martedì 10 febbraio 2015

MICHELA e il principe azzurro (I parte)

rossetto rosso


Michela era, a detta di tutti, una bellissima ragazza.
Soprattutto, sapeva di esserlo.
Aveva lunghi e morbidi capelli rossi, grandi occhi neri e un corpo mediterraneo: piccolo e formoso.
Non era una bomba sexy, come le modelle di Victoria Secrets, ma anche lei sapeva far girare più di una testa al suo passaggio.
Le piacevano i vestiti, soprattutto quelli che sapevano valorizzare ogni curva del suo corpo, facendola assomigliare a una Barbie.
E si sa, alle bambine piccole piace giocare con le barbie, ai bambini grandi pure.

Sì, Michela amava scaturire l'interesse degli uomini, soprattutto perché non provava interesse per nessuno dei suoi spasimanti: lei apparteneva a un uomo, uno soltanto.

Giacomo.

Michela e Giacomo si erano conosciuti quando lei aveva diciannove anni.
Lui ne aveva nove in più e l'aria rude dell'uomo vero.
Non era bellissimo, tutt'altro: non era molto alto, aveva un corpo piuttosto asciutto e a dire la verità avrebbe dovuto fare più di una visita dal dentista, ma a lei non importava.
Giacomo aveva infatti quel modo di fare maschio che a lei piaceva: rude quando serviva, prepotente quando era necessario. In più, la coccolava come una bambina e la trattava come fosse la regina del mondo, la sua principessa da difendere; ovunque volesse andare, lui l'accompagnava, qualunque cosa volesse fare, lui l'accontentava, qualunque cosa volesse, lui gliela prendeva.
La viziava. E lei adorava essere viziata.
In effetti, metà del suo guardaroba era fatto da dei suoi regali. Se Michela fosse stata del tutto sincera, non avrebbe potuto dire di non aver mai dovuto sbattere le sue folte ciglia nere, per averli, ma non era mai stato particolarmente difficile: Giacomo era un uomo che amava pavoneggiarsi delle cose che aveva e lei gli apparteneva.

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