domenica 1 dicembre 2019

Sezione Giallo Storico.

Finalmente, dopo un sacco di tempo, mi sono decisa a (ri)iniziare e finire l'unico libro mai comprato dalla sottoscritta da Danila Comastri Montanari e mi sono decisa di fare una recensione su dei libri gialli storici.
Anzi: più che recensire, direi sproloquiare.

la Signora Comastro Montanari scrive soprattutto i gialli storici, ambientati in periodo romano, ma ha scritto anche un libro ambientato durante la Rivoluzione Francese.
Io sentii  l'esistenza di questo libro tramite un podcast su Robespierre che mi ha portato a un video  da cui comprai il libro:
TERRORE.
rosascioccato.blogspot.com
Terrore è un giallo ambientato nella Parigi del 1793.
A un giorno della proclamazione del Terrore, viene trovata la testa di un giacobino. Ma non sarà il solo.
Etienne Verneuil verrà chiamato dal suo migliore amico ad indagare su questi atroci delitti, districandosi tra i nemici della neonata rivoluzione, vendette personali e la fame del popolo.
Il mio giudizio? Non sono di bocca buona, quindi non apprezzo un libro solo perchè parla della rivoluzione francese (e sono figlia degli anni '80: Lady Oscar è sempre Lady Oscar) e, anzi, forse tendo a essere persino più stronza.
Non posso infatti negare di aver storto un po' il naso. Il protagonista a volte tende ad essere troppo modernizzato e attivare la mentalità del senno di poi, con quesiti che per quanto legittimi, raramente qualcuno si fa nel mentre. E lui è nel pieno di un evento semplicemente unico ed epocale.
O anche aggrottato un po' la fronte per i nomi che spesso fanno la loro comparsa per nessun motivo preciso, se non per ricordare al mondo che sono esistiti. Ho apprezzato Lazare Carnot, ad esempio, a cui ha dato respiro e pure un ruolo che ho trovato molto interessante, ma non ho capito perchè citare Etta Palm, se non per invogliare qualcuno a ricercare informazioni su certi personaggi e scoprire che sì: la Parigi rivoluzionaria era piena di Persone per lo meno interessanti.
In se la lettura è carina e scorrevole e ti affezioni pure a un paio di personaggi, ma ho come l'impressione che l'autrice abbia tagliato troppo. Verneuil è come noi vogliamo che sia e va bene, ma gli indizi che dovrebbero farti arrivare al colpevole non mi sono sembrati abbastanza anche se il convincerti fino all'ultimo della colpevolezza di qualcun altro è in verità ben orchestrata.
Il senso degli omicidi c'è, ma qui forse è la mia mente troppo contemporanea (o italiana, o femminile, boh) che mi fa pensare che il colpevole era un idiota a pensarla così. Ma fondamentalmente era un esaltato e si sa che gli esaltati non ci stanno molto con la testa.
Ho comunque la sincera convinzione che se fosse stato più lungo (anche se parliamo comunque di 300 pagine con un foglio poco più piccolo di un A5) e più approfondito in certe parti, oltre che una bella lettura, sarebbe stata fantastica. Lo dico sinceramente perchè la lettura è scorrevole e veloce. Non ci si annoia e sarebbe stato piacevole leggerlo anche se avesse avuto altre 200 pagine in più.
Ammetto, comunque, che mi sarebbe piaciuto sapere che dell'esistenza di un seguito: che fine a fatto Verneuil? Alla fine è stato uno di quei figli divorati? O alla fine ha fatto a patti con il suo sangue?

O forse, semplicemente, è il periodo che è sbagliato. Troppa passione, troppe emozioni, troppa...rivoluzione. Pure troppa Parigi: mette troppe aspettative. Molte sono assolte, molte altre no.

Se considerate, ad esempio, un altra serie di libri storici prodotti alla sintetica mano inglese di Ellis Peters: I misteri dell'Abazia, tutte risulta essere più chiaro.
Sono una serie di libri gialli dove ad investigare abbiamo padre Cadfael, ex crociato ora frate benedettino in uno sperduto monastero al confine tra Galles e Inghilterra. Lo sfondo pieno di pathos c'è: ci sono delle lotte per la conquista del regno, ma sono lontane (per quanto anche qui i nobili si fanno pesantemente la guerra per difendere la propria fazione) e quindi ci si più focalizzare anche sul resto, ovvero sulla storia.
Anche Cadfael pecca di troppa modernizzazione, ma come Verneuil non lo è in maniera particolarmente eccessiva e quindi puoi simpatizzare per lui e non pensare che sia un alieno viaggiatore del tempo.
La differenza sta ance nei personaggi: qui non ce ne sono più di quanti ce ne devono essere, ma è innegabile che la Rivoluzione Francese e Parigi sono un connubio pieno di troppa passione e troppi grandi uomini perchè non si citino e, sicuramente, citarne solo due o tre sarebbe quantomeno forzato (ci sono troppi nomi che si è obbligati a citare), mentre col monaco Cadfael possiamo trasportarci nella tranquilla routinne di un monaco benedettino al confine del mondo.
Il lettore deve appassionarsi alla storia e quindi quella vera deve essere uno sfondo, ma la rivoluzione a Parigi non può essere comprimaria ma solo protagonista e il canto corale che pretende è troppo complesso e articolato per decidere di metterne solo pizzichi e bocconi.

sabato 23 novembre 2019

LaSaponaria e Alkemilla a confronto con il loro acido ialuronico

Nel mio negozio bio preferito, che vado ogni volta che necessito del mio deodorante di fiducia (Nutrino della Radici Toscane), ho di recente comprato prima l'Acido Ialuronico de LaSaponaria, per poi provare quello della Alkemilla.

Provai il primo perchè ho apprezzato più di un loro prodotto (ne parlerò appena mi tiro assieme) e ho voluto rischiare.
Il rischio è valso e mi sono trovata deliziosamente soddisfatta. L'odore non è dei migliori, ma sinceramente non si può neanche dire che odori di qualcosa. Le istruzioni ti dicono di metterlo qualche goccia sul viso e/o mischiato nella crema idratante. Essendo con il contagocce, entrambe le soluzioni sono estremamente fattibili. Ammetto di non averlo mischiato nella crema idratante, ma di averlo usato direttamente come crema idratante prima di andare a dormire. Ho provato a stenderlo a mani nude, ma ho presto sostituito la cosa con con un dischetto di cotone. Il motivo principale di questa scelta è stata data dall'impressione di sprecarne di meno. All'inizio sembra quasi ci sia una sensazione di appiccicaticcio (anche sulle dita quando la spalmi se lo fai senza batuffolo) ma è una sensazione estremamente breve: la pelle risulta ben presto morbida e levigata.
Una piacevolezza infinita.
Parlando con la commessa, mi ha parlato del rischio (forse che ha avuto qualcuno) di avere la pelle che risultava lucida dopo il suo utilizzo. Per mia esperienza, direi di no. Anzi. E ho la pelle tendenzialmente grassoccia.
L'ho regalato per il compleanno anche a mia cugina, che si avvicina ai quaranta. Lei aveva avuto una brutta reazione con una crema con acido ialuronico che le regalai a Natale e che comprai in farmacia. Le cominciò a bruciare il viso e a gonfiarsi. Se è vero che spesso ti brucia un po' ma è solo per una reazione alla effettiva esigenza della pelle di qual determinato ingrediente, è vero che era decisamente troppo nel suo caso.
Con questo prodotto, invece, a parte un leggero gonfiore, non ha avuto particolari disagi e la pelle le è rimasta comunque più idratata.

