giovedì 29 luglio 2021

SFOGO

OGGI MI SFOGO.

L'ho messo nel titolo e lo faccio.
Dopo tre anni di attività praticamente paragonabile a una schiavitù volontaria, posso definirmi libera.
Disoccupata ma libera. Anche se virtualmente ero disoccupata e di certo non ho sono stata pagata più di 5.000 euro annui.

Esatto, come se il mio lavoro non valesse nulla.
Se non vale nulla, allora non lo faccio più. 

E' da un anno che aspettavo: da quando dopo un incidente domestico che mi ha quasi uccisa l'anno scorso, mi sono ritrovata ad andare comunque al lavoro con le vertigini e la nausea per sentirmi dire che la moglie del capo era troppo stravolta per scrivere la pratica, ma non lo era abbastanza perchè andassero fuori a cena al sushi visto  che i loro amici li aspettavano
E chi ha dovuto sostituirla? Io.
Poi le cose sono andate a deteriorarsi ulteriormente e ora basta.

In questi hanno ho lavorato senza praticamente uno stipendio (troppo basso pure per una partita iva) e senza mai una sosta e ora sono felice che non tornerò indietro.
Sono anni che non faccio una vacanza e anche ora non ne ho, ma mi godrò il riposo e la libertà di fare quel che voglio.
Il problema non è neanche il capo con un ben improntato senso di onnipotenza divina, manco avesse 3 anni e vivesse di solo super io, ma quanto le due sanguisughe dietro.
Perchè se lui, che poteva assumermi pure a tempo indeterminato senza pagare i contributi (ma che nel frattempo parla di assunzione con qualcun altro e ha ripreso la segretaria fancazzista) e che è la causa principale delle due fallite che gli stanno dietro, ha degli isterismi comprensibili e soprattutto, con lui si riesce ad avere una conversazione civile.
Che poi si mangiano tutti i soldi che si devono prendere gli altri perché devono fare la manicure o toppare i buchi di bilancio perché devono farsi la manicure. Non scherzo: la risposta era che quei 200 euro tanto non erano uno stipendio pieno.
Ok, oggettivamente: il buco di bilancio nasce dalle spese folli qui chiamate manicure, ma essenzialmente è spendere più di quanto si poteva e non pagare manco la bolletta del telefono perchè in quel momento: quando ci sono i debiti, ti accorgi che c'è un problema e la crisi di qualche anno fa, che ha messo in ginocchio più di un settore, ha colpito tutti, soprattutto chi non ha avuto cuscinetti di salvataggio perchè si è mangiato tutto.
E quelle due sono nell'elenco.
Non cito lui, causa massima, solo perchè pur di scoparsi mezza città alleviava le isterie della moglie permettendole di fare qualunque cosa e con la scusa che lui, che in sè per sè è la società stessa, non si deve abbassare a capire come stanno spendendo i suoi soldi.
E io sono stata tra quelle persone che ha aiutato a rimanere a galla. Ho risolto pratiche, ho lavorato come una matta.

Le relazioni tossiche si insinuano delle due che gli stanno dietro: la moglie e la sorella.
E subito dopo in effetti devo mettere pure la figlia e la segretaria.

Essenzialmente delle ruba stipendio.
E voi direte: ma la ditta e se decide di pagare qualcuno senza che facciano nulla allora affari suoi... beh, cari: però prima deve pagare chi gli altri che lavorano.

Probabilmente nei prossimi giorni racconterò un paio di aneddoti. 
Un po' per 
e un po' perchè finalmente ho un po' di tempo per fare qualcosa che mi mancava.

Per ora scriverò solo un paio di righe sulle due cognate.
Due donne che, oggettivamente, sono fatte l'una per l'altra.
Non sentirai mai dire tra di loro una cattiveria. Si salutato, sorridono e parlano ore delle loro cose.
Un po' come segretaria e figlia, ma è un'altra storia.
Queste due, dietro, danno le colpe di ogni cosa all'altra.

