo convalidare la mia esistenza.Volevano per forza io dessi il mio numero di cellulare

Al che mi sono rifiutata.Praticamente, Rosa Scioccato è vissuta un'ora su quel social Network.

Per principio, non do' il mio numero a una multinazionale. Già che l'abbia il mio operatore telefonico mi fa incazzare. Io sono quel genere di donna che non vorrebbe neanche quello, figuriamoci se lo da senza un valido motivo.
Non fermano le molestie, le associazioni a delinquere, il mobbing, il ciberbullismo perchè a loro dire sono fuori dalla loro competenza, ma intanto vogliono il tuo numero di cellulare.
Ho già il GPS (che appartiene al governo americano perchè Galileo è da 12 anni - a essere buona -  che l'Europa non lo conclude) che mi osserva e sa dove sono e con lui tutti i governi (fascisti e dittatori) del mondo. Non lo darò ad altri.

Che poi non ci credo quando dicono che tratteranno adeguatamente i miei dati riservati.

Forse più avanti ci riprovo, ma quando avrò tempo da perdere.

ps: quindi sì; se mi trovate lì è per questo.

sabato 1 luglio 2017

Perle rosa... strong

rosascioccato.blogspot.com

“Strong women don't play victim, don't make themselves look pitiful, & don't point fingers. They stand & they deal.”

""Le donne forti non giocano vittima, non fanno se stessi sguardo pietoso, e non puntino le dita. Essi stanno e procedono."

domenica 25 giugno 2017

Sally - Vasco Rossi



Sally cammina per la strada senza nemmeno
guardare per terra
Sally è una donna che non ha più voglia
di fare la guerra
Sally ha patito troppo
Sally ha già visto che cosa
ti può crollare addosso
Sally è già stata punita
per ogni sua distrazione, debolezza
per ogni candida carezza
tanto per non sentire l'amarezza
Senti che fuori piove
senti che bel rumore
Sally cammina per la strada sicura
senza pensare a niente
ormai guarda la gente
con aria indifferente
sono lontani quei momenti
quando uno sguardo provocava turbamenti
quando la vita era più facile
e si potevano mangiare anche le fragole
perché la vita è un brivido che vola via
è tutto un equilibrio sopra la follia
sopra la follia
Senti che fuori piove
senti che bel rumore
Ma forse Sally è proprio questo il senso, il senso
del tuo vagare
forse davvero ci si deve sentire
alla fine un po' male
forse alla fine di questa triste storia
qualcuno troverà il coraggio
per affrontare i sensi di colpa
e cancellarli da questo viaggio
per vivere davvero ogni momento
con ogni suo turbamento
e come se fosse l'ultimo
Sally cammina per la strada leggera
ormai è sera
si accendono le luci dei lampioni
tutta la gente corre a casa davanti alle televisioni
ed un pensiero le passa per la testa
forse la vita non è stata tutta persa
forse qualcosa s'è salvato
forse davvero non è stato poi tutto sbagliato
forse era giusto così
forse ma forse ma si
Cosa vuoi che ti dica io?
senti che bel rumore

Compositori: Tullio Ferro / Vasco Rossi








Sinceramente non credo esista una sola donna che non si sia sentita coinvolta nella storia di Sally. Sicuramente siamo state tutte un po' lei in una fase o due nella vita. Per la tristezza che porta addosso e per e per la volontà di cercare qualcosa di buono nel proprio passato, nella parentesi appena conclusa della nostra vita.
Sally non ha avuto una felice, nè tanto meno facile. Ha commesso errori, come tutti, e ha sofferto molto per colpa degli altri. Ripensa a quando l'età adulta non le imponeva nulla, dove l'unica cosa che gli veniva chiesto era essere libero.
Vasco sembra prima notare il velo blu della tristezza e della solitudine di Sally e poi, come fosse un amico o la sua voce interiore, le fa notare che piove fuori dalla stanza dove si è rifugiata (volevo mettere "la pioggia fiori", ma mi sembrava troppo "poetico forzato") e che la stessa pioggia non è quindi solo un sintomo di solitudine, ma è un bel rumore. Viene quindi fatta ragionare, o ragiona Ella stessa sul significato della vita e come questa è, dovrebbe o noi pensiamo debba essere. Sally alla fine trova il modo di andare avanti. Trova qualcosa.