L'altro prodotto che ho comprato, quello dell'Alkemilla, l'ho comprato proprio per la fiducia che mi aveva dato quello precedente. Questo non è solo acido ialuronico, ma possiede anche estratti biologici di avena, aloe, malva, lino ed altea con l'intento di ampliarne l'azione idratante ed emolliente. Contrariamente all'altro, non con il contagocce, ma è contenuto in un tubetto da pomata con il becco stretto e lungo che permette un'attenta erogazione.
Come con il precedente, non posso lamentarmi. Questo prodotto sarebbe da stendere come una crema, io ho usato lo stesso procedimento dell'altro e tutt'ora non me ne pento.
La grande differenza tra i due sta nella sensazione del prodotto. L'effetto appiccicoso qui si sente decisamente di meno ed effettivamente, sembra essere più leggero, ma comunque efficace.
Faccio un esempio: mi sono truccata, il fondotinta mi ha fatto irritazione e quando (5 minuti dopo averlo messo) l'ho tolto mi sono ritrovata con parti del viso visibilmente irritate. Dopo aver pulito il viso con tanto di maschera purificante, avevo la pelle sì sgombra da qualunque cosa, ma ancora irritata. Indecisa su quale tester di crema crema nutriente o lenitiva (che comunque non avevo, ma solo idratanti) da mettere, alla fine sono andata dritta da questo prodotto che, in poco tempo, ha fatto sparire sia il rossore che il bruciore.
Un altra cosa che lo discosta dall'altro è proprio la questione odore. Mentre nell'altro c'era qualcosa di non particolarmente piacevole all'olfatto, qui manca del tutto questa sgradevolezza.
Sono entrambi di 30 ml, quindi la grandissima differenza sta nel prezzo che comunque in entrambi i casi è contenuto.
Non so gli altri prodotti simili, ma io questi li consiglio. Decisamente.

sabato 2 novembre 2019

Di animo sensibile... solo per i felini.

Tornata a casa presto, mentre mi cambiavo ho acceso il televisore, finendo su Focus: Predatori letali, puntata: il piccolo cucciolo solitario.
Due secondi e già amavo quel musino.
Era alle ultime battute, la notte passata a essere bullizzato dai leoni adolescenti e la mamma che la mattina lo recupera.
Poi però lei decide di non allattarlo, in quanto debole e malconcio. Deve fare una scelta... e io le darei fuoco.
Ho cominciato a urlarle dietro:
"No!!! No!!!"


Ho cambiato canale mille volte e mille e volte più una sono tornata a vedere.
Ero preoccupata per il piccolo cucciolo guerriero... sapendo comunque che quel che gli è successo, è successo troppo tempo fa perchè si possa intervenire. Se è morto, è morto. Amen.

Lo rimetto qui sotto... perchè sono follemente innamorata di lui.
Non dico come finisce... ma affermo solo che sono due i cuccioli che adoro, ora.

Non potrete non amarlo.


Mi ci rivedo, in fondo...

sabato 26 ottobre 2019

Una tragedia alla Don Matteo... forse? Ma? Purtroppo col senno di poi non si fanno rivoluzioni.

(Questo articolo è stato scritto il 9 febbraio 2017 sul blog della sottoscritta Donna in Rete: una finestra sul mondo)



QUESTO ARTICOLO A NUMEROSE ARGOMENTAZIONI PARTICOLARMENTE SCORRETTE CHE POTREBBERO INDISPORRE LA MAGGIOR PARTE DEI (PER ME IPOCRITI) BENPENSANTI, SE LEGGETE LO FATE A VOSTRO RISCHIO E PERICOLO E NON VI LAMENTATE.

Vasto. Non sto qui a raccontare nuovamente la stesse cose che sono perfettamente leggibili su tutti i giornali e gli articoli disponibili anche online.
Ma fare solo mere considerazioni personali.

Forse perché ora si divertono a pubblicare la lettera del ragazzo suicida che dice addio dando la colpa agli altri di tutto quello che non andava nella vita.
Forse perché il 14 gennaio di quest'anno si è spento Gabe Marcela, poco più giovane del suicida, morto per un difetto congenito al cuore, dopo che la madre ha mosso il mondo (del web) per fargli giocare in anteprima l'ultimo videogioco di Legend Of Zelda, sua unica fonte di gioco perchè di correre davvero non poteva neanche pensarci.
Forse perché ci sono ragazzi seviziati dalla polizia che dovrebbe difenderli e poliziotti che muoiono eroicamente provando a salvare una sola vita.
Forse è per l'aria di cospirazione sui cambiamenti delle leggi del Tuom.
Forse è per l'Abruzzo.
Forse è per il senso di catastrofe che ci attanaglia.
Forse è il senso di impotenza davanti all'inesorabile avanzata del tempo.
Forse è per la voglia di non arrendersi, ma mandare a 'fanculo tutti quelli che parlano di perdono come se fosse una cosa facile.

Fabio di Lello era sicuramente caduto in un profondo stato depressivo per la morte della moglie Roberta. Comprensibile: parliamo di un uomo felice ed innamorato, soddisfatto della sua vita che gli andava bene e che di colpo ha perso ogni significato.
Io raramente credo che le persone possano amare fino al punto di autodistruggersi, ma lui amava davvero in questo modo, a quanto pare. I racconti che vengono fatti del suo modo di affrontare la perdita, la fanno da padroni su ogni articolo. E ogni volta penso che quest'uomo, in qualche modo, dovesse essere aiutato. In che modo? Non saprei, ma si vedeva che non stava bene. So cosa vuol dire quando un tuo famigliare perde troppo presto la persona cara. Sicuramente non lo lasci in uno stato di commiserazione, tristezza ed odio.
Se no scusatemi ma uno non prende una pistola e spara. Anche se lo vorrebbe.
O dobbiamo cominciare ad analizzare il senso di megalomania di un uomo che visibilmente non ha, perchè se no non sarebbe andato a piangere ancora sulla tomba dell'amata e non avrebbe aspettato lì l'arrivo dei carabinieri. Quello era semplicemente disperato. Solo e disperato, anche se circondato da migliaia di persone.
Italo D'Elisa era il colpevole dell'omicidio e per questo lo ha punito, anticipando la comparsa del giovane davanti al tribunale al quale, ovviamente, non credeva. Altrimenti avrebbe lasciato fare alla giustizia.
Purtroppo su questo non posso dargli torto. Neanche io ho più fiducia nella giustizia. Non l'ha più nessuno. Lenta e a favore dei delinquenti troppo spesso. Arroccati nei loro diritti e incapaci di voler fare il loro dovere. E se penso al loro sotto organico, che è indubbio che ci sono posti dove davvero lavorano per amore della legge, penso a quelli che lavorano mezza giornata scarsa. 


Qui comunque scatta la prima riflessione: la differenza tra incidente e omicidio stradale.
L'incidente è dato da una serie di fatalità che hanno portato ad un tale evento, l'altro invece è causato da circostanze che potevano essere evitate.
Tralasciamo innanzitutto quelli che salgono su un veicolo pensando seriamente di ammazzare in questo modo qualcuno, o quelli che lo fanno nel flip imbecille di un gioco mentale o di fara con un altro amico con lo stesso livello di intelligenza. Parliamo dei casi più comuni.
Mi capita spesso, davanti ai piagnistei dei morti stradali, di tacere per quieto vivere. Perché? Perchè sono urticata dall'idea di dover compiangere chi è morto perchè ha sbattuto contro un palo o è andato fuori strada perchè ubriaco o sotto effetto di stupefacenti. A volte penso che sia meglio così, perchè se rimaneva paralizzato toccava pure che le famiglie se lo dovessero prendere in carico e spenderci dei soldi, tempo e salute. Nessuno li ha costretti a prendere alcun che e se dicono il contrario è una cazzata. I casi sono così esigui da essere irrisori. Non sono donne a cui rifilano del roipnol o dopo aver preso qualcosa vengono violentate. Non siate così vili e meschini da metterli sullo stesso piano: se tu agisci sotto effetto di qualcosa sei un criminale: sai che non sei nello stato di poterlo fare davvero ma te ne fotti.
Se questi buon "temponi" invece causano la morte di qualcuno, allora è tutto un altro paio di maniche. Qui mi incazzo. Non sono innocenti, sono dannatamente colpevoli. Per me non è neanche omicidio colposo, ma volontario: guidare in stato alterato vuol dire essere consapevoli di essere una mina vagante.
Poi ci sono gli incidenti.
Gli incidenti sono dettati dalla leggerezza.
Dalle sceme che parlano con il vivavoce e il telefono in mano (sì sono statisticamente le donne) pensando così di essere fighe e sagaci, agli imbecilli che se lo tengono all'orecchio (questi sono gli uomini, dei geni).
A quelli che non mettono la freccia a chi ha l'ansia del sorpasso.
Poi c'è chi cambia la stazione radio e chi parla con quello affianco.
C'è semplicemente chi sta pensando ai fatti suoi, perchè ha avuto una bella giornata o perchè è stata pessima ed è così concentrato da distrarsi.
A volte si è solo stanchi.
Corriamo tutti, senza sapere davvero dove. Non pensiamo davvero a quello che stiamo facendo e... ne veniamo travolti.