Per questioni di Privacy, le chiamerò con il loro "ruolo". E sì, moglie e sorella è il loro ruolo. Perchè non fanno davvero molto in quello studio se non stare sedute a giocare a solitario e a parlare al telefono di questioni private.
E attenzione: forse ci sarà qualche linguaggio colorito (o più che scurrile) ma è per precisa citazione delle divinità che parlano o per precisa analisi dei fatti.

E mi dispiace solo che non ho davvero tutte le frasi a mente (ma credo che le metterò in altri post).
La cosa triste? E' che sanno entrambe che l'altra è un'infamona bugiarda, ma quando parlano tra di loro ci credono pure.

(piccola nota, con l'allineamento a sinistra avrete Sorella, a destra Moglie e in centro la frase pronunciata da entrambe)

E' finita la carta igenica? E' colpa sua! Non ci pensa, non ci arriva e stupida.

Capo è arrabbiato?
Io sono buona e cara, non ho fatto niente di male (cancellate di male e avrete la verità dei fatti) 

E' lei che ce l'ha con me, io non so che le ho fatto.

Lei mi tratta come se fossi una deficiente, come se fossi io a essermi fatta clonare tre volte la carta di credito negli ultimi dodici mesi.

Lo vedi che è pazza.

E' un'ignorante ritardata.

Una volta mi è venuta in studio e si è tirata giù le braghe dicendo che se volevo potevo anche mettergliela in culo fisicamente e non virtualmente!

E' una vipera. Una stronza che si inventa le cose.

E' una povera derelitta.

Non capisce un cazzo. Un cazzo ti dico.

Con tutti i soldi che le ha dato! Un'ingrata!

Con tutti i soldi che gli ho dato! Quella manco un grazie!

(questa poi è interessante, perché a me non hanno dato niente, manco i soldi che mi devono entrambe)


sabato 24 luglio 2021

Un cucciolo nel cuore - la storia di Luna

 (Questo articolo è stato scritto il 05 settembre 2017 sul blog della sottoscritta Donna in Rete: una finestra sul mondo)



Poi ho deciso di seguire lo stomaco e inaugurare un nuovo argomento. 
Ho deciso di inaugurare questo nuovo tipo di post, stasera, dopo l'ennesimo articolo letto sul cellulare.
Personalmente trovo spesso troppo romanzo rosa in quel blog e troppa leziosità su come vengono scritte le cose, ma penso che il fine giustifica i mezzi e sicuramente quello è uno dei modi migliori per sensibilizzare certi cuori egoisti.
Personalmente preferisco dirgli in faccia quello che sono: dei falliti.
Vabbeh.

Ma oggi, dopo l'ennesimo racconto di un cane che muore dopo anni di onorato servizio e che viene portato in braccio dal suo collega e amico (sì, qui ho pianto anch'io. quindici anni fa non lo avrei fatto, ma la vecchiaia fa anche questo e se mi chiedono ancora la carta d'identità per entrare in certi posti, dovevo ammorbidirmi nell'animo), la storia di un cane condannato a morte perchè aggressivo ma che, appena rimasto solo con una bamnina piccola si fa ritrovare in braccio a lei a leccarla e farsi coccolare, e quella del papà cane che protegge dal fuoco i suoi micini, Luna mi ha fatto penare che mandare i messaggi per Whatsapp a tutti i contatti non bastava e allora lo scrivo anche qui.
Anzi: faccio copia incolla e se chi legge vuole condividere l'articolo su facebook, fata sulla pagina originale e lo faccia da lì.





“Eppure avevo fatto tanti chilometri per tornare da te papà, avevo impiegato 365 giorni lunghissimi, quando hai aperto la porta e mi hai fatto questo, non riuscivo a crederci, perché..”Per fortuna la vicina di casa pettegola non manca mai!


