sabato 29 giugno 2019

Divagazioni dal caldo e copri femminili a pezzi

Ditelo anche voi...
con questo caldo non avete resistito e avete voluto rivedere La Finestra sul Cortile.
Io l'ho fatto... due volte.
Non ha aiutato: il caldo del film aumentava il mio... ma è così bello che qualche giorno dopo averlo visto la prima volta, non ho resistito col bis.
Di rimando oggi, sotto l'effetto del "primo giorno libero da 10 giorni", ho cominciato a sistemare e buttare via cose inutili,
In questo caso, si trattava di carta.
Mentre guardavo se buttare o no ogni singolo pezzo di carta ho trovato un foglio con scritto:

NOTIZIE DA TENERE D'OCCHIO

Il caso di Rika Okada . Giappone 26/05/2014
I suicidi misteriosi in UK (Bridgend) che sembrano collegati tra loro.


Ricordo entrami i casi perché mi colpirono, mentre facevo uno dei miei infiniti viaggi in treno.
All'epoca non c'erano novità per entrambi e col tempo e la vita che incombe, me ne sono dimenticata.

Oggi ho controllato Rika Okada.
Il caso di Rika Okada è inquietante come ogni horror giapponese che si rispetti.
La donna, un'infermiera di ventinove anni, è stata ritrovata fatta a pezzi dentro un pacco spedito da una donna che ha detto di essere proprio lei. Il pacco (partito da Osaka per la volta di Tokyo) ed era contrassegnato come "bambola".
Il suo passaporto poi fu usato anche per prendere un aereo e... sparire.
Di mezzo c'erano una o due donne.

Sono passati 5 anni e in Italia, ovviamente, non se n'è riparlato, ma ho recuperato una recente notizia dal sito inglese "Japan Today"
Il 23 febbraio, infatti, il sito riporta la notizia che il processo dell'accusata del caso di Rika Okada è iniziato il giorno prima, ad Osaka.
L'accusata e rea confessa dell'omicidio si chiama Yuri Ketty Oishi, una donna giapponese-brasiliana di 34 anni che ha ammesso di aver ucciso la donna.
Il giorno del processo il suo avvocato ha detto che la donna ha sofferto di una malattia psicologica (disturbo dissociativo della personalità, a quanto dice questo sito)e che non è del tutto responsabile penalmente vista la ridotta capacità mentale (fonte Shakei Simun).
Poco credibile, visto che dopo l'omicidio della Okada, la donna è uscita dal Giappone per scappare in Cina proprio usando il passaporto della vittima e prima che la polizia Giapponese emanasse un mandato di cattura, e poi spendere più di un milione di yen con le carte di credito della sua vittima.
Alla base del gesto, sembra che principalmente ci sia la scadenza del suo visto che le ha fatto pensare di sostituirsi all'altra donna.
Il 27 maggio dello stesso anno (la Okada era stata trovata solo pochi giorni prima), la Oishi era già sotto custodia delle autorità di Shanghai, anche se per sospetto reato di immigrazione clandestina. Probabilmente, la donna è andata in Cina perché i due paesi non anno accordi di estradizione e infatti, il caso è il primo del genere dall'inizio del millennio.
La corte ha sentito che il corpo di Okada è stato trovato in un deposito a Hachioji, Tokyo, il 21 maggio 2014, dopo essere stato spedito in una cassa contrassegnata con "bambola" da Osaka.
Le due donne si conoscevano dai tempi della scuola. Poco prima di scomparire la donna aveva scritto su Facebook che avrebbe incontrato un vecchio amico che non vedeva da tempo.


Ora ammettetelo: avete un brivido freddo che vi percorre la schiena, vero?

Ecco: spegnete il condizionatore. E' alienante.


Attenzione SPOILER!



