mercoledì 18 novembre 2015

Simona e la lunga storia d'amore (IV parte)



Il concerto era stato davvero bello.
Lei, le sue amiche, Rosa e Stella, e tanta gente.
Soprattutto tanti amici. 
Un casino come pochi, anche se in fondo il concerto non era di un gruppo particolarmente amabile.
Simona si era spesso chiesta che fine avessero fatto Roberto e il loro amico, ma se doveva essere sincera si era divertita così tanto che non se n'era preoccupata molto.
Erano arrivati separatamente (visto che lui era rimasto d'accordo con altri amici di arrivare prima per mangiare) e lei li aveva raggiunti portando, a sorpresa, le sue amiche ignorando la faccia irritata di Roberto appena aveva posato gli occhi su Rosa.
Forse perchè negli ultimi mesi, quando lui non aveva voglia di uscire lei rispondeva:
<< Ok, allora raggiungo Rosa. >>
Ma non era colpa di Simona, se Rosa dopo aver chiuso il bar, a qualunque ora fosse, era disposta a rimanere fuori e andare a sua volta per locali, mentre Roberto non voleva muoversi neanche a pagarlo oro per la maggior parte dei fine settimana.

Cosa avrebbe dovuto fare? Starsene chiusa in casa a guardare la tele?
Non era mai stata il tipo e non lo era mai stata.

Che poi il concerto li avesse visti separati, non era di certo colpa sua, nè lei l'avrebbe mai reputato a Roberto. Anche con le altre per qualche momento si era persa, ma la sua altezza permetteva alle amiche di scovarla nel bel mezzo della folla e anche se non l'avessero fatto, sapevano perfettamente di poterla raggiungere alla prima pausa o appena finito il concerto.
Le era sembrato ovvio che Roberto non avesse fatto come le sue amiche.

In fondo era un uomo.

Sarà per quello che, appena la musica aveva cessato definitivamente di girare per l'aria, non si era subito chiesta dove fosse, limitandosi di guardarsi attorno.
Fu quando la folla si era diradata che cominciò a pensarci seriamente, smettendo qualche volta di parlare con gli amici appena trovati.
<< Dov'è Roberto? E' da un bel po' che il concerto è finito, io non lo vedo da nessuna parte. Magari è riuscito ad andare dietro il palco? >> chiese Rosa capendo perfettamente quali domande le stavano scuotendo il cervello.
<< E' vero... non lo vediamo da un po'. Magari è alle bancarelle a vedere i vinili di cui ci parlava quando siamo arrivate.... >> Commentò Stella guardandosi attorno a sua volta.
In tutta risposta, Simona tagliò la testa al toro: prese il cellulare e lo chiamò.
Stella e Rosa l'ascoltarono parlare brevemente la conversazione:
<< Ciao, dov'è che sei? >> disse << Io sono all'entrata con Stella e Rosa. Vi stiamo aspettando. Come? Ah... Ok. >>
Quando mise già le guardò, quasi stordita.
<< E' alla macchina. >> disse << Ha detto che stava giusto per salire in macchina e tornare a casa. >>
<< Stai scherzando? >> disse Stella guardandosi alle spalle, dove c'era l'immenso parcheggio dove anche loro avevano trovato posto.
<< No. >>
<< No, dai, impossibile. Sarebbe venuto almeno a salutarti. >> continuò Stella.
<< A quando pare no. >>
<< Ma no, che stronzo! >> disse Rosa.
<< Ma infatti! >> convenne Stella << Simona? Da quanto ci conosciamo? Dieci anni? Fuori dai denti, te lo ripeto. Mollalo. Da quanto te lo dico? Undici anni? No, sul serio, non si lascia la propria fidanzata da sola senza salutarla, manco se è con delle amiche! >>
Lei tacque.
<< Stella? Sai quante volte glielo dico io? Almeno una a settimana. Tipo ogni volta che gli da buca. Simo? Va bene, gli vuoi bene. Va bene, è un bravo ragazzo. Va bene, ci stai da tanto tempo... no aspetta. Appunto perchè ci stai da tanto tempo, mi spieghi perchè dovevi chiamarlo tu se è lui che se ne sta andando? Manco un messaggio? Cos'è? Quando pensava di dirtelo? >>

Simona non rispose.


In fondo, che doveva rispondere?

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