Ammetto che quando cominciai a leggere il primo articolo su questa tragedia, nel titolo, mi aspettavo che lui rientrasse del primo caso e non il secondo. E invece no. Mi sbagliavo.
Più passa il tempo più penso seriamente che sì il ragazzo abbia causato la morte della donna, ma non ne sia l'assassino. Se non sapete la differenza, è inutile che crediate di saper pensare.

Qui sembra proprio che sia stato un incidente. Una distrazione che, brutto a dirsi, capita: sfido chiunque a dire che MAI nella loro vita non abbia dovuto inchiodare, uscendo da un parcheggio o da un incrocio, perchè si è visto di colpo l'arrivo di un'altro (che magari ha pure accelerato per non farti passare).
Qui lui si molto probabilmente si aspettava al massimo fosse giallo e di avere tempo e lei è partita nell'istante esatto in cui è scattato il verde.
Probabile e non impossibile che sia andata così e io conosco fin troppe persone che sono così "furbe" (ed è il motivo che preferisco muovermi per i fatti miei: per personalità non riesco a pensare "e vabbeh" ma  "le la regola è così, è così. Se penso che sia sbagliata è un conto, ma se non lo penso, faccio la cosa giusta").
Dirò di più: conosco una storia analoga, ma al contrario. La vittima è sempre il motociclista: un giovane uomo che una sera passava col rosso. Il conducente della macchina che il ragazzo ha preso in pieno invece passava col verde. E' stato un incidente fatale e l'autista ha ripreso la macchina solo perchè aveva una famiglia da mantenere e non perchè non fosse letteralmente terrorizzato dalla sola idea di salire dentro l'abitacolo.

Ora compaiono anche i resoconti di come il ragazzo aveva affrontato la tragedia (giusto per la cronaca: a 22 anni sei un ragazzo, a 30 sei un uomo. Giovane ma uomo. sì, c'è differenza, per esperienze di vita e testa). Perchè ovviamente il ragazzo prima non non poteva parlarne in tv, non era un caso nazionale.
Il padre racconta come si fosse ritrovato solo e isolato (anche abbandonato) da tutti, ossessionato dall'incidente, tanto da pensare di non rendere più la macchina in tutta la sua vita. Non è uscito di casa per molto tempo ed era rimasto sconvolto sia dall'esperienza che dalle urla di vendetta contro di lui (e sarò brava: non ironizzerò sugli incitamenti che avrebbero detto se fosse stata una donna). Alla fine Italo poi non si è fatto scoraggiare e ha deciso di ricominciare a uscire e, al massimo, si muoveva con la bici.

Qui la seconda considerazione.
Qui nasce il giallo.
Di Leo afferma che lo vedeva sbeffeggiarlo in motorino, quando lui il motorino non l'aveva.
Quindi c'era qualcuno che lo faceva, godendo del suo lutto, conscio tra l'altro del fatto che l'uomo non lo riconosceva, coperto dal casco.
O peggio: qualcuno lo salutava per stima ed empatia per la tragedia e lui, nella mente alterata dal dolore pensava a una beffa e pensava che la beffa fosse fatta proprio dal suo "nemico".
Perchè la sua famiglia temeva che facesse un gesto estremo su se stesso, gesto che ha fatto: solo verso un altro.
Perchè tutti pensiamo di fare il minimo indispensabile e istigare alla violenza siano le soluzioni migliori. E con lui hanno fatto questo.

SONO TUTTI COLPEVOLI, ORA.

Terza considerazione.
Due cose, in verità.
Che dicono di sentirsi vicino alla famiglia D'Elisa e probabilmente, quando loro si sentivano allo stesso modo, gli hanno risposto (non ufficialmente) peste e corna. Ma non si può imputare loro l'incapacità di dare perdono, perchè per un grande torto, vi vuole un lungo percorso e ormai questo pretendiamo che non sia così.
E la cosa più raccapricciante: gli avvoltoi giornalistici che li perseguitano sperando in una dichiarazione in lacrime, manco fossimo tutti la strana famiglia di Gaber.


mercoledì 16 ottobre 2019

Notizie dal mondo, tanto che fanno pensare, ma forse troppo poche per fare qualcosa

(Questo articolo è stato scritto il 2 febbraio 2017 sul blog della sottoscritta Donna in Rete: una finestra sul mondo)



Credo sinceramente che ci siano note e informazioni che in questo periodo non possono che colpire il lettore.
Perchè tra le manifestazioni americane contro il proprio presidente, manifestazioni che non stanno cambiando le cose, ma almeno fanno esprimere le proprie opinioni (non come noi) e che li rende degni di rispetto per l'amore che dimostrano per quello in cui credono o che dicono di credere (ma lameno non si lamentano soltanto nascosti in casa), ci sono innumerevoli storie che non fanno altro che far pensare.
Ci sono Ray Johnstone che non vuole farsi abbattere dalla solitudine e dalla vecchiaia e che cerca dei nuovi compagni di pesca. Ha provato con Facebook, ma non ha ricevuto risposta, ma non si è arreso e ha messo un annuncio su Gumtree (sito popolare per gli annunci in Australia), sotto la dicitura "usato", il che denota anche un certo senso dello humor. Un annuncio che ha avuto migliaia di riscontri, dai vicini di casa e da persone anche più lontane, olre a imbarcazioni che lo vogliono ospitare sulla loro barca. Ancora ricordo amarmanete il vecchio romano che chiedeva di fare il nonno a una famiglia (e piangeva per la sua solitudine) e che poi ha finito per derubarla, ma mi consolo e credo ci sia ancora speranza nel mondo.
Un mondo sommerso che riemeprge, un po' come quello che dicono di aver trovato grazie alle rocce vulcaniche sulle isole Mauritius, che ancora permettono di sognare mondi nuovi senza cercarli fuori dal sistema solare, probabilmente soprattutto per le vittime di abusi in famiglia nel grande Stato/Continente che è la Russia, dove a quanto pare hanno rimosso dal codice penale russo il reato di "percosse in famiglia", declassandolo a illecito amministrativo, punibile con un'ammenda ridicola con un arresto altrettanto ridicolo. Un po' come il fondatore della Jingbei Investiment che denota solo di odiare e aver paura delle donne, non di avere ragione, a dimostrazione che il mondo arretrato è ovunque e in qualunque ceto sociale. In fondo si sa, di schifosi imbecilli ne è pieno il mondo ed è così pieno che comandano e impediscono al mondo di evolvere... poi ci si chiede perché dalla Cina scappano tutti.
Finiamo con il piangere in modi diversi le nostre amiche: Nadia Pulvirenti, che muore a 25 (venticinque) anni mentre svolgeva il suo lavoro di riabilitatrice spichiatrica e che è stata accoltellata dal suo paziente e mentre sdrammatizzano dicendo "sapeva i rischi che correva", quando in certe strutture dovrebbero stare attenti e no, non te lo devi aspettare, i suoi familiari chiedono al suo spirito di aiutarli a imparare a perdonare. Perché il perdono non è qualcosa che di lungo e tortuoso, qualcosa che è personale e che nel perbenismo buonista dei nostri giorni è del tutto abusato dando sempre ragione al male e mai alla vittima di quel male. Se la si smettesse di farla così facile con l'idea di perdonare e ci si interessasse di più di star vicino a chi soffre... magari Fabio di Lello non avrebbe ucciso l'assassino di sua moglie, non avrebbe passato questi mesi struggendosi dell'amore che tutti sogniamo di avere e che lui ha perduto, perchè forse avremmo più fiducia della giustizia. Anche se, lo so, in Italia è una parola vuota.