Luna era davvero la principessa di casa, una similabrador ben educata,dolcissima, divano e pappa buona, forse anche la ninna nanna per dormire. Vaccinata e sterilizzata, come ogni buona famiglia fa con il suo amato pelosetto.
Il suo papà la portava a spasso, tutti la guardavano, una vera nobildonna di paese, fiera e orgogliosa del suo collare e della sua medaglietta.  Un pomeriggio escono a passeggio e si inoltrano nelle montagne, arriva la sera e di lei si sono perse le traccie. Chiedi a destra chiedi a sinistra, niente di niente. Passano le settimane e i mesi, dodici per l’esattezza, una sera di un mese fa Luna arriva davanti alla porta della sua casa, o almeno di quella che lo era un tempo.
Si affaccia l’uomo e lei poverina si gira a pancia in su, poi rotola un po, alza la zampa, consumata dai chilometri e dal tempo. La vicina esulta, è tornata la bella cagnetta, ma lui freddo come il ghiaccio fa finta di non riconoscerla:”Non è lei,e poi ho ho comprato un anno fa lui, il mio cane di razza!”
Così Luna finisce a fare la randagia, viene attaccata da altri cani vaganti e una signora la tira dentro al giardino, qua anche peggio, la sua femmina dominante non la vuole e per proteggerla la chiude qui.
Luna vive così adesso, non ha più una famiglia, le zampe sono guarite ma non ha nulla, se la signora, anziana tra l’altro, la fa uscire i vigili la prenderanno e la porteranno in canile, se apre il pollaio la sua cagnolona la morde. Ha due gatti per amici che ogni tanto si fanno leccare, esiste qualcuno che ha un po di buon cuore e la vuole a casa? E’ giovanissima 4 anni, ben educata, buona con maschi femmine e gatti, anche galline veramente, chiamate Alessandra 3472303359, Luna arriverà nel centro e nord Italia, salvate un’anima buona dal triste destino, se non potete adottare condividete per trovare una mamma!

mercoledì 14 luglio 2021

Per poter pensare a un mondo migliore

(Questo articolo è stato scritto il 03 settembre 2017 sul blog della sottoscritta Donna in Rete: una finestra sul mondo)


Sul serio, dopo le mille schifezze di questo periodo, tra stupro di gruppo, abusi sulle proprie figlie, isteria pro-royal-britannica-senza-un-vero-motivo-se-non-occupare-vuoto-televisivo, tizi che si suicidano in svizzera perchè depressi e che lo fanno così solo perchè così si parli di loro (sì, se no ti pigliavi un paio di pillole o una corda, o un coltello), non riesco a non volermi aggrappare a qualcosa di bello. C'è poco in questo periodo. Ma il prossimo 23 settembre al centro commerciale di Curno fanno la colletta alimentare per Amici Baffi Onlus.


Questa onlus gattara è di un paese che, diciamocelo, chi se lo incula, ma è una delle onlus più gattare della lombardia. La domenica, d'inverno, ti invita ad andare a coccolare i mici (già questo fa meritare loro un sacco di scatolette per me).
Io ho una gatta che c'è rimasta in casa e appena potrò, un giorno lontano quando lei non mi impelosità più il letto, penso che prenderò un miciotto adulto da un gattile
Io e Micia/Stronza/Principessa/Gatta/.... abbiamo un bel rapporto perchè è piccola (per quanto non anagraficamente) e per anni è venuta a mendicare alla porta di casa mia in cerca di cibo e coccole, non è espansiva, ma affettuosa. Non è diffidente, ma ruffiana. Insomma: piace a tutti perchè è proprio una gatta coi baffi.
L'imperativo a casa mia era quello di non farla entrare (cosa impossibile, perchè nonostante le sue infinite gravidanze, Micia era agile più di una gazzella) e di non farle pensare di poter essere adottata, darle da mangiare, ma non un posto dove vivere: ristorante sì, albergo no. Il motivo, tra gli altri, era semplice: lei aveva già dei padroni. E a ben vedere noi siamo quelli che, nel vicinato, gli abbiamo dato meno cibo di quanto invee non gli dessero metà degli abitanti della nostra via.
I padroni però non ne erano degni e lei ne ha subito le conseguenze ma, caparbia come sempre, alla fine è riuscita a rimanere con noi, complice la sua ultima cucciolata (dopo l'abbiamo sterilizzata).
E' lungo il racconto squallido sul comportamento arrivista dei precedenti padroni: basta dire che appena mia madre gliel'ha messa in mano, lei ha combattuto come fosse stata in pericolo di vita ed è scappata alla porta di casa mia per non uscirne per tre giorni.
Lei mi prendeva il polso con le zampine e ci appoggiava la mano per dormire. Lei che mi si sedeva vicino per coi scattare ogni cinque minuti a guardare i suoi cuccioli prima di tornare indietro. Lei che quando è rimasta sola mi guardava un po' triste, ma senza la paura per la loro sorte. Lei che mi vede tornare in macchina e mi viene incontro con la coda a punto di domanda, ma a un metro da me si mette a stiracchiarsi per costringermi ad aspettarla di più. Lei che si butta sulla coperta del mio cane quando questi manca da qualche giorno perchè sente la sua mancanza o che va ad accoglierlo quando torna, anche se poi rimane a un metro da lui, attaccata al muro, strusciandosi ad esso prima di avvicinarsi al suo amico ritrovato per annusarlo... e tentare una attacco felino. A cui lui, codardo e buono come tutti i cani che hanno vissuto per strada, scappa immancabilmente... prima di tornare a annusarla a sua volta. Quello è amore, amici miei. Quel tipo di amore che si chiama amicizia.
Lei che alla fine fa il bello e il cattivo tempo in casa mia.

