E mentre progetto i nuovi articoli, le elezioni americane hanno influenzato anche me.
Ormai da mesi ci hanno scassato le scatole sull'argomento, anche più del referendum che, oggettivamente, è per noi molto più importante.
Mentre in casa si parlava dell'argomento, la speranza di tutti - manco si decidesse il nostro governo, anche perchè per noi sono sempre i soliti parassiti - era che vincesse la signora Clinton.
Il motivo è ovvio: democratica, con le palle al posto giusto (ai lati dell'utero) e un pedigree di tutto rispetto.
Io però continuavo a dire: tanto vincerà Trump.
E avevo ragione.
Quando questa mattina mi sono svegliata, e ho sentito il telegiornale dal televisore acceso da mio padre già sapevo come avevano deciso di governarsi gli americani, anche se prima di vedere il faccione del vecchio avevo ancora avuto una piccola speranza.
Ma il motivo è semplice e lineare e non riguarda la politica o la campagna elettorale che questi due hanno fatto.
Riguarda gli americani.
Quando la signora Clinton si è candidata contro Obama si sapeva che avesse poca speranza. L'ex senatore afroamericano era in primo luogo un uomo afroamericano, poi aveva un'attività sociale-politica alle spalle che riguardava le lotte di classe e le manifestazioni dei diritti civili.
Per quanto anche la signora Clinton avesse un backgroun notevole, non poteva vincere contro il fascino evocativo di un uomo del genere, con un motto poi che ha fatto sognare tutti e di una semplicità carica di una forza che le masse, ma anche l'individuo non può fare altro che amare.
Poi l'abbiamo vista correre contro altri uomini e vincere, ma vincere a stento.
Ora voi direte, anche Trump ha vinto a stento.
Sì, ma ha vinto contro altri uomini.
Ed è qui il gioco che lo ha portato poi alla vittoria: se fosse stata un uomo Hilary sarebbe stata a capo del mondo già 8 anni fa.
Perchè quando si sono confrontati un misogino milionario razzista (che in politica è un parvenu) e una donna tenace, vince il primo.
Soprattutto in un paese che gareggia con l'Italia in quanto, non tanto razzismo, quanto misoginia.
Perchè se già otto anni fa la bionda ex first lady ha perso contro un uomo di colore, non avrebbe mai vinto contro un ricco uomo bianco.
E come chiedersi in Italia vince una Bonino o una Bindi quando abbiamo un Berlusconi?
Perchè sì, si può dire che Trump sia il Berlusconi americano.
Fatti con lo stampino |
Dio li salvi davvero a 'sto giro.
Sicuramente, da bravi amanti del video, vi sparate come tutti le serie televisive americane,
E osservate bene come è fondamentale il maccismo che inculcano che è paragonabile solo al nostro periodo fascista.
Fatti con lo stampino |
Se fosse poi una scelta personale potrei anche capirlo, ma è come quando guardo mia nipote che mi dice "lo so, sembra strano che io voglia uno skateboard" o "lo so, è strano che il mio colore preferito sia l'azzurro"... perchè doveva stare sempre composta e delicata.
Magari pure muta. Hai ipinioni? Mica conta, quindi evita.
L'uomo nell'immaginario americano è un uomo duro, solo, imbecille ma assolutamente intelligente e in questo superiore alla donna che gli sta al fianco e che si ritrova se non totalmente asservita, del tutto spalla anche se ha un ruolo di comandante, o è una scienziata di fama mondiale, o...
La stessa amatissima Wonder Woman (lasciamo perdere l'errore concettuale fatto dal suo creatore al suo concepimento e le diatribe al riguardo) è una mera spalla di Batman e Superman nel Trio Divino (scusate ma se uno chiama quel gruppo Trinity, è palese il riferimento e la stessa DC non lo nasconde di certo) in cui seppur sia la più forte (in altri fumetti come Injustice lei stessa è la più forte e solo Superman dei tre non l'ha mai capito - ci sarò un motivo?) è sempre subordinata a loro tre. Perchè? Domanda retorica!
Loro la donna la vogliono ai fornelli e relegata in casa. Nè più, nè meno.
Solo che noi le chiamavamo "custodi del focolare" (e lì dovevano rimanere), loro le chiamano Soccer Mom. Fossero almeno bravi nel calcio...
La stessa serie che ha spopolato dal '98 al '04, Sex and The City, parla semplicemente di donne che cercano un uomo, per quanto possano essere affermate o no come individuo: senza un uomo non potevano avere una ragione. L'ideale collettivo infatti è che vogliono tutti una Charlotte, ironico che Kristin Devis sia estremamente contraria al suo personaggio, secondo cui una donna non deve mai realizzarsi tramite il marito e avere questo come unico scopo. E tutte, se non quasi tutte, le donne che compaio nel programma, appena trovano marito, mollano il lavoro e si preoccupano di gestire la casa, magari in periferia (l'emblema di quelle che non l'ha fatto, infatti, è poi stata tradita... anche da uno dei migliori uomini incontrati dalle protagonista).
Una donna sarà sempre un'eterna seconda. Sorpratutto in quella che si autoproclama la Repubblica di Dio. Davvero si aspettavano che vincesse?
Non che ora noi siamo messi meglio....
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