E concludo con la felicità degli animalisti, dove i falchi viaggiano in aereo meglio delle persone normali. Basta avere i soldi.

















martedì 15 ottobre 2019

Saluto a un grand uomo

(Questo articolo è stato scritto il 9 novembre 2016 sul blog della sottoscritta Donna in Rete: una finestra sul mondo)



Questa notte è morto Umberto Veronesi.
Penso sinceramente di non poter far altro che rendergli omaggio.
Ci sono rimasta male.
Penso con tutto il cuore che il mondo intero ha perso un grande uomo, oltre che n grande scienziato.
Personalmente, trovo la cosa particolarmente sentita, perchè il tumore al seno è qualcosa che mi tocca da vicino.
Contrariamente alla maggior parte delle mie coetanee, io ho dovuto cominciare a controllare i linfonodi e il seno in generale da prima dei trent'anni. Mia sorella, infatti, giusto ieri ha subito l'ennesima operazione per colpa di un tumore al seno. La sua situaizone non è facile, ma hanno tolto tutto quello che c'era da togliere e sono ottimisti, ora bisogna solo affrontare la (lunga) convalescenza.
Io pure se le cose vanno male, dovrò togliere una ciste a dicembre (se è cresciuta... e dopo i trent'anni non possono formarsi e questa è l'unica che si è formata di dicembre).
Se non fosse stato per Veronesi la situazione delle donne, di tutte le donne nella situazione di mia sorella non sarebbe stato persino più orribile di quella che devono affrontare ogni volta che si trovano di fronte a quel mostro oscuro che le divora da dentro.
Gli uomini non possono capire cosa vuol dire il tumore al seno per una donna. Veronesi però era di una sensibilità diversa. Probabilmente ha visto il trauma psicofisico delle sue pazienti quando subivao l'asportazione totale del seno e ha capito che la sopravvivenza è una cosa, la vita è un'altra.
Poi l'altra azione geniale, il lingonodo sentinella. Lo controllano sempre, sapete? Ogni volta che fai un'ecografia al seno.
Certo, io ho amiche che me ne parlano come se la loro dottoressa fosse l'unica degna di nota perchè lo fa, ma è un'azione che è automatica per tutte le donne e per tutte le donne dai trent'anni in su.

Quando sento le pubblicità che favoleggiano all' "eccellenza italiana" io mi urtico spesso... perchè per me l'eccellenza italiana è Umberto Veronesi, è l'unico livello di cui si può parlare di eccellenza.
L'eccellenza italiana sono tutti quelli che si impegnano, metodicamente, con passione, per poter andare a dormire sentendo di aver fatto un piccolo passo verso il lavoro fatto in maniera corretta.
Che non è solo l'oncologo o il medico di turno (che poi pensano fin troppo spesso di essere degli dei senza motivo e trattano spesso i pazienti come dei mentecatti), ma è chiunque faccia il suo lavoro in maniera seria, senza distrazione e non in maniera affettata, perchè che sia piantare un pomodoro, allevare un bambino, portare al pascolo le bestie, difendere la sicurezza delle strade, vendere un vestito o costuire case, bisogna farlo bene alla stessa maniera, se no non ha senso farlo.

Perchè tutti i lavori sono importanti: essi danno dignità. Una parola di cui si abusa e che sta perdendo significato.

Ma Veronesi... Veronesi aveva dignità e ha aiutato perchè anche i malati la mantenessero.


Amen

venerdì 11 ottobre 2019

American Election - un finale prevedibile.

(Questo articolo è stato scritto il 09 novembre 2016 sul blog della sottoscritta Donna in Rete: una finestra sul mondo)


E mentre progetto i nuovi articoli, le elezioni americane hanno influenzato anche me.
Ormai da mesi ci hanno scassato le scatole sull'argomento, anche più del referendum che, oggettivamente, è per noi molto più importante.
Mentre in casa si parlava dell'argomento, la speranza di tutti - manco si decidesse il nostro governo, anche perchè per noi sono sempre i soliti parassiti - era che vincesse la signora Clinton.
Il motivo è ovvio: democratica, con le palle al posto giusto (ai lati dell'utero) e un pedigree di tutto rispetto.
Io però continuavo a dire: tanto vincerà Trump.
E avevo ragione.
Quando questa mattina mi sono svegliata, e ho sentito il telegiornale dal televisore acceso da mio padre già sapevo come avevano deciso di governarsi gli americani, anche se prima di vedere il faccione del vecchio avevo ancora avuto una piccola speranza.
Ma il motivo è semplice e lineare e non riguarda la politica o la campagna elettorale che questi due hanno fatto.

Riguarda gli americani.

Quando la signora Clinton si è candidata contro Obama si sapeva che avesse poca speranza. L'ex senatore afroamericano era in primo luogo un uomo afroamericano, poi aveva un'attività sociale-politica alle spalle che riguardava le lotte di classe e le manifestazioni dei diritti civili.
Per quanto anche la signora Clinton avesse un backgroun notevole, non poteva vincere contro il fascino evocativo di un uomo del genere, con un motto poi che ha fatto sognare tutti e di una semplicità carica di una forza che le masse, ma anche l'individuo non può fare altro che amare.

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Poi l'abbiamo vista correre contro altri uomini e vincere, ma vincere a stento.
Ora voi direte, anche Trump ha vinto a stento. 
Sì, ma ha vinto contro altri uomini.
Ed è qui il gioco che lo ha portato poi alla vittoria: se fosse stata un uomo Hilary sarebbe stata a capo del mondo già 8 anni fa.
Perchè quando si sono confrontati un misogino milionario razzista (che in politica è un parvenu) e una donna tenace, vince il primo.
Soprattutto in un paese che gareggia con l'Italia in quanto, non tanto razzismo, quanto misoginia.
Perchè se già otto anni fa la bionda ex first lady ha perso contro un uomo di colore, non avrebbe mai vinto contro un ricco uomo bianco.
E come chiedersi in Italia vince una Bonino o una Bindi quando abbiamo un Berlusconi?
Perchè sì, si può dire che Trump sia il Berlusconi americano.
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Fatti con lo stampino


Dio li salvi davvero a 'sto giro.
Sicuramente, da bravi amanti del video, vi sparate come tutti le serie televisive americane,
E osservate bene come è fondamentale il maccismo che inculcano che è paragonabile solo al nostro periodo fascista. 

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Fatti con lo stampino


Se fosse poi una scelta personale potrei anche capirlo, ma è come quando guardo mia nipote che mi dice "lo so, sembra strano che io voglia uno skateboard" o "lo so, è strano che il mio colore preferito sia l'azzurro"... perchè doveva stare sempre composta e delicata. 

Magari pure muta. Hai ipinioni? Mica conta, quindi evita.

L'uomo nell'immaginario americano è un uomo duro, solo, imbecille ma assolutamente intelligente e in questo superiore alla donna che gli sta al fianco e che si ritrova se non totalmente asservita, del tutto spalla anche se ha un ruolo di comandante, o è una scienziata di fama mondiale, o...

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(ne avrei altre... ma non ne ho voglia)



La stessa amatissima Wonder Woman (lasciamo perdere l'errore concettuale fatto dal suo creatore al suo concepimento e le diatribe al riguardo) è una mera spalla di Batman e Superman nel Trio Divino (scusate ma se uno chiama quel gruppo Trinity, è palese il riferimento e la stessa DC non lo nasconde di certo) in cui seppur sia la più forte (in altri fumetti come Injustice lei stessa è la più forte e solo Superman dei tre non l'ha mai capito - ci sarò un motivo?) è sempre subordinata a loro tre. Perchè? Domanda retorica!

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Loro la donna la vogliono ai fornelli e relegata in casa. Nè più, nè meno.
Solo che noi le chiamavamo "custodi del focolare" (e lì dovevano rimanere), loro le chiamano Soccer Mom. Fossero almeno bravi nel calcio...