Se siete interessati: qui vi rimando il link. Sicuramente al mondo c'è chi mi capisce. Perchè in fondo i nostri cuccioli ci fanno sentire più umani e ci fanno vedere più umanità (buona) mentre il mondo sprofonda all'inferno.

Se avete altri eventi da proporre: sono a disposizione col mio blog.

domenica 11 luglio 2021

Essere una donna sola è peggio di essere una donna picchiata.

 (Questo articolo è stato scritto il 01 luglio 2017 sul blog della sottoscritta Donna in Rete: una finestra sul mondo)


Non farò la guerra al paese più misogino e quello meno in Europa. Ci sono troppi dati da contare che spesso non vengono mia davvero diffusi per essere distorti e, soprattutto, molte donne non ammettono neanche a se stesse di aver subito un reato, figuriamoci a terzi.

L'Agenzia europea per i diritti fondamentali (Fra) ha condotto un'indagine che prendeva quarantaduemila (42.000) donne provenienti un egual modo da tutti i 28 paesi.
Si evince che, in Europa, una donna su tre subisce abusi. Parliamo di sessantadue milioni (62.000.000) di donne.
Una donna su cinque invece subisce violenza domestica.
Solo il 13% di loro ha però sporto denuncia se questo è il proprio partner o un altro uomo.
Una donna su venti ha subito uno stupro.

Dall'indagine, comunque, si avvince che sì, le donne subiscono violenza anche da altre donne, ma il numero risulta irrilevante rispetto all'azione maschile che rende praticamente inesistente quella cifra.

Il problema è l'ammissione in sé della violenza. 

Spesso se un uomo dice ridendo insulti o denigrazioni, noi donne lo accettiamo come se fosse un dazio da pagare.
Approcci sgradevoli come uno scotto tollerabile per essere accettate.
La stessa paura di rimanere sole è alla base di denunce mancate e di non accettazione della realtà. 
Ci hanno insegnato che senza l'accettazione maschile non possiamo vivere.
Non lasciamo perché essere una donna sola è peggio di essere una donna picchiata dal proprio partner.
Almeno così ci insegna la nostra cultura progressista europea: anche la ministro bavarese Ilse Aigner che subisce ingiustizie perchè non ha un partner, perchè anche solo l'idea di una donna single rimane un abominio agli occhi di molti. 
Figuriamoci qui da noi...

Non c'è infatti solo la paura delle critiche (spauracchio di base per le mancate denunce) o per le denigrazioni di vario genere, ma soprattutto la paura del rimanere sole.
Magari senza casa o senza alcun tipo di sussistenza.
A volte si ha paura di perdere anche il lavoro che non è necessariamente legato all'uomo che ne abusa.
Un tempo si voleva definire la violenza sulle donne come legato all'odio razziale, perché non guarda solo il trattamento di un'altra persona, ma perchè prende il 50% della popolazione mondiale come oggetto di discriminazione, odio e ghettizzazione.
Ma si sa, non siamo così importanti.

