martedì 7 giugno 2016

Simona e la lunga storia d'amore (VI parte)

Roberto l'aveva bidonata come al solito. Era stanco e voleva guardare una non ben specificata serie televisiva americana di spie e simili. Aveva preso per assodato che, nonostante la bella e calda serata estiva, lei rimanesse piazzata con lui sul divano.
Peccato che aveva detto no e, guardando Rosa le aveva chiesto
<< Cosa fai stasera dopo il lavoro? >>
Il perchè era noto anche a Rosa, anche se non era stato esplicito.
E aveva un nome.
Dopo averla salvata da buona parte delle ripicche emotive di Roberto, Mario le era rimasto in testa.
Aveva chiesto a lui e ai suoi amici dove sarebbero stati, per poi scoprire che andavano in uno dei suoi locali abituali. Aveva risposto che anche lei pensava di farci un salto, però non ne era molto sicura.
Roberto infatti non ne voleva sapere di uscire ed era stato così che aveva raggiunto Rosa.
Le aveva accennato che avrebbe voluto andare al JoKe ma che aveva saputo che anche dei loro amici sarebbero andati là.
Lei non aveva mangiato la foglia, ma aveva accettato.
<< Mi offri da bere, però. >>
Per sua fortuna la richiesta alcolica di Rosa non era stata particolarmente costosa.
Si era invece preoccupata di sorridere e salutare tutti come fosse una sorpresa trovarli lì e accettare con (falsa ma ben mascherata) felicità l'invito a sedersi con loro.
Rosa non era antusiasta per vari motivi. Il primo era che li conosceva. Il secondo era che li conosceva fin troppo bene,
Simona però apprezzò la sua capacità di adattamento e la serata fu molto piacevole.
Parlò un po' con tutti e un po' di tutto, fermandosi solo per parlare con gli amici che incontrava.
Joke era un locale molto frequentato dai musicisti della zona e lei ormai non solo lo frequentava da anni, ma conosceva bene, se non intimamente, il novanta per cento delle persone che lo frequentavano, con i quali aveva avuto collaborazioni artistiche, amicizie e molte storie da raccontare agli amici per farsi quattro risate.
Aveva anche intravisto il suo batterista, bere con una bella ragazza al fianco. Una bella ragazza che l'aveva fulminata con li occhi, quando si erano scambiati un cenno di saluto.
A lei, però, non era importato molto, preferendo concentrarsi su Roberto.
Verso metà serata, però, la piacevolezza di quella compagnia si incrinò irrimediabilmente.
<< Quella è proprio vestita pro stupro >>
Fu letteralmente una doccia fredda.
Tutti si girarono d'istinto verso l'entrata del locale, dove lui stava guardando.
<< Proprio pro stupro, guarda te! >>
Non era stato difficile intuire di chi parlava. Tra tutte le ragazze con i pantaloni di jeans e magliette scialbe c'era solo una ragazza che spiccava.
Era una giovane donna dai lunghi capelli neri, l'abito nero che le fasciava il bel corpo e dei tacci alti.
Ad essere sincera, non le sembrava particolarmente provocante. Tutt'altro.
Il vestito non era particolarmente corto, la scollatura non sembrava particolarmente profonda o di un tessuto particolarmente trasparente.
Gli altri ragazzi non dissero nulla, uno scosse la testa per dargli ragione e un altro ancora rise.
Le ragazze abbassarono o sguardo arricciando la bocca come per dire "un'altra delle sue uscite".
Ma non le serviva guardarla per sapere che Rosa voleva saltare alla giugulare di Roberto come un cane antidroga con uno spacciatore con la borsa piena di cocaina.
La guardò mordersi la lingua, mentre la implorava con lo sguardo di tacere.
Sapevo cosa avrebbe voluto fare.
Se non fisicamente, avrebbe figurativamente preso per il collo il ragazzo anche se era alto il doppio di lei e infilargli il tacco dodici della ragazza vestita di nero su per il retto.
Non poteva darle torto, come non le diede torto quando continuava a guardare l'orologio, tacendo per il resto della serata.
Non le aveva dato torto neanche quando salite in macchina aveva cominciato a infierire e ad insultarlo.
<< Certo che, Simo, sei messa davvero male se provi ancora attrazione per quello. Non solo Mario è così basso di livello morale e mentale da pensare davvero una cosa del genere, ma sa essere anche peggiore di così. Se ti accontenti di un così, non voglio sapere come è Roberto. >>
<< Non è che mi accontento, tanto non mi guarda neanche. >>
<< E non pensi che sia tutto un guadagno? >>
Simona non rispose, sospirando.
<< Forse hai ragione. >> le disse quando stava per scendere dalla sua macchina << Ma abbi pazienza, ok? >>
<< Tranquilla. Gli amici servono sopratutto quando fai stupidaggini, se no non ha senso averli. Ma tu lo sai che meriti di meglio, vero? >>
Meritare di meglio... era bello sentirselo dire.
Ma... ma aveva Roberto a casa.

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