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La stessa serie che ha spopolato dal '98 al '04, Sex and The City, parla semplicemente di donne che cercano un uomo, per quanto possano essere affermate o no come individuo: senza un uomo non potevano avere una ragione. L'ideale collettivo infatti è che vogliono tutti una Charlotte, ironico che Kristin Devis sia estremamente contraria al suo personaggio, secondo cui una donna non deve mai realizzarsi tramite il marito e avere questo come unico scopo. E tutte, se non quasi tutte, le donne che compaio nel programma, appena trovano marito, mollano il lavoro e si preoccupano di gestire la casa, magari in periferia (l'emblema di quelle che non l'ha fatto, infatti, è poi stata tradita... anche da uno dei migliori uomini incontrati dalle protagonista).

Una donna sarà sempre un'eterna seconda. Sorpratutto in quella che si autoproclama la Repubblica di Dio. Davvero si aspettavano che vincesse?

Non che ora noi siamo messi meglio....
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lunedì 7 ottobre 2019

Lucine da... pc ma anche no

(Questo articolo è stato scritto il 28 ottobre 2016 sul blog della sottoscritta Donna in Rete: una finestra sul mondo)


Questo post è diretto a tutti quei pazzi furiosi che, come me, hanno la paranoia che tutto possa succedere e che, per davvero, con la propria macchina si possa vivere qualunque avventura (o come nel mio caso) tutte le sfighe possibili e immaginabili.
Nella mia macchina, infatti, ho un po' di tutto:
- 5 euro di scorta per la benzina qualora rimanga a secco per tornare a casa e mi ritrovi senza soldi (5 euro usati e riusati almeno una decina di volte, a dire il vero e che ogni mese rimetto nella speranza di non usarli).
- 1 coperta ignifuga (ho la paranoia che un giorno la mia macchina si surriscaldi).
- 1 coperta normale (se parto che fa troppo freddo: dalle mie parti se ci sono dei begli inverni nevica e nevica tanto).
- 1 set per la pulizia dentale e personale (questo è dato anche dal fatto che se dimentico qualcosa quando vado a dormire fuori un paio di notti, quella cosa che dimentico è proprio lo spazzolino)
- 1 magione (caldo) e una maglietta di scorta...

Sì, lo so è quasi ridicolo. Ma è come avere le borse della spesa nel bagagliaio: può sempre capitare di averne bisogno. E a onor del vero almeno la metà delle cose sopra citate è statisticamente probabile che venga utilizzato nel giro di un anno (soldi e set di igiene in primis).

Di recente alle mie piccole novità che non posso non condividere.
Questa volta voglio parlare proprio di una di queste due perle, per la seconda mi preoccuperò di tenere il riserbo fino a quando non avrò conferma della sua utilità.

Voglio infatti parlare della Luce Led Bianca per presa USB ad alta Luminosità.


Ho dei sentimenti contrastanti su questo piccolo aggeggio.
In primis devo ammettere una cosa innegabile: fa una bella luce ed è quasi notevole nonostante la piccolezza delle dimensioni. Perchè è un oggettino davvero minuscolo.

Io quando l'ho preso, però, mi aspettavo di poterlo collegare al cellulare tramite il cavetto adattatore adeguato (in modo da tenerlo sempre pronto in tasca) e invece no.
La cosa mi ha urticato un po', ma poi ho optato per una cosa piuttosto utile per chi, come me, ha una macchina a tre posti e una luce centrale (quella classica per poter vedere al buio) piuttosto scarsa (la Fiat l'ha fatta tanto bella e cara, la mia macchina, ma se cerco qualcosa nei sedili dietro o sotto non ha dato una luce molto utile) da non essere particolarmente utile, questa luce invece sopperisce alle mie esigenze.
Nei fatti tra i cavi da ricarica per cellulare e simili, ora c'è anche l'adattatore e, lo ammetto: è comodo.
Non lo tengo collegato al pc per un ovvio motivo: la luce a me serve per illuminare solo ed esclusivamente la tastiera e troverei poco utile una luce che, comunque, risulta così laterale.

Lo so, praticamente potrei dormire nella mia macchina... ma è la mia unica proprietà e non è detto che un giorno non possa capitare. E fidatevi: una luce è sempre utile. 

domenica 6 ottobre 2019

Autocelebrazione a dio del maschio

(Questo articolo è stato scritto il 25 settembre 2016 sul blog della sottoscritta Donna in Rete: una finestra sul mondo)


L’autoproclamazione di dio e l’autocelebrazione del maschio non mi sorprende.
Purtroppo sta diventando un problema: non sorprendendosi più di qualcosa non ci si indigna più e se non ci si indigna più… si manda tutto a puttane.

Questa volta andiamo in provincia di Brescia a Borgosatollo.

Infame (così chiameremo il quarantaduenne in questione) è l’esempio eclatante di tanti infami del mondo.
Infame era solito picchiare la moglie, tanto che se cerchi online parlano di “abitudine a risolvere diatribe coniugali”. Nessuno se ne preoccupa quindi e tutto sarebbe andato tutto bene (il che è davvero tutto dire) se non fosse stato che il 25 agosto scorso era stato particolarmente violento arrivando a fratturarle uno zigomo e l’ha segregata in casa. Donna (così chiamo ora la vittima trentaquattrenne) si è quindi ridotta a un’apatica creatura pronta ad accettare tutto pur di non subire ulteriori maltrattamenti: le aggressioni infatti come la maggior parte delle volte in questi casi, avviva per le questioni più banali.
Un vero Infame, non c’è che dire. Anche perché Donna, da quando Infame aveva perso il lavoro, si occupava di tutto in casa. L’inutilità di Infame come essere umano quindi sembra volersi giustificare dalla sua sensazione di non essere più il capo del mondo e per rilassarsi menava la compagna.
Futili motivi è infatti segnalato anche nel rapporto dei Carabinieri di San Zeno dopo che questi sono intervenuti.
Il là ai tutori dell’ordine è stata data da una segnalazione di un conoscente (che chiamerò Uomo) della coppia che era venuto a conoscenza della cosa si è comportato come una vera persona e ha deciso di informarli sui fatti dopo che Infame lo ha messo a conoscenza delle sue azioni.
Infame, infatti, aveva condiviso la cosa con Uomo e altri amici (anche colleghi di Donna), vantandosi addirittura di avere delle prove della violenza e si è procurato dei trofei come ogni bravo Serial Infame fotografandole le ferite, mandandole poi condividendole con gli amici.
Donna, raggiunta dai Carabinieri, ha quindi raccontato e dato un senso alla ricostruzione dei fatti e ha formalizzato la denuncia contro Infame che è stato arrestato ed è finito in carcere e lì sta in attesa del processo, dove dovrà rispondere di maltrattamenti in famiglia, lesioni e sequestro di PERSONA (perché sì, non illudetevi, anche le donne sono persone).

Ci sono delle domande però che non possono che non assillare la mia mente.
Uomo ha denunciato. Secondo i dati non era la prima volta che dava in giro le fotografie della sue Infamità, ma non c’è molto da chiedersi, se è vero, perché non l’ha fatto prima o perché non è intervenuto: l’intervento lo avrebbe reso passibile lui stesso di denuncia e l’altro può essere passato dall’essere convinto a uno scherzo, per poi essere turbato fino a prendere la decisione di intervenire e al diavolo se gli dicevano che non poteva farlo (capita anche questo in Italia).

Ma gli altri?

Io di mio li denuncerei tutti per concorso in aggressione e rapimento.

sabato 28 settembre 2019

Basta dire no allo sharing

(Questo articolo è stato scritto il 16 settembre 2016 sul blog della sottoscritta Donna in Rete: una finestra sul mondo)

Come tanti altri siti, io pure cado nel clichè di parlare della violenza telematica perpetrata ai danni di DONNE.
La prima a una mia coetanea (quindi sento una connessione emotiva data dal "potrei essere io") che umiliata per gli insulti subiti si è ridotta a trovare rifugio nell'atto più estremo.
La seconda è invece solo una diciassettenne (e qui arriva l'istinto di protezione: "potrebbe essere mia nipote") e quindi potrei dire che donna ancora non è, è poco più di una giovane ragazza, tra qualche anno la considererò praticamente una bambina (quando mia nipote, appunto, avrà quell'età).

