martedì 31 maggio 2016
sabato 28 maggio 2016
H&M: quando dei bei messaggi forti fanno davvero moda.
La stagione scorsa per spendere un regalo di compleanno (buono spesa) sono andata ad H&M.
Ammetto che non sono una grande amante di quel marchio, ma sono rimasta sorpresa di un loro prodotto.
Così tanto che l'ho comprato.
Ammetto che non sono una grande amante di quel marchio, ma sono rimasta sorpresa di un loro prodotto.
Così tanto che l'ho comprato.
Forse avrei dovuto premettere che ODIO le scritte sulle magliette.
Penso sia poco intelligente indossare il marchio di una società e pagarlo pure in maniera spropositata, penso anche che qualunque logo debba essere eliminato (anche perchè se non riesci a distinguere un buon capo da uno pessimo senza il logo, allora vuol dire che anche il buon capo è pessimo) e anche la maggior parte delle scritte e dei disegni.
Tutto deve essere in un certo standard di estetica.
Dai Pois alle farfalle per arrivare al Tartan (primo grande amore) tutto deve essere dentro un certo schema estetico, di proporzioni e... beh, non deve essere quello che io definisco "cinesata", "paino", "paesano" e chi più ne ha più ne metta.
Sì, sono un po' puzzona.
Poi arriva questa:
feminism the radical notion that women are people
Femminismo: l'idea radicale che le donne sono persone.
E' sconvolgente nella sua semplicità. Felpa nera con scritta bianca, scritta senza fronzoli, da dizionario (dizionario, non Wikipedia), con un messaggio chiaro, semplice, lineare e assolutamente centrato.
Ho scoperto per scrivere di questo post che lo hanno scritto anche sulle magliette.
In verità H&M non è nuova a queste scritte.
Ne ha fatte altre di molto belle:
Questo ne è solo un esempio |
Denotano un'idea di fondo estremamente bella e provocatrice che non è come la puttanata delle Veline "Che sono nate facendo il verso alle vallette ma che in fondo sono molto peggio visto che sin da subito è diventato un termine dispregiativo".
Qui c'è un messaggio e qualcuno con il coraggio di indossarlo.
In Italia dobbiamo quasi ringraziare l'essere molestate e mettere messaggi simili offenderebbe la nostra società... ma io sono nata Punk.
Perchè ne ho parlato?
Perchè consiglio a tutti di indossare le proprie idee, non solo fingere di averle. Forse non potremo cambiare il mondo, ma sicuramente cambia il nostro amor proprio.
domenica 22 maggio 2016
Federica e il barista (II parte)
<< No, fammi capire. Lui ti piace, tu piaci a lui, ma... >>
<< Ma è uscito da una lunga storia. >> ripeté Federica.
<< Quanto tempo fa? >>
<< Non ricordo. >>
<< Un mese, due... sei? >>
<< No...? >>
<< Fede, più di un anno? Più di un anno. Fede, per quel Luca sei una scopata e basta. >>
<< Ma no, ci tiene a me! Mi ha anche invitato a passare la domenica con lui! >>
<< A fare cosa? >>
<< Prendiamo il sole. >>
<< Tu e lui soli? >>
<< Sì, tutto il pomeriggio e poi cosa? >>
<< No, vabbeh, non tutto il pomeriggio. >>
<< Fede, io ti sono amica. Sei una scopata e per quello che mi dici tu, fidati: quello non lo devi neanche considerare niente di diverso. >>
Rosa era una donna... dura.
La sua parola era lapidaria e costantemente terra-terra.
Federica aveva sentito spesso l'esigenza di un suo giudizio positivo. Inizialmente, lei sorrideva e scuoteva la testa in segno di assenso, mentre serviva la coca-cola che le aveva ordinato.
Poi alla fine aveva ceduto alle sue confidenze e aveva fatto delle uscite che lei aveva sempre pensato che solo tra uomini potevano esserci.
<< No, te lo giuro! >>
<< Ok, come vuoi. >>
<< Perchè non mi credi?! >>
<< Non è che non ti credo, anzi! Sono sicura che tu lo dica con il massimo della tua convinzione, solo che credi male. >>
<< No, non è vero. >>
<< Tranquilla, quando smetterà di farsi sentire, io non ti dirò "te l'avevo detto", ci penserò ma non te l dirò. >>
<< Dire cosa? >> chiese Simona sedendosi al suo fianco.
<< Che è una scopata. >>
<< Lui merita? >>
<< A quanto pare è un culturista alto uno e... ottanta? >>
<< Ottantacinque. >>
<< Ecco, uno e ottantacinque. Lo sappiamo: troppo alto e troppo muscoloso per te! O magri o con la pancetta!! >> ironizzò Sara ridendo, prima di servirle senza che chiedesse un cappuccino.
<< E' molto caldo? >>
<< Più di così siamo all'inferno. >>
Federica rise a quella freddura, più che altro felice che non si parlasse più di lei, ma purtroppo non durò.