Vasco disse che questa Sally è esistita davvero, conosciuta in una vacanza e che ai suoi occhi era speciale, ma che, in mezzo a tutte, lei era "diversa".
Strano che abbia scritto una canzone praticamente universale su qualcuna di unica? No. E se lo pensate non abbiamo più niente da dirci.

fonti: 1, 2

(C'è chi dice che Vasco scrive di se stesso, innegabile la probabilità della cosa, peccato che non faccia più nulla di decente. Non so se è dovuto al fatto che ha in fondo sempre avuto la capacità di dipingere l'italiano medio - e quindi siamo peggiorati noi - oppure semplicemente sta vivendo di rendita anche per ogni orrore monosillabico e monotono che scrive).

lunedì 19 giugno 2017

Dillo con la moda! parte 4

Leggendo di recente un libro mi sono sorpresa a notare come ancora il sessismo sia dominante e denigratorio. Le felpe qui sotto vengono prese come denigratorie per le donne, piuttosto che una forma di dichiarazione di indipendenza. Cosa che lo è. 
Nei fatti si nota come gli uomini li deridano e solo dopo lo sbigottimento dell'affermazione delle idee, anche la donna segue e compiace il suo maschio.


rosascioccato.blogspot.com

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Io non potrò mai smettere di stimare chi affronta tutto questo ogni giorni.
Non smetterò mai di stimare una donna che crede in se stessa, nella sua indipendenza e nelle sue opinioni.

venerdì 12 maggio 2017

Amare pillole rosa con riflessione

rosascioccato@blogspot.com

Quando trovai questo aforisma non potei non rimanerne suggestionata. Credo sinceramente che in una sola frase si sia espresso tutto il malessere della condizione femminile.
Qui parte una divagazione personale senza capo nè coda, forse. Ma non m'interessa.
Lo status sociale di una donna è in primis (ancora) quello di essere madre.
Se non sei madre hai dei problemi e quando sei madre devi essere un'isterica che parla iniziando ogni frase con "il mio bambino".
Le vedete anche voi le signorine della televisione che non s'incula nessuno se non fino a quando decidono di avere un bambino. Ogni volta poi, sempre la stessa faccia alle stesse domande: sorriso compiaciuto della serie "ormai sono arrivata!", compiaciuta perchè ora lo status le rende legittimante nella loro esistenza. Loro in particolare le vedi così tanto tempo in televisione che sai già che genere di madre sono.
Non puoi non volere di non avere figli. Devi volerli.
Poi? Poi basta, hai il ruolo di madre. Sei madre e sei intoccabile.
E' come quando ci sono certe donne che si sposano: si sentono superiori alle loro amiche single perchè "ormai sono arrivate".

Lo dice una donna che è felice per le sposine e adora i bambini.
Signore, se per voi essere moglie e madre è così importante per sentirvi arrivate, allora sì: siete arrivate, ma al capolinea. Siete donne e siete importanti perchè siete persone e lo eravate alla stessa maniera prima di diventare mogli e madri. E non illudetevi: sappiamo tutti che non vi piace davvero quello che vedete allo specchio, perchè siete solo l'ennesima donna che a fatto figli o si è messo l'anello al dito solo perchè così pensano di essere qualcuno.










lunedì 8 maggio 2017

La donna cannone - Francesco de Gregori

Butterò questo mio enorme cuore tra le stelle un giorno,
Giuro che lo farò,
E oltre l'azzurro della tenda nell'azzurro io volerò.
Quando la donna cannone
D'oro e d'argento diventerà,
Senza passare dalla stazione
L'ultimo treno prenderà.

E in faccia ai maligni e ai superbi il mio nome scintillerà,
Dalle porte della notte il giorno si bloccherà,
Un applauso del pubblico pagante lo sottolineerà
E dalla bocca del cannone una canzone suonerà.

E con le mani amore, per le mani ti prenderò
E senza dire parole nel mio cuore ti porterò
E non avrò paura se non sarò bella come dici tu
Ma voleremo in cielo in carne ed ossa,
Non torneremo più
Na na na na na na

E senza fame e senza sete
E senza ali e senza rete voleremo via.

Così la donna cannone,
Quell'enorme mistero volò
Tutta sola verso un cielo nero nero s'incamminò.
Tutti chiusero gli occhi nell'attimo esatto in cui sparì,
Altri giurarono e spergiurarono che non erano stati lì.

E con le mani amore, con le mani ti prenderò
E senza dire parole nel mio cuore ti porterò
E non avrò paura se non sarò bella come vuoi tu
Ma voleremo in cielo in carne ed ossa,
Non torneremo più
Na na na na na na

E senza fame e senza sete
E senza ali e senza rete voleremo via





Non ci dovrebbe neanche essere nulla da dire su questa canzone.
Una perla che brilla più di un diamante.