Poi c'è la coscienza che tanto le autorità non fanno nulla, essere umiliate anche in questo modo, quando ti dicono che c'è un maniale per la donna maltrattata e se non rientri in quegli standard allora non è vero. 
A volte è davvero troppo da sopportare. Anzi, lo è di sicuro, per qualunque essere umano.

Perché per quanto dicano no al burca, mentono e ancora ci vogliono pie relegate in casa e uscire solo col permesso e ben coperte.
Senza desideri, aspirazioni e appetiti.


E intanto sale il numero delle vittime di odio da parte di uomini.

Fonti:
1 - 2

lunedì 5 luglio 2021

A che stai a fare nel mondo?

(Questo articolo è stato scritto il 16 marzo 2017 sul blog della sottoscritta Donna in Rete: una finestra sul mondo)


Qualche giorno fa è apparso online il resoconto di un signore, tale Martin Schneider, che raccontava di come fosse stato orribile il trattamento che lui ha subito nel momento in cui i suoi collaboratori hanno pensato che fosse donna.
Un genio.
Ma andiamo con ordine. Martin lavora in un’agenzia interinale e ha una collega con cui si smezza il lavoro, Nicol Hallberg. Per quanto, sicuramente, le stesse simpatica, ma non aveva un’altissima opinione di lei come collaboratrice. Perché? Beh, se il tuo capo (che anagraficamente era un loro coetaneo e quindi sicuramente - notate l'ironia please - non era un misogino e le cose non se le inventava) si lamenta di lei dicendo che è troppo lenta, mentre tu sei ineccepibile, beh! Magari ha tutte le ragioni per non averla.
La vita di Martin era tranquilla e il suo lavoro gli andava bene, fino a quando un giorno, non gli capita di ricevere scorbutiche risposte da un cliente che gli contesta tutto. A lui? Impossibile!! E infatti, si accorge che l’email ufficialmente non è stata mandata da lui, ma dalla collega. Lui allora, risponde che è Martin. Il cliente quindi muta immediatamente i toni. Immagino si scusi pure, ma comunque… trovo interessante che lui deduca subito che il motivo dell’astio del cliente sia dato che era lei e non lui a mandare l’email…
Probabilmente poi, i due hanno parlato e, immaginando il dialogo tra i due, lui si è sicuramente sentito piccato dall’accondiscendenza del sorriso della collega sull’ipocrisia del “non sapevo”. Soprattutto quando lui le chiede “Ma succede tutte le volte?” e lei risponde “Beh, non tutte le volte, ma sì. Spesso”.
Da qui lo scambio di identità. Almeno per quel che riguarda quella digitale. Mi immagino anche come sia successo. Lui che risponde “Non ci credo, magari stai antipatica solo a lui” e lei “vuoi provare?”.
Il risultato? Per lui (solo per lui, dubito per lei) fu qualcosa di stupefacente. Nei fatti dopo una settimana piagnucola in un angolo perché ogni cosa che viene da lui chiesta o proposta viene criticata (e bocciata). Più di tutto ha notato il tono accondiscendente come se fosse la povera bambina fiammiferaia delle storie di due secoli fa, fino alle avance di uno di loro. 
Lei? Ah! Lei non è stata così facile (perchè non è più produttiva, è più facile).
Alla fine lui rimane sconvolto e lei ha l’ennesima conferma della solita solfa: per un uomo è più facile. Non perché lui sia più bravo, ma perché a lei le cose le complicano apposta e solo perché è donna.
Nei fatti lei nei resoconti aggiunge anche la storia vera, quella fisica, che il signor Martin ovviamente né ha visto, né ha voluto vedere. Sapeva solo che per il suo capo era lenta, non vedeva i commenti e le battute sessiste che le indirizzava concludendo che si chiedeva (un po’ ipocritamente, perché non è una questione lavorativa e lo sa) cosa ci guadagnasse il loro capo a farlo e a negare l’esistenza del suo sessismo. Non solo da parte sua, ma anche dai clienti: in fondo per una settimana si sono comportati male con lui perchè avevano la luna storta, mica perchè faceva la collega.
Lei rammenta nache altri adorabili aneddoti del loro capo, ma non sono importanti, visto che l’articolo in Italia è stato pubblicato da un uomo e in fondo concorderò con quei commenti.
Quando lei chiese come era Marty, lo definiva “un bravo scrittore, ma troppo emotivo, era un po’ una ragazza”. Lei si era stupita: lo vai a dire all’unica ragazza, capisci che nota la discriminante? È come dire: si è dire “è bravino in matematica, ma non abbastanza, strano perché è cinese” o “è bravo nello sport, ma è lento nella corsa, strano perché è senegalese”, “uccidiamo tutti quelli con gli occhiali: sono intallettuali”… e queste sono in positivo. Non ho voglia di essere particolarmente volgare, quindi non dirò altre uscite razziste, ma si sa, io non darei mai il mio gatto in affidamento a un vicentino. Comunque lui capisce la gaffe e non la ritira come sbagliata, ma solo che era detta alla persona sbagliata. Lei però i conti li sa fare. Nei fatti già all’assunzione si era sentita dire “Non pensavo di assumere college femmine, ma sono felice di averlo fatto. Mi hai colpito”. Perché le idee del testosterone sono migliori, si sa. Ma lei non si scompone e commenta “E allora perché non assumente tutte donne?” la sua risposta? Non voleva perdere la bella atmosfera.
Nei fatti il caro Martin seguiva l’andazzo e ignorava le parole della ragazza, fino a quando lei non lo ha preso di petto e non gli ha detto di smetterla. E lui, l’ha fatto. Quindi almeno uno sapeva di essere palesemente a torto, aggiungo io. Ma qui conferma la mia ipotesi detta poco sopra.
Nicole sa solo di essere felice che ora, dove lavora (perché sì, ha cambiato lavoro) non deve essere sempre sotto attacco.

