giovedì 16 giugno 2016

Vendetta in rosa

Sto scrivendo ancora il nuovo capitolo di uno dei racconti, che mi sta prendendo più tempo del previsto. Spero di finirlo a breve, per intenderci.

Intanto mi permetto di segnalare la storia di una vendetta al femminile. Una storia vera e piuttosto simpatica. E' comparsa sul Corriere della Sera e per quanto ci siano delle premesse sulla situazione attuale della ragazza quando il giornalista parla della trasformazione su cui avrei da ridire su un paio di punti, è la storia in se che non ho potuto non apprezzare e mi è venuta voglia di condividerla. Lui chiede anche scusa con le frasi di circostanza, ma lei ha ribattuto la verità. Spero poi non gli dia una possibilità, perché quelle parole sono talmente vecchie che le ho già sentite pure io. E no, sono stufa di dare il beneficio del dubbio.

Perché?
Perché io stessa sono stata una di quei mostri che poi si è trasformata in una ragazza piacevole da guardare anche senza i mille chili di trucco (che sono troppo pigra per mettere) e ho avuto a che fare con amici che a distanza di tempo hanno fatto apprezzamenti che denotavano quanto mi sottostimassero prima come oggetto di probabile desiderio. Il che comunque insulta la mia dignità in primis (perché non sono solo un oggetto scopabile, ma una persona), e la loro che se pensano così di relazionarsi con le donne, allora sono i primi a non essere scopabili.

Un altro motivo è perché le commedie americane che ci costringono a tenere come stereotipo l'idea che la ragazza brutta (che brutta non è) e sfigata, diventa la strafiga (perché da pantalone, passa a minigonna) di turno e poi è felice che il tipo che prima la tormentava ora la ama.
Ma quella protagonista non merita il meglio. Le donne vere sì.

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