Decisamente una delle più belle canzoni di De Gregori, se non del secolo scorso.
La Donna Cannone ispirata ad una storia veramente accaduta.
Su un giornale comparve un articolo intitolato "La donna cannone molla tutti e se ne va".
L'articolo racconta che la donna, per stare con la persona amata, fugge dal circo, lasciandolo orfano della sua maggiore attrazione.

« Siamo agli inizi del Novecento, in uno di quei capannoni destinati ai circensi. In uno di quegli attimi morti, mentre la gente va via dal circo, mentre gli artisti riposano le stanche membra, due occhi si incrociano.. due anime sentono di doversi amare.. Ma la regola lo vieta. Non avrebbero potuto esaudire il loro puro desiderio di condividere le proprie emozioni con l'altro perché "le regole del circo" non consentivano. Così la donna cannone, quell'enorme mistero, volò. »


Una legge circense che si rifà ad altre molto simili che un tempo c'erano anche per gli attori e i saltimbanchi, vorrei aggiungere. Ma erano leggi sancite dagli uomini e che solo con la caduta dell'Ancien Regime caddero a loro volta.

La storia comunque colpì De Gregori, soprattutto per la legge non (più) scritta.
De Gregori si fa dunque portavoce di quella donna/oggetto, sfruttata solo come elemento di divertimento che cerca la libertà di amare. Lei che più di altre e proprio per la sua unicità è un simbolo universale.
La sua voglia di normalità e di fuggire da un mondo che la legava in un ruolo che le era stretto, che le toglieva la libertà di essere se stessa, anima negata di esserlo.

La donna cannone perde le sue insicurezze e le sue paure a favore della sua esigenza di libertà, senza barriere, pregiudizi. Si nota tutta la malinconia, la paura e la speranza in pochi minuti di canzone.
La donna cannone è emblema di tante donne che sono ancora legate ad un mondo che le vuole relegate, un mondo che spesso le donne stesse promuovono, dopo aver ceduto le armi.

Ma le donne cannone non lo fanno. Non lo faranno mai.

Quando ha riproposto questa canzone, De Gregori afferma:
«Le canzoni cambiano nella testa di chi le ha scritte, molto più velocemente che non nella testa di chi le ascolta»

Cheddire, una poesia.


fonte per l'infomrazione: 1, 2.

martedì 2 maggio 2017

dillo con la moda! parte 3

Ritorno con quello che si può definire il mio concetto di... "Dillo con la moda". Devo dire che questa poi ha un taglio decisamente accattivante. Meno banale del Primo, più bello del secondo. Almeno nel taglio.
Non sto a cercare la marca per un semplice motivo: non so neanche di che anno è ma è il concetto del messaggio, ovviamente, che conta.
Perchè essere femministe vuol dire essere libere di non dover sopportare l'essere giudicate per il nostro sesso.
E non siate amiche mie, lo dirò ogni volta che farò spuntare magliette guerriere: ci dicono che non possiamo fare certe cose, che anche prima di essere adolescenti dobbiamo smettere di giocare a calcio perchè non è da donne.
Devi essere felice di avere offensivi e continui commenti sul proprio culo o del proprio seno, che sia grasso o sodo, alto o basso... e devi pure essere contenta e ringraziare.
Che devi per forza essere lesbica se dici di no a un ragazzo che non ti piace.
Perchè hai qualche problema se non sei docile e sorridere sempre.
Perchè in un gruppo non sei quella che viene ascoltata e la tua idea non è mai presa in considerazione se c'è prima quella di un maschio.
Perchè non puoi permetterti di piangere o arrabbiarti perchè se no sei esterica ed è tutto nella tua testa.