Il 14 marzo è finito il processo e si è presa l'ergastolo.

martedì 18 giugno 2019

SHOOT – SONIC YOUTH

Can I have some money? I'm gonna go to the store
Can I have some money? I can't tell you what it's for
Can I have some money? You know it's you that I adore
Can I have some money? Don't ask me what it's for

Since we've been together you've been good to me
You only hit me when you want to be pleased

Can I have the car keys? I'm gonna go for a ride
Can I have the car please? I'm going out for a while
Can I have the car now? I want to drive all around
Can I have the car dear? I'm gonna to leave this town

I won't be asking your permission to leave
I won't be asking not to have this baby please
And I won't be asking a devil for some bus fare please
And I won't be asking I had to see you bleed

Ssssssh
Visualize
That's right
Pray baby
One two three
Shoot, shoot, shoot, shoot

Can I have my lipstick? That was such a surprise
Can I have my lipstick? I'm going out for a ride
I'm not a little girl, and you sure are not my dad
You don't even know what you almost had


Posso avere dei soldi? Vado al negozio
Posso avere dei soldi? Non posso dirti a cosa serve
Posso avere dei soldi? Sai che ti adoro
Posso avere dei soldi? Non chiedermi a cosa serve

Da quando stiamo insieme sei stato buono con me
Mi colpisci solo quando vuoi essere soddisfatto

Posso avere le chiavi della macchina? Vado a fare un giro
Posso avere la macchina per favore? Vado fuori per un po '
Posso avere la macchina ora? Voglio andare in giro
Posso avere la macchina cara? Lascerò questa città

Non ti chiederò il permesso di andarmene
Non chiederò il permesso per questo bambino
E non ti chiederò niente per i i biglietti degli autobus, per favore
E non ti chiederò se dovevo vederti sanguinare

Ssssssh
visualizza
È giusto
Prega, piccola
Uno due tre
Spara, spara, spara, spara

Posso avere il mio rossetto? È stata una tale sorpresa
Posso avere il mio rossetto? Vado a fare un giro
Non sono una bambina, tu non sei mio padre
Non saprai mai cos'hai avuto





domenica 9 giugno 2019

Personale divagazione

FraDeMi ha aggiornato di recente la sua fanfiction su Relazioni Pericolose di De Laclos.
Lo leggo ormai più perchè mi sono presa l'impegno (ovvero ho cominciato a leggere) che per altro.
Il motivo di questo poco entusiasmo è perchè, se prima scriveva con una certa ritmicità di pubblicazione. 
Lo continuo a leggere perchè almeno non è di quelli che perde la passione e continua con il suo impegno personale.
Altri autori o (soprattutto) aspiranti tali spesso mollano la storia a metà e se ne sbattono dei lettori. 
E poi non è impegnativo,

mercoledì 5 giugno 2019

La calunnia è un venticello...

La calunnia è un venticello,
un'auretta assai gentile
che insensibile, sottile,
leggermente, dolcemente
incomincia a sussurrar.
Piano piano, terra terra,
sottovoce, sibilando,
va scorrendo, va ronzando;
nelle orecchie della gente
s'introduce destramente
e le teste ed i cervelli
fa stordire e fa gonfiar.
Dalla bocca fuori uscendo
lo schiamazzo va crescendo
prende forza a poco a poco,
vola già di loco in loco;
sembra il tuono, la tempesta
che nel sen della foresta
va fischiando, brontolando
e ti fa d'orror gelar.
Alla fin trabocca e scoppia,
si propaga, si raddoppia
e produce un'esplosione
come un colpo di cannone,
un tremuoto, un temporale,
un tumulto generale,
che fa l'aria rimbombar.
E il meschino calunniato,
avvilito, calpestato,
sotto il pubblico flagello
per gran sorte ha crepar.






lunedì 3 giugno 2019

Blush lavera - Natural Mousse

(Questo articolo è stato scritto il 02 settembre 2016 sul blog della sottoscritta Opimioni a go-go) 

Partiamo con l'aneddoto.
Ora anche certi supermercati vendono Lavera.
E' una marca tedesca che io personalmente uso molto perchè, nonostante i prezzi è davvero pregevole.
Questa volta parlo del loro Natural Mousse Blush.
L'esperienza con questo trucco non è iniziata nel modo migliore.
Le premesse da parte mia e sua non sono il massimo:

  • io non uso i blush solitamente
  • il prezzo era davvero elevato per una robina del genere, per lo meno a parer mio.
In effetti l'ho preso solo perchè col brutto tempo che c'è per essere giugno e a fine mese ho un matrimonio, non volevo sembrare così tanto cadaverica, ecco...

Alla fine quindi mi sono decisa a prenderlo, ripromettendomi di non comprare altri trucchi fino a quando non ne finisco almeno uno... beh, a parte quando comprerò la matita nera che mi manca, OVVIO (almeno quella mi è finita davvero!!). 

