sabato 25 aprile 2015

ROSA e il suo punto di vista.

volo rosa scioccato fly



Rosa era piccola e dall'aspetto fragile.
Nasino piccolo, orecchie piccole, braccia esili, fianchi stretti, risata divertente.
Un sorriso alla Julia Roberts e un'aria civettuola alla Marilyn.
Innescava inevitabilmente l'istinto di protezione degli uomini.
Per lo più sbagliati.
Ogni volta che si era innamorata l'avevano fatta soffrire.
Prima professavano grande amore e poi scappavano alla prima occasione.
La colpa? A quanto pare sua perché non era la cozza ossessiva che tutti loro dicevano di non volere (e perché rompere le scatole, se mi rispetti io mi fido e tu puoi fare tutto quello che vuoi)

A dire la verità, ogni volta che si era fidata di qualcuno o che avesse confidato mezzo segreto, si era ritrovata umiliata in pubblico.
Alla televisione vedeva sempre storie di amicizia profonda, di amore disinteressato e non si era mai chiesta "perché non a me", ma piuttosto "ma prendono in giro?".

All'età di ventidue anni, ormai, Rosa era disillusa sui rapporti sociali. Non che ne fosse mai stata una fan, ma ormai era arrivata al limite.
 
Di suo poi aveva sempre avuto contro un carattere schietto e un modo sbagliato di dire le cose, ma era convinta che certe cose non potevi abbellirle, anche solo perché le persone erano così bisognose di confermare il proprio credo che distorcevano qualunque cosa per vivere in un mondo di illusioni.
Ironicamente, come amica era l'affidabilità fatta persona.
 
Proprio quel genere di amiche per la vita nelle storie adolescenziali.
 
Lo poteva confermare Mauro, divorziato non per sua scelta, che la teneva al suo locale.
Non era entusiasmante come cameriera, ma era come il fiore per i calabroni della zona e, soprattutto, quando la sua dolce metà era andata via di casa, quella che aveva annullato la sua vita sociale per tirargli su il morale era stata proprio lei ad aiutarlo ed essere una vera spalla su cui piangere e diceva proprio quello che i suoi amici non gli dicevano.
 
Certo, Rosa si era dovuta zittire un paio di volte con parecchie persone e anche Mauro, a quel punto, a fine serata di doveva sentire gli sfoghi della sua dipendente:
- C'era il fanatico del Metal che voleva spiegare perché era l'unica musica decente al mondo (Rosa si dannò per aver detto che non la entusiasmava quel genere di musica perché furono 2 ore tediose in cui anche Mauro aveva pensato di buttare fuori il cliente)
- C'era il maniaco che non poteva entrare senza salutare le sue tette come se le avesse mai viste davvero (che però aveva imparato a stare al suo posto dopo essersi beccato una testata)
- C'era il sessista che diceva che il ruolo della donna era quello della serva (e quando arrivava lui Mauro gli dava una mancia extra per stare zitta e non ribattere... o ucciderlo)
- C'era la vecchia panterona che gli dava consigli su come trovare un uomo e le chiedeva che problema avesse perché non ne aveva uno (impensabile l'idea che non ne volesse, anche solo perché i clienti del bar le facevano perdere qualunque voglia)
- C'erano le coppie dei grandi amori che duravano l'arco di un battito di ciglia ma che davano dei postumi che lei si doveva subire per settimane perché dopo la rottura c'erano le recriminazioni di lui con gli amici e i piagnistei di lei con le amiche (e Rosa si chiedeva ogni volta come mai non chiamavano quelle relazioni come dovevano essere chiamate - la storia di una scopata - invece di fingere un'importanza che non c'era da nessuna delle due parti)
- C'era la vecchietta simpatica che prendeva il suo tea in solitaria perché aspettava la fine dell'orario d'asilo del nipotino (l'unica persona che Rosa sentiva di invidiare a volte, anche se per poterlo andare a prendere si smazzava quasi un'ora di autobus per poi doverlo aspettare un'altra mezz'ora, ma Rosa credeva fosse quello il vero amore)
- C'era anche una coppia che Rosa chiamava "La coppia invertita", dei vecchi amici di Mauro e qualche altro abitué  (e che Rosa decisamente non capiva, visto che se avesse avuto a che fare con un uomo come quello più di una volta a settimana lo avrebbe preso a calci fino a fargli uscire le palle che non aveva).

Più il tempo passava, più Rosa si chiedeva perché le persone si dovevano intestardire in certe situazioni. O meglio: relazioni.
Se lo confermò quando vide Simona (la parte virile della coppia invertita) arrivare da sola in quello che, a quanto pareva, era il giorno in cui festeggiava il suo compleanno con Mauro e altri loro amici.
Aveva portato dei pasticcini e uno sguardo fin troppo triste per qualcuno che compieva gli anni.
Non ci mise troppo tempo (quella ragazza aveva bisogno di una confidente, convenne Rosa) e la ragazza si era sfogata.
E Rosa aveva avuto la conferma: la prima donna era uno stronzo.

Ma stronzo come una donna, il che è anche peggio.

Da allora Rosa cominciò a stimare lo stoicismo di Simona, ma dall'altro lato confermava sempre di più il suo punto di vista: al mondo ci sono solo egoisti che vivono per stritolare le persone che li amano.
Ma lei, piuttosto, avrebbe evitato chiunque si intromettesse tra lei e la sua vita.
Che sia negli obbiettivi o nel modo di pensare.

Era con questo punto di vista che mollò dopo due mesi l'ultima sua fiamma che, dopo averla accusata di non pensare mai a lui (perché non gli faceva uno squillo la mattina manco avessero ancora quattordici anni) e di essere una persona troppo dura.

Ma Rosa non era dura. Era solo ferma e conscia della sua dignità.

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