Perchè lo sai: avresti spaccato il mondo, se non ti avessero tarpato le ali prima.

mercoledì 12 aprile 2017

Sherin Khankan

Sherin Khankan è una scrittrice, attivista e Imam Danese.
Sherin Khankan è nata il 13 ottobre del 1974, ha studiato a Damasco e nel 2000 è tornata in Danimarca, sua Patria, dove ha conseguito il master in Sociologia delle Religioni e Filosofia all’università di Copenaghen.
I suo genitori sono due immigrati: lui rifugiato politico siriano, lei un’infermiera finlandese emigrata in Danimarca per lavorare.
Dai suoi genitori ha imparato principalmente un paio di cose, fondamentali e che sono a fondamento della sua vita. Suo padre, infatti, solava dirle che l’uomo perfetto è una donna (citando così il poeta Sufi Ibn Arabi) perché un perfetto musulmano (e uomo) deve, in realtà, cercare ad avvicinarsi all’ideale femminile, un’idea progressista che gli ha dato grattacapi nella sua terra d’origine e che lei ora applica nella sua vita di tutti i giorni; da sua madre ha imparato il pensiero che i figli devono essere liberi di crescere nella libertà di essere quello che sono e lei ora cerca di seguire questo esempio quando alleva i suoi quattro figli.
Nata da due personalità così diverse, figlie di culture così diverse, Sherin (da qui useremo il suo nome di battesimo per questioni pratiche) si sente e si definisce come figlia di due mondi, il cui obbiettivo è di conciliare gli opposti. Dopo aver deciso di abbracciare la religione paterna (amata perché suo padre le ha mostrato il lato bello della sua religione e non perché gliel’ha imposta) è un’attivista sui temi riguardanti la sua religione, dall’integrazione femminile all’estremismo, scrivendo numerosi testi su Islam e Politica.
Nel 2001, poco prima dell’attacco alle torri gemelle, ha fondato l’Association for Critical Muslims che promuove i valori progressisti dell’Islam.
Non solo, Sherin è la prima donna ad essere l’Imam di una moschea danese per sole donne, Moschea Mariam inaugurata da lei e altre donne nel 2016, ed è tra le poche guide spirituali femminili del mondo islamico contemporaneo. Da qui Sherin si batte per la valorizzazione delle donne nell’Islam e per la conciliazione tra tradizione e modernità, intenzionata a contrastare l’Islam radicale ed estremista creando un’alternativa alle figure patriarcali delle istituzioni islamiche a favore delle donne e della loro integrazione grazie alla rilettura del Corano in chiave più contemporanea.
Sherin si preoccupa di essere un esempio per le altre donne e stimolare un cambiamento all’interno dello stesso patrimonio delle tradizioni islamiche. Come consulente spirituale, lei ha voluto promuovere un luogo dove le donne musulmane possano pregare, confrontarsi, trovare confronto senza sentirsi estranee o giudicate. 
Un esempio è quello del velo: Sherin non lo indossa se non durante la preghiera. Il velo infatti (e non solo nella tradizione islamica) è una metafora per la modestia e quindi spetta ad ogni donna il diritto di interpretarlo come più le si addice ed è per questo che lei è intenzionata difendere il diritto di ogni donna di decidere come, dove, quando e soprattutto se indossarlo.
Come Imam lei stessa non pensa di essere contro la sua religione: a una donna infatti non è vietato esserlo neanche seconde la religione islamica canonica, semplicemente non è ben vista dai tradizionalisti, visto anche che nelle moschee di solito le donne hanno uno spazio separato (e/o retrostante) da quello degli uomini (personalmente conoscevo un musulmano che diceva che dovevano stare dietro per evitare che venisse loro guardato il culo, giusto per far intendere quanto è salda la fede di un uomo o quanto più essere patetica la scusa) e molte di loro pregano a casa (per volontà propria o altrui). Nei fatti, alle donne è proibito essere un Imam don dal Corano, ma dalla decisione di un Califfo del VII secolo: anche l’ultima moglie di Maometto, Aisha, guidasse la preghiera e fosse consigliere spirituale dei fedeli (praticamente, come è successo a noi donne cristiane, solo che noi abbiamo avuto un Papa a deciderlo).

Nella Moschea Mariam celebrano matrimoni misti e hanno stabilito quatto regole base:
- La poligamia non è permessa
- Il diritto di divorziare è anche delle donne
- In caso di violenza fisica o psicologica l’unione è nulla
- Nel divorzio le madri hanno uguali diritti suoi figli.



La sua speranza?
«Vorrei che le donne avessero più voce nell’Islam, è anche un modo efficace di combattere l’islamofobia, perchè l’Islam non sarebbe più visto come una cultura maschilista e oppressiva. Ma il vero sogno è creare un network femminile per il dialogo religioso. Stiamo organizzando un incontro per il 14 settembre tra religiose cristiane, musulmane ed ebree, per dimostrare che è possibile capirsi. Credo che le chiavi della pace stiano nelle mani delle donne».  



fonte: 1 - 2 - 3

mercoledì 5 aprile 2017

Alla fine ci provo...

