Ho deciso di introdurre questa sezione per ovvi motivi:
- Sono molto lenta
- Non sono così brava
- Mi piace l'idea di condividere anche questo.
- Storie che mi sono piaciute e che mi hanno colpito: perché la bellezza non va tenuta segreta, ma condivisa;
- Storie intrise della forza che c'è in ogni donna, perché anche se ne sono pallidi esempi.
- Storie che possono insegnare qualcosa, o anche solo far riflettere un poco;
- Storie che, soprattutto, possono tenerci compagnia in un momento di relax.
Ed è per questo che vi parlo della Lisistrata di Aristofane.
Ho scelto di proporvi questo libro perché è piccolo, divertente e senza particolari pretese.
Ha continue idee di fondo che l'autore vorrebbe o no comunicare, ma principalmente è davvero una gran bella commedia teatrale.
Infatti, questa commedia dell'Antica Grecia è forse una delle opere classiche più famose senza sapere che è di questa opera che si tratta.
La Storia è, ovviamente, di ambientazione greca, durante la guerra del Peloponneso.
Lisistrata, donna ateniese, decide di chiamare a raccolta le donne greche per affrontare il gravoso problema di questa guerra: se gli uomini sono così stupidi da non saper trovare la pace di loro iniziativa, allora saranno le donne a costringerli.
Come?
Beh... come... ovviamente con lo sciopero del sesso.
E non solo alcune: tutte le donne greche si devono astenere dal darla al loro coniuge fino a quando questi non si applicherà per trovare la pace.
Come rispondono le altre? Beh, se inizialmente rifiutano, per poi convincersi che sì, questa è la soluzione migliore: se gli togli il giocattolo più piacevole, in fondo, l'uomo farà di tutto per riaverlo.
A quel punto le donne prestano giuramento e occupano l'acropoli di Atene.
Da qui nascono aneddoti che lasciano semplicemente divertiti, mantenendo l'attenzione del lettore (che in verità dovrebbe essere spettatore) stimolato e acceso fono all'immancabile lieto fine: perché è di Commedia che si tratta.
Se La Lisistrata è considerata una delle migliori commedie di Aristofane, è pur vero che questa storia non è prettamente femminista.
Più che altro ha soggetti femminili.
Non ci sono donne che "lottano" per la parità dei sessi (e per quel poco che so io, la vita della donna ateniese non era certamente libera e la loro volontà era praticamente nulla), ma è quasi messo come ovvio che loro, pur essendo delle persone, sono allo stesso momento degli oggetti e usano se stesse per il fine più alto.
E' quasi un pre-femminismo: loro si stanno rendendo conto che hanno un potere, anche se dato dal proprio corpo, un potere che è inferiore solo alla loro mente e tenacia.
Queste cittadine combattive, combattono per la pace e a loro basta questo, invece di imporre sempre la loro volontà agli uomini, cosa per altro impossibile solo con l'astinenza sessuale.
Ma loro collaborano e ottengono qualcosa.
Loro si limitano quasi a un qualcosa di tanto grande, senza capire che se volessero, sarebbe possibile per loro fare tutto quello che vogliono.
Certo, loro si sentono dei pari dei loro compagni, ma è indubbio che non sono loro che prendono alcuna decisione, piuttosto costringono i loro coniugi a farlo.
Tutto può essere, ma non femminismo.
Ma non sembra anche a voi qualcosa di tremendamente contemporaneo?
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