Tutto poi è considerare la questione di una violenza data dal (mal) costume italico e un'altra che ha l'aggravante di quella fisica.

Qui infatti parlo dello sharing: la condivisione a terzi di immagini che non sono tue.

La questione è lo sharing: hai chiesto il permesso di diffusione? No. Allora non lo diffondi.

Io per prima ho ricevuto un filmato di un ragazzo che per salvare un albero ci è salito, fermando il traffico (la persona che poi mi ha inviato il link, oltre a conoscerlo, era una di quelle che si è ritrovato nella via del fatto ferma in macchina).

Il video è reperibile su facebook, fino ad arrivare al giornale locale.

Personalmente, visto che le sue azioni (dettate da ottime intezioni) hanno portato a far muovere qualcosa, prima dell'arrivo degli articoli online volevo pubblicarlo io con tanto di video.

Non l'ho fatto.

Perchè? Perchè volevo che si vedesse quel video, volevo caricarlo e diffonderlo. Non fare un altro articolo così, per mettere una pagina in più. 
Quindi ho chiesto se potevo farlo e mi è stato detto di no. 
Il video mi era stato passato su whatsapp perchè io non avevo facebook (dove mi avevano detto che stava diventando praticamente virale tra i concittadini) ed era un video che testimoniava l'operato (o meglio il non operato) dell'amministrazione pubblica e dello scempio botanico conseguente e che voleva far smuovere le acque, cosa che era già successa prima del mio articolo: il protagonista del video è stato convocato in comune (e vedremo come finirà). Ed era una cosa che fa dire "avrei voluto farlo io", quando guardi quel video.

Non era qualcosa che sapevo che, una volta pubblicata, avrebbe umiliato il soggetto ,sapendo che sarebbe stato deriso, ma comunque ho chiesto il consenso.
Ho chiesto anche quello di diffonderlo su whatsapp, tra l'altro.
Non serve un genio, non serve neanche essere una buona persona. 
Basta essere una persona.

La prima vittima dello sharing negativo è Tiziana.
Lei è una normalissima ragazza di trentun'anni che ha fatto quello che in molt fanno, ma che nessuno dice di fare ammantandosi dello stesso onore degli ipocriti: un sex tape.
Adesso, sappiamo tutti che l'idea di essere attorni porno (o dotati come attori porno) piace al 99,9% degli uomini, se no non avrebbero fatto un reality show con il signor Siffredi e, soprattutto, non conosceremmo mai il nome di Rocco Siffredi. Il signore in questione poi viene ammantanto dalla gloria che si danno agli attori del grande cinema e ai calciatori, mentre una corrispondente femminile vive inondata di volgari risatine della serie "so che ti piace, viziosa" (geni, vi svelo un segreto: se il sesso non piacesse alle donne, ci saremmo già estinti).
Che poi è vero: la donna media non è entusiasta di farli, ma li fa e solo per far contento l'imbecille con cui hanno una relazione, come se la propria opinione non fosse importante. Ci sono poi quelle che lo fanno volontariamente perchè trovano la cosa deliziosamente erotica.
E, vaffanculo, ci sta: se l'idea piace a un uomo, perchè non dovrebbe piacere a una donna?

Sai cosa ti dico bigotto vizioso?




Il problema, nei fatti, è stata la condivisione del video che è finito sul web con tanto di nome e cognome e gli insulti pesanti che ne sono arrivati.

Iporcrite mezze seghe, evitate i finti perbenismi del vademecum di come si dovrebbe comportare una donna, che avete rotto, che siate uomini o donne non m'interessa: dovete finirla, perchè solo perchè non vi piace quello che vedete quando vi guardate allo specchio e nessuno lo farebbe con voi, non vuol dire che dovete vomitare la merda che avete dentro agli altri.Italiano medio? Non sei lo stallone che il resto del mondo ancora pensa che tu sia, sei solo una eiaculazione sempre più precoce, piuttosto.

Ora. Sua madre dice che la figlia era "plagiata" altimenti non l'avrebbe mai fatto.
Perchè, appunto, per compiacere l'italiano medio si torna all'idea che "una brava ragazza (come sicuramente era lei e qui non si mette in discussione) non l'avrebbe mai fatto".
La domanda è? Perchè no?
Era il suo ragazzo, quello? Sì? Bene.
Era un ragazzo che gli piaceva e basta? Sì? Bene.

Non c'è stato il suo consenso di metterli online? No? Male.
Antonio Iacuzio
Enrico Iacuzio
Christian Rollo
Antonio Villano

Fate schifo.
Immagino che le vostre vite fallite vi abbiano dato soddisfazione solo in quel momento, quando sapevate di stare per rovinare la vita a una donna.
Non usate la mia morale contro di me: sappiamo già che io non l'avrei fatto non perchè non lo doveva fare lei, ma perchè non era da fare. Il sistema morale attuale in Italia è tale per cui 
E perchè non ci sono gli altri nomi?
Punto.
Sapevi perfettamente che la cosa avrebbe leso moralmente quella Persona e hai scientemente deciso di farlo.
E' uno stupro.

Giudice che le ha detto che deve pagare lei?
Devono indagare anche te, lo sai, vero?
Sai che non sarebbe stata lei a dover pagare, ma piuttosto il sito che non aveva il consenso firmato dei soggetti dell'opera? 
E/o chi ha messo il video sapendo di non averli?
Non ci vuole essere un bravo giudice per saperlo.
E ti paghiamo con le nostre tasse?
Ma non ti vergogni?
Sei fortunato che non so il tuo nome, se no riempirei il web col tuo nome con l'accusa della misoginia e dell'assoluto arbitrio e abuso che fai del tuo ruolo per avvalorare tesi assurde e anticostituzionali.
Fai schifo.
Come e quanto loro.
Ti sei divertito?
Immagino di sì. Voglio il tuo licenziamento e la radiazione dall'albo se esiste un albo dei giudici.

I giornalisti dicono "ma pensavamo fosse una che voleva farsi pubblicità"?
No, davvero, questa come la posso commentare se non con la speranza che vi venga almeno un attacco di diarrea verde (e che quindi vi cloniate in questo modo)?
No, davvero, e poi rendete impossibile diventare giornalisti se non si ha fatto cosa? L'università per i falliti?



Che poi non finisce qui, ovviamente.
Ma mi permetto solo di dire una cosa (forse solo una) sulla questione di Tiziana: Selvaggia Luccarelli, sei una signora. Io ad Antonio Leaf Foglia avrei non solo augurato quello che lui e vorrei ricordare anche che la Filarmmonica di Salerno che hanno tutti i presupposti per un licenziamento (non so se definito per giusta causa) in quanto la sua pubblica appartenenza alla loro società e la lesione che le sue azioni hanno fatto alla reputazione di questa, darebbero un buon motivo per farlo.

Ma si sa... è un uomo, quindi come al solito si salva.










E ora passiamo all'anonima ragazza di 17 anni.
Immagini che i giornalisti ci stanno male a non poter dire il loro nome, sospirarlo con piacere mentre raccontano la sua tragica storia.
Persona, così la chiamerò io, ha subito violenza qualche giorno fa in una serata in discoteca.
Che questo genere di cose non sia una novità è fin troppo ovvio dirlo.
Che si stiano chiedendo se lei avesse bevuto troppo o cosa pure, come se questo giustificasse la cosa.
Immagino che per voi Esseri Immondi, bere qualcosa di più vuol dire "Stuprami".
Perchè lo sappiamo no, di chi è davvero la colpa? Stupratore (che a quanto si dice è un ventun'enne albanese) aveva tutti i diritti, no? 
Ma lo notate il disgusto che suscitate a un individuo normale?


Mentre le ultime novità vogliono che Stupratore le abbia fatti visita nei giorni successivi all'aggressione sessuale per essere sicuro che non si ricordasse nulla, cosa che non è allarmante, è decisamente agghiacciante, ma che ironicamente non risulta così stridente come per l'altro fatto.