Ora parliamo di numeri.
Perché questo resoconto, che io fatto riprendendo un articolo del corriere della sera, è un resoconto di stampo… anglosassone? Angloamericano? Beh, diciamo di un mondo dove è più facile cambiare lavoro, per mentalità e opportunità. Perchè lo sappiamo no? Franca Viola non era coraggiosa e ammirevole, quando rifiutava di sposare il suo stupratore. Il coraggioso era l'uomo che l'ha sposa, Giuseppe Ruisi, che sposa una svergognata (che comunque le disse la cosa che vorrebbero sentire tutte le donne "Meglio vivere dieci anni con te, che tutta la vita con un'altra" a memoria che qualche uomo degno di nota, c'è!).
Qui le donne la maggior parte delle volte se lo devono tenere, anche solo per il terrore di non avere altre possibilità. Oltre al fatto che a trent’anni non ti assumono perché vuoi avere figli, come se loro prima di te sentissero il tuo utero urlare di voler ospitare vita e a ventisei anni ti dicono che, se poi vuoi sposarti e avere figli, la distanza tra casa tua e il lavoro sarebbe per te un problema (cose veramente avvenute).
I numeri dicono che lo stipendio di un non laureato maschio è del 10% superiore di un non laureato di sesso femminile. Se c’è una laurea di mezzo, ironicamente il divario è superiore (nonostante la cultura e il sapere che sia semplicemente ignobile): arriviamo al 36%. E sono valori di media.
Ma si sa, se sei laureata, hai ventisei anni, vorrai sposarti e avere figli. Anzi, devi farlo. Se no che donna sei? Che ci stai a fare al mondo? 

Perchè lo sappiamo, in Italia le avrebbero detto: "Te la sei cercata, a conciarti così".