<< Quindi? Cosa fa il tuo trombamico? >>
<< Non è un trombamico >>
<< Ha ragione. E' uno che sai "ha lasciato la fidanzata da poco", ovvero più di un anno... >>
<< Più di un anno? >>
<< Sì. >> risposero all'unisono Federica e Rosa.
<< Allora è una scusa. >> sentenziò lapidaria Federica.
Federica odiava il sorriso compiaciuto di Rosa... non se ne sarebbe mai fatta una ragione.
<< Io lo so, dillo a lei. >>
<< Oh, andiamo! Sabato vienite con me e poi vediamo! >>
<< Io no, ho una cena con i genitori di Roberto perchè è il compleanno della madre. >>
<< Che culo... Dai, allora vengo io. >> rispose Rosa. << Ma finisco tardi. Marco porta la bimba dalla suocera e... beh, c'è la partita. La Vecchia Signora è sempre la Vecchia Signora e sai com'è: Del Piero dice addio. >>
<< Non fa nulla: vengo qui e andiamo assieme, ti va? >>
<< Ok.>>
Federica bevve un sorso di coca, felice di avere una compagna di avventure diversa da Michela per una volta.
<< Senti... posso chiederti una cosa? >>
<< Sì, dovrai guidare tu: voglio bere molto e tu sei astemia. Ceca come una talpa e non metti gli occhiali, ma astemia. >>
<< No... Volevo sapere cosa è la Vecchia Signora. >>
<< Shhh! Sei pazza?! >> disse lei con il volto trasfigurato << Mai fare domande simili in questo bar! Senti che è una cosa che riguarda lo sport e Marco e sorridi e annuisci, come quando senti un uomo che dice quanto è figo ma intanto gli stai contando i brufoli sulla testa! >>
<< Non l'ho mai fatto. >>
<< Ragazza fortunata, ma io faccio la barista. >>
<< Ma... chi è? >>
<< Scusa, ma se si parla di Del Piero che abbandona... >>
<< La... Juve? >>
<< Qualcuno ha detto Juve?! >> disse qualcuno alle loro spalle.
Marco era appena entrato e dallo strano rantolo che fece Rosa, Federica capì che qualcosa di noioso era appena successo.
venerdì 20 maggio 2016
Da Google
Vorrei far notare una cosa: di recente ho scopeto quali sono i link da cui hanno accesso a questo blog. Non siete in tanti ad aver frequentato Rosa Scioccato, è innegabile, ma comunque mi sono sorpresa.
Non nego che molti sono perfettamente comprensibili:
Uno solo mi sta ossessionando:
ruolo e costi di una addescatrice.
Non nego che molti sono perfettamente comprensibili:
- link sulle donne forti
- aforismi sulle donne
- blog racconti femminili
- frasi sulle donne forti
- http://rosascioccato.blogspot.com
Il primo e il terzo tra l'altro mi lusingano.
Ma si sa: le mie citazioni sono di o su donne forti per lo più ed il blog è su racconti con protagoniste femminili.
Forse uso toni leggermente aciduli, ma non sarebbe Rosa Scioccato.
Uno solo mi sta ossessionando:
ruolo e costi di una addescatrice.
giovedì 19 maggio 2016
mercoledì 18 maggio 2016
LA LISISTRATA di Aristofane
Ho deciso di proporvi, oltre che a delle storie scritte da me, anche dei libri veri, scritti da professionisti.
Ho deciso di introdurre questa sezione per ovvi motivi:
Ed è per questo che vi parlo della Lisistrata di Aristofane.
Ho scelto di proporvi questo libro perché è piccolo, divertente e senza particolari pretese.
Ha continue idee di fondo che l'autore vorrebbe o no comunicare, ma principalmente è davvero una gran bella commedia teatrale.
Infatti, questa commedia dell'Antica Grecia è forse una delle opere classiche più famose senza sapere che è di questa opera che si tratta.
La Storia è, ovviamente, di ambientazione greca, durante la guerra del Peloponneso.
Lisistrata, donna ateniese, decide di chiamare a raccolta le donne greche per affrontare il gravoso problema di questa guerra: se gli uomini sono così stupidi da non saper trovare la pace di loro iniziativa, allora saranno le donne a costringerli.
Come?
Beh... come... ovviamente con lo sciopero del sesso.
E non solo alcune: tutte le donne greche si devono astenere dal darla al loro coniuge fino a quando questi non si applicherà per trovare la pace.
Come rispondono le altre? Beh, se inizialmente rifiutano, per poi convincersi che sì, questa è la soluzione migliore: se gli togli il giocattolo più piacevole, in fondo, l'uomo farà di tutto per riaverlo.
A quel punto le donne prestano giuramento e occupano l'acropoli di Atene.
Da qui nascono aneddoti che lasciano semplicemente divertiti, mantenendo l'attenzione del lettore (che in verità dovrebbe essere spettatore) stimolato e acceso fono all'immancabile lieto fine: perché è di Commedia che si tratta.