Le amiche hanno filmato e condiviso.
Le amiche di lei, non di lui.

Il mondo alienante dove viviamo ha fatto questo alle diciassettenni d'oggi?

Perchè ancora oggi io mi crogiolavo nell'illusione che questo servizio delle iene ancora funzionasse a distanza di 5 anni (cosa volete che vi dica, forse sono solo un'eterna ottimista ben nascosta), mi arriva questa coltellata. Non immagino (perchè non ce la posso nè voglio farlo) come si senta lei.

Orribile, Mostro, Immonda, Lurida, Fallita sono le cosiddette amiche di Persona sono così coscienti e consapevoli (quindi non ubriache) da filmare tutto e passarsi il video su whatsapp.
Video che arriverà il giorno dopo anche a Persona.

La brava e bella Orribile, autore del video, affermerà poi:
Ero ubriaca anch'io e non sapevo cosa stesse succedendo lì dentro. la porta comunque era chiusa.

Ok, va bene, Orribile. Ci voglio credere (ma questo lo diranno le inquadrature che hai fatto se sono davvero così poco inquadranti) ma poi cosa fai? Lo diffondi?
E quella sera? Quando l'hai vista? Cosa hai fatto? Un applauso?


Giusto per la cronaca: lo sai che per lo meno sei imputabile di diffusione di materiale pedopornografico (ancora l'anagrafe non mente)? Lasciando perdere tutto il resto: ovvero che sei palesemente complice di uno stupro? Pechè non eri così poco lucida da capire cosa stava succedendo, quindi hai avvalorato l'azione di Stupratore.
Va bene, no. Abbiamo capito: in quel momento non avevi capito cosa succedeva...
Come no.
Tu, Mostro, Immonda, Lurida e Fallita non l'avete capito.
Ma appena avete visto, subito ve lo passate e lo passate agli amici.
Questo sì che è essere delle grandi.

Ah, se eravate di più, ditemelo: ho altri epiteti che si addicono benissimo a ognuna di voi.


Concludo con Jo Squillo.
Perchè?
Perchè questa subrettina inutile e mediocre che ha fatto strada solo grazie all'amichetto di allora e che ha portato nelle televisioni italiane la versione patinata del punk nostrano (io sto col Marco Philopat di allora, per intenderci) ha pubblicato un video che lei ora di dice "di denuncia per la situazione orribile che le donne italiane vivevano in quegli anni, dove non potevano girare - da sole - in metropolitana a milano", ma che in molti video si vede fin troppo contenta di essere in tv, per non essere (nel testo e nell'espressione esaltata che ha in molti live dell'epoca) un'espressione estremamente concorde dell'idea che ormai sembra che gli italiani abbiano sullo stupro.



lunedì 23 settembre 2019

DI IT E DEI SUOI LETTORI

Non era ancora uscito il Secondo Capitolo di IT di Stephen King, ora nelle sale, quando cominciai a tentoni a leggerne il libro.
L'ho letto un po' a singhiozzi, soprattutto la prima parte. Non ho molto tempo per poter leggere, quindi spesso ho letto qualcosa che mi sentivo più congeniale.
Negli ultimi giorni, però, mi sono concentrata sulla sua lettura e quasi tutte le ultime sere, prima di collassare nel mondo dei sogni, ho passato qualche minuto a leggere. Uno-due capitoli, raramente di più.
Non starò di certo lì a farne un riassunto, ma qui racconterò altro.

Vedete, come tutti quelli nati negli anni '80, io il primo film di IT l'ho visto che ero bimbetta. E quello è stato, per anni e anni, il mio unico approccio al film.
Bella storia con mostri, sì, ma quel pagliaccio non era certo più terrificante di quello del Mc Donald's (di cui non metterò l'inquietante foto)

Ero alle medie quando sentii parlare del libro. Fu con la madre di una mia compagna di classe (una donna non particolarmente convenzionale - nel suo essere una donna divorziata, all'apparenza indipendente, con figlia e vita propria - ma che manteneva sempre un certo livello di perbenismo un po' bigotto da paesana coatta - non sciatta, sicuramente non è mai stata una donna sciatta...) che raccontò di come non era riuscita ad andare a leggere più di una cinquantina di pagine perchè era davvero terrificante, ma che ricordava, comunque, che il "teppista disadattato" della storia, all'inizio, è protagonista di una scena omosessuale. Lo disse con l'imbarazzo di chi racconta qualcosa di sconveniente a un coetaneo e non tanto alla figlia e una sua amica... Col senno di poi mi chiedo il perchè di tanto imbarazzo: non era lei che raccontava di una sua avventura saffica, prima di Madre Teresa. Notai anche un (non tanto) velato avvertimento di non leggere quell'osceno libro che ha dentro tutte cose... pruriginose oltre che stridenti. Siamo seri: a un ragazzino non puoi dire "non leggere il libro, fa paura".
Ricordo che io aggrottai la fronte e pensai: "non c'è questo nel film".


Il tempo passò e non lo comprai, né lo lessi non per gli avvertimenti di quella signora, ma piuttosto per una questione sia economica che di numeri. Troppo lungo e troppo costoso.
La vita è sempre stata troppo breve... e i telefilm più interessanti.
Poi si arriva a tre anni fa e la moda anni 80 rilanciata da Strange Things... e da questa moda il ritorno di It e dei Sette fortunati.
Il primo film andai a vederlo a una programmazione organizzata per i suoi fan lettori.
Ne ho già parlato qui, quindi passo oltre.

Però anche qui c'è un racconto ulteriore.

L'amico non rimase particolarmente deluso, non tanto perché amante del libro (mai visto neanche i primi film)  che non ricordava il libro, ma comunque Beverly se li faceva tutti.
Non ricordava nulla della dinamica, ma si ricordava che lei se li faceva tutti.



Io lì gli dissi semplicemente:
"Ma non c'è nel primo film" (e grazie a Dio... quelli erano davvero 11-12enni) "e hai visto anche tu che non c'è niente in questo".
Sì, avevo proprio questa faccia

L'anno scorso saltò fuori anche con amici di amici. La coppia ricordava il libro. Lui era un appassionato dei libri di Stephen King e ha dovuto rallentare la lettura da qualche anno solo perchè con due bambini non era facile (praticamente impossibile) avere la possibilità di leggere la sera come un tempo.
Lei non ricordava molto il libro (vagamente la parte omosessuale ma non ne era neanche così sicura) e sinceramente neanche lui se non che... lei se li faceva tutti.

Gli chiesi se si ricordava delle scene omoerotiche ma lui rispose di no.


Fu solo qualche mese dopo che cominciai la lettura (non che non avessi decine di altri libri pronti a essere letti) e ora eccomi qui a tirare le somme.
Un po' lo ammetto: l'ho fatto per vedere se erano per lo meno vere le cose che ricordavano o era solo perché la loro mente li faceva galoppare con la fantasia. Mi è capitato fin troppo spesso di recente...

All'inizio sì, ci sono degli omosessuali, ma di Bowers neanche la minima traccia. Parla della prima preda di It nel 1985.


Se googolate però i personaggi di It, scoprite che in effetti qualcosa c'è, ma è praticamente alla fine.
sì... a qualcosa come "pagina 999". Praticamente alla fine. 



Lì ho cominciato a pensare che forse pure l'unica cosa ricordata dai maschi... fino a quando Beverly non ha un'illuminazione.
E purtroppo il signor King ne scrive...



Io me li sono immaginati, quei due uomini lettori, lo sapete? che sgranano gli occhi e stringono le labbra a buco di gallina mentre leggono, somigliando incredibilmente a certe ragazze nei selfie che loro prendono in giro (come la volpe con l'uva) e continuano a leggere morbosamente. Io ho pensato a qualcosa di simile a un "What a fuck?!" perchè per quanto avessi capito il senso e il motivo
della cosa, non ho apprezzato il modo sbrigativo in cui ha affrontato il modo in cui Bev ci arrivava. Sembrava che semplicemente, l'autore volesse finire in fretta il pezzo per dedicarsi piuttosto alla descrizione della scena. Triste, visto le pagine e pagine sprecate a descrivere cose del tutto inutili e che potevano essere esaustive con metà delle parole.




