(Questo articolo è stato scritto il 23 Giugno 2016 sul blog della sottoscritta Donna in Rete: una finestra sul mondo)
Sembra che sia stato per volontà del sindaco di Londra, ma è una lunga battaglia che le femministe britanniche stanno combattendo da molto tempo e comunque non è la prima città a farlo.
Sembra che sia stato per volontà del sindaco di Londra, ma è una lunga battaglia che le femministe britanniche stanno combattendo da molto tempo e comunque non è la prima città a farlo.
Sembra infatti che Sabid Khan abbia messo al bando per sua espressa iniziativa e volontà i manifesti pubblicitari che girano suoi mezzi pubblici e che propongono stereotipo negatici che minano l'autostima delle persone.
Cosa vuol dire questa cosa?
Un po' di psicologia: non si tratta di eliminare fotografie e pubblicità che fanno uso del corpo (nudo e non), ma elimina quelle pubblicità che impongono uno standard di bellezza irreale e non realistico visto anche che le stesse modelle e gli stessi modelli vengono ritoccati.
Questo procedimento di marketing nel corso degli anni ha creato standard estetici sempre più restrittivi e che esercitano forti pressioni sui giovani (soprattutto donne) che quindi vengono auto-suggestionate che, per vivere, devono piacere e per piacere devono avere un determinato aspetto che ormai ha raggiungo l'irreale, oltre che non salutare.
Questo procedimento di marketing nel corso degli anni ha creato standard estetici sempre più restrittivi e che esercitano forti pressioni sui giovani (soprattutto donne) che quindi vengono auto-suggestionate che, per vivere, devono piacere e per piacere devono avere un determinato aspetto che ormai ha raggiungo l'irreale, oltre che non salutare.
Khan, però, non è che una mattina si è svegliato e ha detto "ora che sono sindaco di Londra, faccio quel che voglio", non è idiota e ha seguito la corrente sempre più progressista e sociale che da anni in Inghilterra si sta battendo (e contrariamente all'Italia non viene derisa, ostracizzata, insultata perchè "non piace agli uomini") e ha quindi deciso di avvalorare questa politica affermando in un'intevista:
Come padre di due adolescenti, sono estremamente preoccupato per questo tipo di pubblicità che sminuisce le persone, in particolare le donne, e le spinge a vergognarsi dei loro corpi.
E' così appassionato che si dice intenzionato ad affidare a una commissione di vigilanza sulle pubblictà con tanto di censura delle immagini di stereotipi sbagliati.
Secondo le fonti italiane, infatti, il signor Khan appena eletto si è preoccupato subito di fare censura.
Nei servizi pubblici e sui cartelloni cittadini, quindi, certe pubblicità (discriminazione di genere e che sviliscono fisicamente - e quindi emotivamente e psicologicamente - le persone con difetti fisici) in quanto in quei posti si è costretti a vederli e non si può cambiare posto e a quelle dodicimila pubblicità che all'anno subiranno delle censure a Londra... signori pubblicitari: fatene di migliori, perchè non è censura: la liberà è tale fino a quando non lede quella degli altri e se ferisci e violi l'individuo non puoi parlare di "libertà", "provocazione" o "buoni propositi": sei solo ipocrita, soprattutto se, come in questo caso, non si lede solo il singolo, ma un'intera parte della popolaizone.
E' proprio come la pubblicità che è stata la prima vittima di questa campagna anti-psicosi-fisica su cui Khan si è in primis scagliato: una ragazza (di quanti? Quindici anni?) magra con un bel seno e un atteggiamento sessualmente provocante che ti chiede "sei pronta per la prova costume" (tormentone da mesi su tutte le riviste femminili - come l'arte del perdono), e che la ditta di prodotti per l'allenamento dice essere solo una pubblicità che aveva la sola intenzione di motivare i consumatori a migliorarsi e a curarsi di più per una vita sana ed essere più forti.
Certo, sto parlando io, nel cui Paese le grandi intelighenzie itellettuali femminile della televisione e dei giornali dicono che si, quelle pubblicità sono sbagliate ma vendono, quando non è vero: sono solo parte di un circolo vizioso che innesca l'insicurezza nell'autostima e che impone uno stato di ansia e insicurezza che porta a comprare-comprare-comprare.
Che poi... vende... sul serio fanno così schifo in marketing?
E' proprio come la pubblicità che è stata la prima vittima di questa campagna anti-psicosi-fisica su cui Khan si è in primis scagliato: una ragazza (di quanti? Quindici anni?) magra con un bel seno e un atteggiamento sessualmente provocante che ti chiede "sei pronta per la prova costume" (tormentone da mesi su tutte le riviste femminili - come l'arte del perdono), e che la ditta di prodotti per l'allenamento dice essere solo una pubblicità che aveva la sola intenzione di motivare i consumatori a migliorarsi e a curarsi di più per una vita sana ed essere più forti.