La prima volta che l'ho aperto è stato un DELIRIO.
E' impossibile farlo.
Ho provato girando, Niente
Ho provato con le unghie, Niente.
Ho provato con quell'odioso aggeggio da cucina che serve per aprire i vasetti scivolosi.
NIENTE.
Sono arrivata a usare un coltello...per fare pressione e alzarlo, visto che non si capiva se era da girare o a pressione... finendo per aprire la parte sotto.
Ok. Almeno a quel punto sono arrivata a capire che è avvitato...
Ma come aprirlo?
Alla fine ho chiesto aiuto a mio padre.
Non per altro, ma visto che peso meno di 45 chili, capirete che la mia forza, per quanto ragguardevole, sia proporzionata alla mia corporature di piccola donna minuta, mentre mio padre pesa due volte me a essere gentili...
Ci ha provato anche lui alla stessa maniera mia: mani, aggeggio odioso da cucina.
Niente.
Allora ha acceso il fornello per riscaldare la plastica.
Questo perchè?
Perchè riscaldare leggermente la fiamma aiuta ad aprire.
Peccato che non ha funzionato.
O meglio.
Era ancora caldo quando, dopo avergli detto per la terza volta l'ultima avventura col coltello, ha sentenziato che allora era a pressione e, preso a sua volta il coltello, mentre mi diceva "Allora, devi sapere dove fare pressione..." l'ha aperto dalla parte giusta.
E abbiamo scoperto essere da avvitare.
Da lì, sia io, che mia madre, ci abbiamo messo le dita sopra per vedere come fosse.


Responso sul prodotto.


Di primo acchito sembra davvero scuro, tanto che una pelle pallida-mediterranea (sì esiste è quella che nessuno vorrebbe avere, visto che è meglio il pallido nordico che sembra meno malaticcio) come la mia può risultare troppo chiara per poterci stare bene, mentre sicuramente è ben disposto sin da subito per le mediterranee più scure, come ad esempio mia madre.
Bisogna fare attenzione ad usarlo, onde evitare di avere un effetto pagliaccio quando si vuole avere uno naturale.
Per il resto, le so si stende con l'adeguata delicatezza dosandolo senza essere particolarmente eccessivo riesce a dare un certo tono senza sembrare un pagliaccio, tanto che io stessa avevo un aspetto più sano e, visto che passo le mie giornate a lavorare davanti a un pc e la mia ora d'aria è effettivamente un'ora d'aria e neanche tutta assieme, è qualcosa che è notevolmente facile da apprezzare.
Ho provato questo prodotto sia in primavera che in estate, notando che anche per le pelli abbronzate (non la mia, io ho solo un leggero colorito dato dalla mia ora d'aria di cui ho parlato qui sopra) l'effetto è delicato e piacevole.
Il suo problema, decisamente, è aprirlo e chiuderlo.

Per il resto... LO CONSIGLIO!!!




sabato 1 giugno 2019

Tutta colpa dell'arrivo della luce e dell'estate: Haruki Murakami

E' da un po' di tempo che non riuscivo a scrivere e finalmente riesco a tornare qui a scrivere.
Ho fatto le ore piccole per lavoro e in questi ultimi giorno ho dimibuito ulteriormente le mie ore di Haruki Murakami: L'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio.
sonno leggendo uno degli ultimi libri di
E' stato un acquisto d'impulso
Il primo libro che lessi fu il suo grande successo: Norvegian Wood (che all'epoca aveva ancora il secondo nome italiano: Tokyo Bluse) e che mi fece innamorare di quelle atmosfere malinconiche.
Lessi poi A Sud del Confine a Ovest del Sole che mi piacque abbastanza.
Passai a Kafka sulla Spiaggia e a Tutti i Figli di Dio Danzano.
Il mio problema è nato con La fine del Mondo e il Paese delle Meraviglie: sono anni che sono ferma ai prime cinquanta pagine. L'unica cosa bella, ormai, per me era solo l'unicorno della copertina.
Sinceramente convinta che ormai Murakai era perduto (tanto mi aveva inorridito la poca fluidità del romanzo) che non ho mai cominciato a leggere L'Elegante Scomparso.

