lunedì 8 maggio 2017

La donna cannone - Francesco de Gregori

Butterò questo mio enorme cuore tra le stelle un giorno,
Giuro che lo farò,
E oltre l'azzurro della tenda nell'azzurro io volerò.
Quando la donna cannone
D'oro e d'argento diventerà,
Senza passare dalla stazione
L'ultimo treno prenderà.

E in faccia ai maligni e ai superbi il mio nome scintillerà,
Dalle porte della notte il giorno si bloccherà,
Un applauso del pubblico pagante lo sottolineerà
E dalla bocca del cannone una canzone suonerà.

E con le mani amore, per le mani ti prenderò
E senza dire parole nel mio cuore ti porterò
E non avrò paura se non sarò bella come dici tu
Ma voleremo in cielo in carne ed ossa,
Non torneremo più
Na na na na na na

E senza fame e senza sete
E senza ali e senza rete voleremo via.

Così la donna cannone,
Quell'enorme mistero volò
Tutta sola verso un cielo nero nero s'incamminò.
Tutti chiusero gli occhi nell'attimo esatto in cui sparì,
Altri giurarono e spergiurarono che non erano stati lì.

E con le mani amore, con le mani ti prenderò
E senza dire parole nel mio cuore ti porterò
E non avrò paura se non sarò bella come vuoi tu
Ma voleremo in cielo in carne ed ossa,
Non torneremo più
Na na na na na na

E senza fame e senza sete
E senza ali e senza rete voleremo via





Non ci dovrebbe neanche essere nulla da dire su questa canzone.
Una perla che brilla più di un diamante.

Decisamente una delle più belle canzoni di De Gregori, se non del secolo scorso.
La Donna Cannone ispirata ad una storia veramente accaduta.
Su un giornale comparve un articolo intitolato "La donna cannone molla tutti e se ne va".
L'articolo racconta che la donna, per stare con la persona amata, fugge dal circo, lasciandolo orfano della sua maggiore attrazione.

« Siamo agli inizi del Novecento, in uno di quei capannoni destinati ai circensi. In uno di quegli attimi morti, mentre la gente va via dal circo, mentre gli artisti riposano le stanche membra, due occhi si incrociano.. due anime sentono di doversi amare.. Ma la regola lo vieta. Non avrebbero potuto esaudire il loro puro desiderio di condividere le proprie emozioni con l'altro perché "le regole del circo" non consentivano. Così la donna cannone, quell'enorme mistero, volò. »


Una legge circense che si rifà ad altre molto simili che un tempo c'erano anche per gli attori e i saltimbanchi, vorrei aggiungere. Ma erano leggi sancite dagli uomini e che solo con la caduta dell'Ancien Regime caddero a loro volta.

La storia comunque colpì De Gregori, soprattutto per la legge non (più) scritta.
De Gregori si fa dunque portavoce di quella donna/oggetto, sfruttata solo come elemento di divertimento che cerca la libertà di amare. Lei che più di altre e proprio per la sua unicità è un simbolo universale.
La sua voglia di normalità e di fuggire da un mondo che la legava in un ruolo che le era stretto, che le toglieva la libertà di essere se stessa, anima negata di esserlo.

La donna cannone perde le sue insicurezze e le sue paure a favore della sua esigenza di libertà, senza barriere, pregiudizi. Si nota tutta la malinconia, la paura e la speranza in pochi minuti di canzone.
La donna cannone è emblema di tante donne che sono ancora legate ad un mondo che le vuole relegate, un mondo che spesso le donne stesse promuovono, dopo aver ceduto le armi.

Ma le donne cannone non lo fanno. Non lo faranno mai.

Quando ha riproposto questa canzone, De Gregori afferma:
«Le canzoni cambiano nella testa di chi le ha scritte, molto più velocemente che non nella testa di chi le ascolta»

Cheddire, una poesia.


fonte per l'infomrazione: 1, 2.

Nessun commento:

Posta un commento