Altri link:
http://www.infodata.ilsole24ore.com/2016/03/03/lavoro-ce-differenza-tra-uomo-e-donna-lo-stipendio-dice-di-si-per-le-donne-109-in-meno/?refresh_ce=1
https://medium.com/@nickyknacks/working-while-female-59a5de3ad266#.70vavi9fy

sabato 3 luglio 2021

Diritti d'autore, libertà di mercato, libertà di scelta.

(Questo articolo è stato scritto il 31 marzo 2017 sul blog della sottoscritta Donna in Rete: una finestra sul mondo)


Fermento nel mondo dei diritti d'autore.
O forse tanto casino per rimanere sempre nella solita monopolizzazione del mercato a favore di un mondo dittatoriale e castrante.
Dall'11 aprile di quest'anno entra in vigore un decreto legislativo che deriva da una Direttiva Europea del 2014.
Questa direttiva riguarda la gestione collettiva dei diritti d'autore e di quelli connessi, nonchè la concessione di licenze multiterritoriali per i diritti su opere musicali perl 'uso online nel mercato interno. Cosa vuol dire? Bella domanda.
Gli autori potranno scriversi a società di altri Stati UE, tanto che le società straniere europee potranno legittimamente lavorare sul nostro territorio e con gli artisti Italiani, senza portare qui la loro sede legale.
Ma guardiamo bene cosa succede in Italia. Come l'hanno recepita i nostri estremi difensori del governo?
Beh, è la direttiva Barnier per la liberalizzazione del diritto d'autore all'interno dell'Unione Europea, quindi...
Quindi sappiamo che la migliore amica di ogni scrittore, cantante, artista che sia, la SIAE potrebbe avere qualche rimostranza. Ma no. Non sapete? Pretende di gestirli lei e poi dare agli altri enti. Perchè? Perchè gli hanno confermato il monopolio.
Insomma, intendiamoci: se l'ennesimo governo dittatoriele di strozzini assassini che non abbiamo votato (Gentiloni) gli ha lasciato amorevolmente l'esclusiva sulla gestione come UNICO ente autorizzato in Italia, potrà avere anche da ridire se non fa i suoi porci comodi, no?
Vedete, il decreto stabilisce come debbano essere gestiti i diritti d'autore da parte dei vari organi o entità, requisiti a cui si dovranno adeguare antro sei mesi, vigilati dall'AgCom (Atorità delle Garanzie per le Telecominicazioni) che darà l'elenco degli Organismi di gestione collettiva nel nosro Paese alla Commissione Europea e in futuro lo farà per eventuali modifiche.
Entro tre mesi dalla data di entrata in vigore, il Ministero dei Beni Culturali (innegabile che letteratura e musica e affini lo siano, anche se visto l'andazzo ce ne stiamo dimenticando) dovrà emanare un decreto che riguarderà le nuove disposizioni sui compensi degli artisti, che questi siano interpreti o esecutori.
Il 31 marzo (oggi) entra invece in vigore quello dell' AgCom per contrastare la pirateria e il copyright online, anche se ancora non sappiamo bene come verrà fatto.
Sarà che io detesto il termine MONOPOLIO, se non concerne me stessa e l'utilizzo del mio corpo, ma che ci sia scritto o che lo si faccia in effettivo.
Quindi non riesco a sopportare che se è presente una legge di liberalizzazione del mercato che ci hanno imposto non la si voglia seguire e si continui con la dittatura.
Non sopporto neanche che ci debbano imporre la liberalizzazione del mercato, ma sappiamo che l'italiano medio, arrivato a una poltrona, ammazza chiunque pur di tenersela anche se vantava grandi idieali.
Che poi se voglio, potrò scegliere lo stronzo che mi difende i diritti d'autore? Perchè devo essere sempre costretto a sentire SIAE dietro il culo? Non sono uno di quegli uomini che va con i Trans, che dice che non lo vuole prendere in quel posto ma alla fine ci gode da morire (giudico l'ipocrisia della cosa non l'atto in sè, ma so che chi leggerà amerà puntarsi su questa frase che sul resto).
Questo articolo un po' senza senso per dire...
Sarà che io voglio dire NO.
Non mi piacciono le dittature, non mi piacciono di alcun tipo.