Il mio problema era che arrivata la bella stagione (e più in particolare l'estate o comunque la luce), con l'arrivo dell'estate sentivo l'esigenza del genere di racconti scritti dall'autore giapponese.
Ho sofferto molto: io non leggo Banana Yoshimoto, nonchè praticamente unica autrice giapponese davvero popolare qui in Italia. Il suo solo nome mi basta per escluderla come possibile autrice. Che volete farci: ho le mie fisime.
Comunque, di recente ho prestato Norvegian Wood a una mia amica: sta scrivendo un romanzo e mi parlava del suo problema di trattare argomenti delicati come la dipartita di una persona cara. Lei non è una di quelle scrittrici che scrive cose che non conosce, ma sicuramente è una di quelle che non vuole sembrare patetica (e quindi con pathos lezioso e inutile) e quindi gli ho presentato (metaforicamente parlando) il signor Murakami. 
Ovviamente con il primo libro che ho letto.
Di recente ha comprato per il suo compleanno ho deciso di comprarle A Sud del Confine, ad Ovest del sole.
Mentre ero lì, ho visto  L'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio e, non sto qui a raccontarvi i miei moti interiori: l'ho comprato, mentre mi chiedevo perchè cavolo avesse dato un nome così contorto al libro. Personalmente, sono arrivata alla conclusione che è stato scelto perchè sembrava filosofico (quindi molto giapponese) ma che l'autore non era riuscito a trovare nulla di meglio e così anche gli editori.
Ho fatto bene.
La storia non è la più allegra del mondo, ma chiunque legga mezza pagina di Murakami sa che è piuttosto difficile che succeda. La sua bellezza sta nel velo che scopre sulla vita che racconta e nella fluidità estrema della sua penna, oltre che della placidità in cui racconta tutto nella massima normalità.
Che dire: mi è tornata (quasi) la fiducia in Murakami.
Comincia nella maniera più esasperante che potrebbe... per un italiano.
Dice che Trukuro, a vent'anni, voleva morire. Questa drastica decisione, assolutamente ben descritta, è data dal fatto che i suoi migliori amici (praticamente un'anima in 5 corpi) gli hanno praticamente escluso dal loro gruppo. Senza spiegazioni.
Sedici anni dopo.... bla bla: leggetevi la quarta di copertina del libro.
La storia è fluida e estremamente godibile della lettura. In stile Murakami, ovviamente.
Lo stile è impeccabile: riesce a raccontare la sofferenza come se fosse una piuma. E' delicato e impalpabile come il dolore.
Un po' meno lo è stato nella scelta degli escamotage narrativi. Sinceramente, credo sapesse che non aveva una via di uscita particolarmente brillante, soprattutto per avere il suo protagonista come "nel giusto", quindi quando ha affrontato i suoi vecchi amici, lo ha fatto con la coscienza pulita.
Poi però c'è il solito stile di Murakami che può non piacere: l'autore infatti sceglie di raccontare una precisa parentesi di vita di un individuo, né più, né meno. Usa spesso qualcosa che è una particolarità, un' assenza o qualcosa che distacca il soggetto da chi lo circonda: in A sud del confine [...] lui è l'unico figlio unico nella sua classe, a parte quella che diventerà la sua migliore amica dell'infanzia e Tsukuro è l'unico che nel suo nome non ha un colore.
Non ti parla di come finirà e ti lascia spesso con un finale sospeso (tanto che lo stesso Murakami ha dovuto confermare che non avrebbe mai scritto un secondo libro sul protagonista di Norvegian Wood) e lo stesso fa con questo libro. 
Personalmente a metà del libro mi sono detta "no, non sapremo mai perchè! " e a due capitoli dalla fine, sapevo che l'ultima risposta di Tsukuro noi non l'avremmo saputa.
In questo libro, inoltre, l'autore sfiora altre temi delicati che non sono esattamente nella sua zona confort, decidendo e dimostrando così di volersi sempre mettere alla prova.
Una chicca interessante? Tsukuro potrebbe essere figlio di Watanabe Tōru: è della generazione successiva, ci fai caso quando Haida (leggete il libro e scoprite chi è) racconta di come suo padre era studente durante i moti studenteschi di Tokyo... e quasi ti viene voglia di leggere Norvegian Wood per vedere se c'è un Haida che compare fugacemente... o magari il pianista Jazz.