Io?
Io penso che come minimo 1/4 del libro poteva essere evitato. Ha appesantito la lettura.
Per quanto scorrevole (per bravura di autore e traduttore) non mi ha particolarmente appassionato leggere cose che alla storia hanno dato ben poco.
Conosco persone che lo hanno mollato a metà perchè era tremendamente pesante (persone che un libro di questa mole se lo leggono in pochissimo) e che sono più terrorizzati di perdere altre ore per leggerlo più che della storia in sé.
Non sarei così lapidaria, ma non posso neanche non capirlo.
La storia è bella, abbastanza coinvolgente, ma ... boh


Ci sono alcune parti un po' stomachevoli, magari... ma ho sempre dormito benissimo.
Ho però apprezzato le scene finali del combattimento e li ho trovati più coinvolgenti di tutto il resto del libro che ha indubbiamente gran belle scene, ben descritte e avvincenti, che non mi hanno fatto chiedere per l'ennesima volta perché perdere tanto tempo a leggere certa merda. E io ne ho letta.
E posso sinceramente dire che la parte di Ben e le uova...



Ho però apprezzato il tema di fondo e credo sinceramente che da una parte avrei apprezzato di più il libro se non avessi già conosciuto la storia, dall'altra è stato il conoscerla che mi ha fatto andare avanti: sapevo che era bello. Un po' pesante e a tratti noioso, ma una bella storia e volevo leggere la fine in cui Ben (il mio preferito) se ne andava verso il tramonto con la sua bella. Anche lì... gli avrei dato più spazio, piuttosto che di altre parti (di cui sopra). Io ho sempre parteggiato per Ben.

Un'altra cosa che non ho apprezzato è la ripetitiva questione della loro predestinazione momentanea. Il dover ripetere che erano loro e solo loro.
Succede troppo spesso... a metà libro ho sbottato: "lo abbiamo capito!"
Non è bello... avrei preferito il sottinteso.

Per il resto... Boh.
Avevo solo voglia di condividerlo e di dire un'altra cosa.

La terza stagione di Strange Things (ne parlerò) non avrebbe avuto senso senza Dustin e Stive. Mitici!

Gli anni '80 non sono mia stati così belli

(Questo articolo è stato scritto il 10 Novembre 2017 sul blog della sottoscritta Donna in Rete: una finestra sul mondo)

Sul serio, parliamoci chiaro. Chi ci è nato e chi ci è vissuto lo sa: gli anni '80 erano oggettivamente una merda sul piano estetico. Non ci si accorgeva dello schifo? Vero, ma ti viene da piangere a ripensarci o rivedere certi reperti.
Persino i bambini erano orribili e i bambini sono sempre bellissimi.
E io ero una bambina, quindi mi insulto, ma a ragione.
Poi la mia generazione è cresciuta e come noi siamo stati costretti a vedere robaccia ambientata negli anni '70, ora tocca ai "figli dei nostri fratelli maggiori" dovranno sorbirsi i nostri tempi.
Per fortuna ci sono delle chicche spettacolari.
IT, ad esempio, è un film horror che dimostra palesemente come se dei ragazzi sono rappresentati in maniera contemporanea sono diversi da come è l'interpretazione dei costumi se il film è fatto trent'anni dopo. E ci ha guadagnato. 
Ma non voglio riparlare di IT, ma di un'alta perla.
Degna figlia dei Goonies, come già l'ho definita a suo tempo, Stranger Things è la serie anni '80 più anni '80 che potevano fare, ma che allo stesso tempo è un fantascientifico di livello.

Ma non starò a riparlare della storia sin dall'inizio, ci sono troppi siti che ne trattano (primo tra tutti...) e io ne ho parlato in precedenza, ma piuttosto il commento a caldo della seconda serie.
Purtroppo l'ho vista a pezzi e non mi sono goduta la maratona che in molti saranno sicuramente riusciti a fare (Dio, come vi invidio!) e ora paleserò al mondo la mia sola opinione.

E' la classica seconda serie, quella che si può definire una serie cuscinetto.

Nella prima serie, infatti, si vede che c'è molta più definizione di tutti i personaggi. In questa serie invece si sono guardati attorno e hanno deciso come procedere in futuro. Avevano palesemente bisogno di mettere ulteriori personaggi che aiutavano a proseguire e ravvivare la storia e non farla morire in maniera indegna, nell'eventualità - soprattutto - che questa sarebbe proseguita per un certo numero di serie: anche solo tre. Visto che, se non ricordo male, hanno deciso di proseguire fino alla quinta, capirete che c'era bisogno di... carne fresca.

Personalmente ho trovato piacevolezze e qualche noia.

E qui cominciano un paio di spoiler. Se non volete leggerli, guardate subito l'ultimo paragrafo.

La Ryder non mi è mai piaciuta come attrice, e vabbeh.
David Harbour, non ho ancora capito dove l'ho già visto o se invece ha solo una faccia comune, ha una figura più marginale della prima serie, ma comunque piacevole.
I Quattro ragazzini dell'Ave Maria mi sono piaciuti come nella prima serie, e sono effettivamente cambiati come si dovrebbe cambiare in un anno di vita.
Undici è deliziosa come al solito. Personalmente non vedo l'ora di vederla recitare da qualche altra parte.
I tre del Triangolo No adolescenziale sono identici a prima nel carattere e nelle dinamiche. Diciamo che gli autori hanno voluto strizzare l'occhio alla coppia latente della prima serie, ma allo stesso tempo hanno fatto davvero qualcosa di delizioso con il "Re". Personalmente nella prima serie quasi c'ero rimasta male che non fosse morto, ma alla fine di questa seconda serie devo ammettere di essere una sua fan. Anzi: lo preferisco all'artista che, diciamocelo, per quello basto io (e non serve conoscermi per commentare "che cretina", tranquilli, me lo dico da sola). Concludo con loro dicendo che lei... è trascurabile, ma in linea con il personaggio e non ha cadute di trama.
I nuovi personaggi sono relativi in importanza e piacevolezza.
La sorella di Undici e i suoi amici sono del tutto trascurabili e subalterni alla spiegazione di come Undici torna a casa. Le serviva una evoluzione e una presa di posizione e sono serviti allo scopo. Concordo con tutti quelli che dicono che il settimo episodio sia il peggiore della serie, perchè davvero rasenta l'assurdo. Li fai vedere dieci secondi all'inizio della prima puntata e poi vomiti tutto in quella. Dovevano farli vedere di più, per le dinamiche di gruppo e l'ossessione della vendetta di Otto, o qualunque altra cosa... Ma magari miglioreranno.
Poi c'è Sean Astin, ex Goonnies. Dico solo che ci sono rimasta male, quando il personaggio è morto... Non tanto per l'attore in sè, perchè i miti ci rimangono stretti, ma proprio per il suo personaggio che ho trovato adorabile. Mi aspettavo morisse (doveva morire qualcuno e lui era perfetto), ma ci sono rimasta male comunque.
Anche le new entry effettive: Max e fratello, sono risultati piacevoli. Lei ha un personaggio in cui è facile rileggersi, e il fratello... lo ammetto: lo volevo veder soffrire. Con Max, per fortuna, si risolleva la presenza femminile che è davvero bella soltanto con Undici e che può essere un bell'archetipo.
Il dottore... diciamo che per ora gli do il beneficio del dubbio.

Per il resto, è una storia molto, molto, mooolto lenta, anche se bella. Fatica a carburare per poi fare tutto negli ultimi due episodi. Il che andrebbe bene, se non desse l'impressione di non finito. Avevano bisogno di un nuovo mostro cattivo e ora lo hanno delineato. Dobbiamo solo vedere come continua.
E incrociare le dita: personalmente non so se mi sarebbe piaciuta se fosse stata la prima, ma sapendo che le seconde hanno dei rallentementi... la consiglio a tutti quelli che amano la prima serie perchè a ben vedere non deluderà!