Nulla di particolarmente assurdo o memorabile. Solo una nuova sezione del Blog. Ho deciso che, alla fine, se non comincio non inizierò mai e allora tanto vale cominciare.
Dal prossimo post inaugurerò la sezione Biografie. Voglio trattare personaggi femminili che mi hanno impressionato o hanno suscitato la mia attenzione in un qualunque modo.
Ce ne sono già un paio sulla lista. Un paio che non mi impongono una particolare ricerca e che quindi saranno per me già più gestibili di quanto non siano altrimenti.
Queste due donne sono due personaggi estremamente diverse ma hanno attirato la mia attenzione perché per due motivi estremamente diversi. La prima è per la passione per un grande ideale per cui sta combattendo senza armi se non quella dei suoi grandi ideali. Una donna che spero possa cambiare il mondo su larga scala, come la sta cambiando in piccola, anche se quello che fa è colossale più di una montagna. L'altra donna è attraente per altre cose: assassina efferata, riusciva a suggestionare così bene le persone con la sua arte di simulazione da approfittare i preconcetti sulle donne da risultare una delle persone più efferate del nostro Paese.


domenica 2 aprile 2017

Me And A Gun, TORI AMOS

5am
Friday morning
Thursday night
Far from sleep
I'm still up and driving
Can't go home
obviously
So I'll just change direction
Cause they'll soon konw where I live
And I wanna live

Got a full tank and some chips
It was me and a gun
And a man on my back
And I sang "holy holy" as he buttoned down his pants
You can laugh
It's kind of funny things you think
at times like these
Like I haven't seen Barbados
So I must get out of this

Yes I wore a slinky red thing
Does that mean I should spread
For you, your friends your father, Mr. Ed

Me and a gun
and a man 
On my back
But I haven't seen Barbados
So I must get out of this
Yes I wore a slinky red thing
Does that mean I should spread
For you, your friends your father, Mr. Ed
And I know what this means
Me and Jesus a few years back
Used to hang and he said
"It's your choice babe just remember
I don't think you'll be back in 3 days time
So you choose well"
Tell me what's right
Is it my right to be on my stomach
of Fred's Seville

Me and a gun
and a man 
On my back
But I haven't seen Barbados
So I must get out of this

And do you know Carolina
Where the biscuits are soft and sweet 
These things go through you head
When there's a man on your back
And you're pushed flat on your stomach
It's not a classic cadillac

Me and a gun
and a man 
On my back
But I haven't seen Barbados
So I must get out of this


05:00
venerdì mattina
giovedì notte
Lungi dal sonno
Sono ancora in piedi e di guida
Non può tornare a casa
ovviamente
Quindi mi limiterò a cambiare direzione
Causa che presto konw dove vivo
E io voglio vivere

Ha ottenuto il serbatoio pieno e alcuni chip
E 'stato io e una pistola
E un uomo sulla mia schiena
E ho cantato "santo santo" mentre si abbottonava giù i pantaloni
Si può ridere
È una specie di cose divertenti che si pensa
in momenti come questi
Come non ho visto Barbados
Quindi devo uscire da questo

Sì ho indossato una cosa rossa slinky
Vuol dire che avrei dovuto diffondere
Per te, i tuoi amici tuo padre, Mr. Ed

Io e una pistola
e un uomo
Sulla mia schiena
Ma non ho visto Barbados
Quindi devo scapapre via da qui
Sì ho indossato una cosa rossa e stretta
Vuol dire che mi sarei dovuta aprire
Per te, i tuoi amici tuo padre, Mr. Ed
E io so cosa significa
Io e Gesù pochi anni fa
che ero solita indossare e ha detto
"E' la tua scelta, piccola, ma ricorda
non credo ci saranno di nuovo tre giorni di tempo
Per scegliere bene"
Dimmi ciò che è giusto
E 'il mio diritto di essere sullo stomaco
di Fred's Seville

Io e una pistola
E un uomo
Sulla mia schiena
Ma non ho visto Barbados
Quindi devo uscire da qui

E sai, Carolina,
dove i biscotti morbidi e dolci
Queste cose ti attraversano la mente
Quando c'è un uomo sulla tua schiena
E vi spingono la pancia su una superficie liscia
Questa non è una Cadillac classica.

