domenica 6 ottobre 2019

Autocelebrazione a dio del maschio

(Questo articolo è stato scritto il 25 settembre 2016 sul blog della sottoscritta Donna in Rete: una finestra sul mondo)


L’autoproclamazione di dio e l’autocelebrazione del maschio non mi sorprende.
Purtroppo sta diventando un problema: non sorprendendosi più di qualcosa non ci si indigna più e se non ci si indigna più… si manda tutto a puttane.

Questa volta andiamo in provincia di Brescia a Borgosatollo.

Infame (così chiameremo il quarantaduenne in questione) è l’esempio eclatante di tanti infami del mondo.
Infame era solito picchiare la moglie, tanto che se cerchi online parlano di “abitudine a risolvere diatribe coniugali”. Nessuno se ne preoccupa quindi e tutto sarebbe andato tutto bene (il che è davvero tutto dire) se non fosse stato che il 25 agosto scorso era stato particolarmente violento arrivando a fratturarle uno zigomo e l’ha segregata in casa. Donna (così chiamo ora la vittima trentaquattrenne) si è quindi ridotta a un’apatica creatura pronta ad accettare tutto pur di non subire ulteriori maltrattamenti: le aggressioni infatti come la maggior parte delle volte in questi casi, avviva per le questioni più banali.
Un vero Infame, non c’è che dire. Anche perché Donna, da quando Infame aveva perso il lavoro, si occupava di tutto in casa. L’inutilità di Infame come essere umano quindi sembra volersi giustificare dalla sua sensazione di non essere più il capo del mondo e per rilassarsi menava la compagna.
Futili motivi è infatti segnalato anche nel rapporto dei Carabinieri di San Zeno dopo che questi sono intervenuti.
Il là ai tutori dell’ordine è stata data da una segnalazione di un conoscente (che chiamerò Uomo) della coppia che era venuto a conoscenza della cosa si è comportato come una vera persona e ha deciso di informarli sui fatti dopo che Infame lo ha messo a conoscenza delle sue azioni.
Infame, infatti, aveva condiviso la cosa con Uomo e altri amici (anche colleghi di Donna), vantandosi addirittura di avere delle prove della violenza e si è procurato dei trofei come ogni bravo Serial Infame fotografandole le ferite, mandandole poi condividendole con gli amici.
Donna, raggiunta dai Carabinieri, ha quindi raccontato e dato un senso alla ricostruzione dei fatti e ha formalizzato la denuncia contro Infame che è stato arrestato ed è finito in carcere e lì sta in attesa del processo, dove dovrà rispondere di maltrattamenti in famiglia, lesioni e sequestro di PERSONA (perché sì, non illudetevi, anche le donne sono persone).

Ci sono delle domande però che non possono che non assillare la mia mente.
Uomo ha denunciato. Secondo i dati non era la prima volta che dava in giro le fotografie della sue Infamità, ma non c’è molto da chiedersi, se è vero, perché non l’ha fatto prima o perché non è intervenuto: l’intervento lo avrebbe reso passibile lui stesso di denuncia e l’altro può essere passato dall’essere convinto a uno scherzo, per poi essere turbato fino a prendere la decisione di intervenire e al diavolo se gli dicevano che non poteva farlo (capita anche questo in Italia).

Ma gli altri?

Io di mio li denuncerei tutti per concorso in aggressione e rapimento.

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