Certo, sto parlando io, nel cui Paese le grandi intelighenzie itellettuali femminile della televisione e dei giornali dicono che si, quelle pubblicità sono sbagliate ma vendono, quando non è vero: sono solo parte di un circolo vizioso che innesca l'insicurezza nell'autostima e che impone uno stato di ansia e insicurezza che porta a comprare-comprare-comprare.
Che poi... vende... sul serio fanno così schifo in marketing?
Nei fatti, in Italia i giornalisti hanno subito veleggiato all'ipocrita politically correct secondo cui se il sindaco fosse stato cristiano ci sarebbe stata un'insurrezione sulla libertà di espressione, contro bigottismo e simili.
Capirete che questi signori venerabili esigono che la donna sia solo un oggetto sessuale.
Agli imbecilli che pensano una cosa del genere, vorrei far notare un paio di cose:
- ci sono studi che dimostrano che l'oggettivazione sessuale di genere da parte dei media ha peggiorato la situazione sociale delle donne
- ci sono studi e indagini che da anni denunciano l'ossessione di un corpo "da pubblicità" che molti adolescenti intuiscono come lo standard da perseguire e che portano a problemi di salute quali bulimia e anoressia. In Italia quanti sono? Due milioni gli adolescenti che soffrono di queste malattie?
- sono gli adulti per primi che impongono questi standard agli più giovani.
Vorrei anche far notare che nei Paesi Nordici, non sono i primi ad aver fatto una cosa simile.
In Norvegia Trondheim, la terza maggior città del Paese, a maggio ha bandito gli annunci pubblicitari con modelle e modelli seminudi con lo scopo di affrontare le istanze collegate a un'immagine negativa del corpo e le attiviste che lo hanno promosso stanno ora chiedendo agli altri di imitarla. Il consiglio comunale cittadino ha infatti votato (perchè non è come sembra dai resoconti italici e nell'immaginario collettivo del nostro paese o nel cervello bacato di certi Primi Ministri: bisogna che si voti) per la rimozione di tutti i cartelloni e tutti gli striscioni che possono contribuire a creare problemi sull'immagine corporea, seguendo la politica che dice:
"Nessuna pubblicità che convoglia una falsa immagine dell'apparenza di chi fa da modello/a e contrinuisce a un'immagine del corpo sarà permessa. come minimo, le pubblicità in cui le forme del corpo sono state ritoccate dovrebbero essere apertamente presentate come tali"
Non credo che abbiano accusato di volere la Shari'a anche il consigliere Ottar Michelsen quando nella tivù di stato norvecese ha affermato che:
Dobbiamo rifletere bene su che tipo di pubblicità contribuiamo a diffondere. Non dobbiamo diffondere immagini che contribuiscono alla crescente pressione sull'immagine corporea
perchè
Se siamo seri nel discutere il tipo di pressione cui sottoponiamo la nostra gioventù sull'apparenza fisica, allora abbiamo anche in mente che tipo di pubblicità avere. Dobbiamo essere consci di che tipo di modelli sono usati e quando sono pesantemente manipolati mostrando corpi del tutto irrealistici.
Giusto per la cronaca questo signore norvegese ha detto le stesse cose del primo cittadino di Londra, solo con meno phatos paterno ma più razionalità sociale.
E soprattutto, quel musulmano ha solo cavalcato l'onda: nel 2015 la modella in bichini ha fatto esasperare qualche buon anima che ha portato a cenitnaia di segnalazioni all'autorità govenativa del settore e ha raccolto firme di protesta.
Non erano tanti, solo SETTANTAMILA (70.000).
Blyuthe Pepino, cantante del gruppo Vaults, ha replicato alla domanda "are You Beach body ready?" con "each body's ready" che ha avuto il suo seguito.
Quest'azione dal Municipio della capitale britannica è solo la parte di una lunga storia che vuole riprendere la dignità del corpo e restituirlo al legittimo possessore: l'individuo personale.
Alcune fonti:
lunanuvola.wordpress.com
mrctv.org
change.org
Citando infine Roper Caitlin (direttrice di campagne per il movimento anti-oggettivazione), voglio ribadire che:
Una pubblicità che riduce le donne a oggetti sessuali per l'uso e l'intrattenimento degli uomini non dovrebbe aver posto in una società progressista.
Alcune fonti:
lunanuvola.wordpress.com
mrctv.org
change.org
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