Io e una pistola
E un uomo sulla mia schiena
Ma non ho mai visto le Barbados
Quindi devo scappare via da qui


(chiedo scusa se alcuni pezzi non sono ben tradotti - accetto correzioni)



Giusto per la cronaca: è il racconto dello stupro che la cantante, Tori Amos, subì a 23 anni a Los Angeles dopo un concerto, in un Bar (Fred's Seville, probabilmente). In un video dice "Ho scritto questa canzone dopo aver visto Thelma & Luise", dicendo dopo che è su qualcosa che le era successo qualche anno prima. Ora lei non colpevolizza nè se stessa, nè tutti gli uomini.



domenica 19 marzo 2017

Lo so da me

In questo periodo a parte citazioni e altro non porto nulla di nuovo nei racconti. Sono sinceramente dispiaciuta, soprattutto (lo ammetto) per me stessa.
Mi piace scrivere e mi piaceva quello che scriveva. Anche se vorrei essere più cruda. Imparerò.
Volevo aggiungere anche un'altra sezione, ma non posso ancora farlo: ho giù il primo capitolo, ma non ho tempo né di scrivere, né di fare le mie ricerche, soprattutto quello che riguarda la lettura.
In verità sto vivendo più che altro nella completa apatia e un po' mi vergogno.
Troppe cose che non voglio affrontare.
Troppe cose da non voler fare...

Ci ho messo una settimana per togliere gli sturumenti da giardiniere fuori dall'acqua e aceto, ci credete?

giovedì 23 febbraio 2017

Perle rosa da indossare


Perchè mi piace tornare sulle cose ovvie, se non ricordate...
Non è esattamente il mio ideale di maglietta, ma credo che il messaggio sia semplicemente meraviglioso.

giovedì 2 febbraio 2017

Ya yaea! Rosa of course! di un rosa splendente come la verità

Cresciamo le ragazze per soddisfare il fragile ego degli uomini. insegniamo alle ragazze a ridurre se stesse, per farsi più piccole. Diciamo alle ragazze "Puoi essere ambiziosa, ma non troppo. L'obbiettivo è aver successo, man on tropo successo, altrimenti minaccerai l'uomo.
...
Insegniamo alle ragazze il peccato - chiudi le tue gambe, copriti! Facciamo che si sentano  come se nascere femmina ti gaccia già essere colpevole di qualcosa. E così le ragazze crescono fino a diventare donne che non riescono a vedere che hanno desiderio. Loro crescono come donne che si silenziano. Loro crescono comedonne che non possoo dire cosa loro pensano veramente. E loro crescono - e questo è la cosa peggiore che facciamo alle ragazze - loro crescono fino a diventare donne che pretendono di trasformarsi in un

domenica 1 gennaio 2017

Storia di mille e una vita.

rosascioccato.blogspot.com


Quando sua sorella si era ammalata la prima volta non c'era niente da temere. Era qualcosa che capitava e che la radioterapia avrebbe messo ko.
Dopo 6 operazioni e tre anni di calvario non ne era più così sicura.
Soprattutto perchè ci sarebbe stata l'ennesima operazione.
Una merda di operazione, per intenderci.
Mastectomia per ambo i seni.
Rita aveva respirato profondamente e non aveva detto nulla, mentre l'ira e il terrore stavano prendendo il sopravvento su di lei.
Loredana, dal canto suo, sembrava prenderla con molta più tranquillità. Ma non era così.
La cosa che Rita odiava più era il senso di impotenza. Non tanto per la malattia: se non si ha il complesso di Dio (e quindi non sei un dottore) non ti urtica quello, ti urtica piuttosto il non poter fare niente per il dolore, quando le placche di metallo si strofinano sul torace della tua sorellina impedendole dei movimenti decenti, o i drenaggi che non si riescono a gestire.
Poi la batosta finale.
Consigliano un piccolo ciclo di chemio, così per essere sicuri.
Certo, perchè dopo aver perso una delle due cose che ti fanno sentire donna (e non come appagamento dell'uomo, ma proprio come parte di un'identità, cosa che succede quando cominci a svilupparti... una cosa che nessun uomo potrebbe mai capire), perchè non perdere l'altra cosa che caratterizza la tua identità?

Poi c'è quell'assillante timore che non sia così che dovrebbe andare. Non per qualcosa di cosmico. No è il timore che i dottori facciano quello che facciano non per salvare la vita, ma per avere soldi dallo stato.
Quante volte lo senti in televisione? Non parlano mai delle cose belle, solo delle cose scandalose.

E Rita? 
Rita cosa doveva fare?
Fidarsi. Come tutti del resto.

Forse doveva solo cominciare a pensare in rosa.
Non è, in fondo, il colore dell'ottimismo?