Se La Lisistrata è considerata una delle migliori commedie di Aristofane, è pur vero che questa storia non è prettamente femminista.
Più che altro ha soggetti femminili.
Non ci sono donne che "lottano" per la parità dei sessi (e per quel poco che so io, la vita della donna ateniese non era certamente libera e la loro volontà era praticamente nulla), ma è quasi messo come ovvio che loro, pur essendo delle persone, sono allo stesso momento degli oggetti e usano se stesse per il fine più alto.
E' quasi un pre-femminismo: loro si stanno rendendo conto che hanno un potere, anche se dato dal proprio corpo, un potere che è inferiore solo alla loro mente e tenacia.
Queste cittadine combattive, combattono per la pace e a loro basta questo, invece di imporre sempre la loro volontà agli uomini, cosa per altro impossibile solo con l'astinenza sessuale.
Ma loro collaborano e ottengono qualcosa.
Loro si limitano quasi a un qualcosa di tanto grande, senza capire che se volessero, sarebbe possibile per loro fare tutto quello che vogliono.
Certo, loro si sentono dei pari dei loro compagni, ma è indubbio che non sono loro che prendono alcuna decisione, piuttosto costringono i loro coniugi a farlo.
Tutto può essere, ma non femminismo.
Ma non sembra anche a voi qualcosa di tremendamente contemporaneo?
Se sei interessato a comprare
Ho deciso di introdurre questa sezione per ovvi motivi:
- Sono molto lenta
- Non sono così brava
- Mi piace l'idea di condividere anche questo.
- Storie che mi sono piaciute e che mi hanno colpito: perché la bellezza non va tenuta segreta, ma condivisa;
- Storie intrise della forza che c'è in ogni donna, perché anche se ne sono pallidi esempi.
- Storie che possono insegnare qualcosa, o anche solo far riflettere un poco;
- Storie che, soprattutto, possono tenerci compagnia in un momento di relax.
Ed è per questo che vi parlo della Lisistrata di Aristofane.
Ho scelto di proporvi questo libro perché è piccolo, divertente e senza particolari pretese.
Ha continue idee di fondo che l'autore vorrebbe o no comunicare, ma principalmente è davvero una gran bella commedia teatrale.
Infatti, questa commedia dell'Antica Grecia è forse una delle opere classiche più famose senza sapere che è di questa opera che si tratta.
La Storia è, ovviamente, di ambientazione greca, durante la guerra del Peloponneso.
Lisistrata, donna ateniese, decide di chiamare a raccolta le donne greche per affrontare il gravoso problema di questa guerra: se gli uomini sono così stupidi da non saper trovare la pace di loro iniziativa, allora saranno le donne a costringerli.
Come?
Beh... come... ovviamente con lo sciopero del sesso.
E non solo alcune: tutte le donne greche si devono astenere dal darla al loro coniuge fino a quando questi non si applicherà per trovare la pace.
Come rispondono le altre? Beh, se inizialmente rifiutano, per poi convincersi che sì, questa è la soluzione migliore: se gli togli il giocattolo più piacevole, in fondo, l'uomo farà di tutto per riaverlo.
A quel punto le donne prestano giuramento e occupano l'acropoli di Atene.
Da qui nascono aneddoti che lasciano semplicemente divertiti, mantenendo l'attenzione del lettore (che in verità dovrebbe essere spettatore) stimolato e acceso fono all'immancabile lieto fine: perché è di Commedia che si tratta.
Se La Lisistrata è considerata una delle migliori commedie di Aristofane, è pur vero che questa storia non è prettamente femminista.
Più che altro ha soggetti femminili.
Non ci sono donne che "lottano" per la parità dei sessi (e per quel poco che so io, la vita della donna ateniese non era certamente libera e la loro volontà era praticamente nulla), ma è quasi messo come ovvio che loro, pur essendo delle persone, sono allo stesso momento degli oggetti e usano se stesse per il fine più alto.
E' quasi un pre-femminismo: loro si stanno rendendo conto che hanno un potere, anche se dato dal proprio corpo, un potere che è inferiore solo alla loro mente e tenacia.
Queste cittadine combattive, combattono per la pace e a loro basta questo, invece di imporre sempre la loro volontà agli uomini, cosa per altro impossibile solo con l'astinenza sessuale.
Ma loro collaborano e ottengono qualcosa.
Loro si limitano quasi a un qualcosa di tanto grande, senza capire che se volessero, sarebbe possibile per loro fare tutto quello che vogliono.
Certo, loro si sentono dei pari dei loro compagni, ma è indubbio che non sono loro che prendono alcuna decisione, piuttosto costringono i loro coniugi a farlo.
Tutto può essere, ma non femminismo.
Ma non sembra anche a voi qualcosa di tremendamente contemporaneo?
Se sei interessato a comprare
lunedì 9 maggio 2016
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