mercoledì 31 agosto 2016

Perle dalle parole chiave. in questo caso? RICONOSCERE

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lunedì 29 agosto 2016

Federica e il barista (III parte)




Federica arrivò da lui a mezza mattinata.
Lui la accolse a petto nudo.
<< Sei giusto arrivata in tempo. Stavo per piazzarmi al sole. >>
Lei sorrise entrando, compiaciuta del fisico forte che gli si era appena mostrato.
Lui l'accompagnò in giardino e gli offrì una coca-cola, prima di aprirsi una birra.
Bene, pensò lei, almeno si ricorda quello che bevo.
Non che fosse difficile saperlo: era praticamente l'unica cosa che beveva.
Sapeva che avrebbe dovuto smettere, visto i dolori di stomaco che le stava causando, ma era più forte di lei.
C'era chi beveva troppi alcolici.
C'era chi mangiava troppa cioccolata.
C'era chi beveva troppi caffè.
Lei viveva a coca-cola.
<< Cosa fai stasera? >>
<< Lavoro. >> disse lui con ovvietà.
<< Sì, ma c'è qualche serata particolare? >>
<< Nulla di che, no. Ma ci sono un sacco di ragazzini che festeggiano la fine della scuola, quindi sarà un casino. Verrai? >>
<< Sì. Mi sono messa d'accordo con un'amica. >>
<< Bene, E com'è? >>
<< Simpatica. La conoscerai. >>
Federica non si scambiò molte altre parole con lui.
Si preoccupò più che altro di mettersi in bikini, spalmarsi la crema solare e pomiciare un po'.
Il resto del pomeriggio passò silenzioso e caldo, senza particolari colpi di scena, ma si sentì comunque esausta nel suo viaggio di ritorno verso casa.

Allora era vero quello che dicevano: prendere il sole è davvero stancante.

Arrivata a casa e mangiò qualcosa di veloce, una piadina di quelle già preparate del reparto frigo e poco più, prima di farsi la lunga doccia che la divideva dal raggiungere Rosa al suo bar.
Certo, il non avere la minima coscienza del tempo che passava l'aveva fatta arrivare con mezz'ora in ritardo e l'amica, l'aspettava leggendo una rivista dopo aver chiuso il suo locale.
Rosa non commentò il ritardo, se non per un'occhiata all'orologio e un'alzata di sopracciglio.
Dopo i saluti di rito, la convinse a salire in macchina con lei, anche se Rosa non sembrava fidarsi molto.
Chissà poi perchè.
Nel tragitto, Rosa le raccontò che la sera prima era andata con Simona al Joke e si erano visti con alcuni abituè del locale.
<< Cavoli! A saperlo venivo anche io! >>
<< Non avevi un impegno con una tua amica? >>
<< Ah, si... ma siamo stati a un concerto di un gruppo di Milano. E' stato una noia mortale. Non so se la conosci, si chiama Michela. Frequenta anche lei il Joke, col suo ragazzo. >>
<< Io non conosco i frequentatori abituali di quel posto. Se ci vado, ci vado solo con qualche amico e non faccio mai molto caso a chi c'è o non c'è, anche perchè di solito, vado lì che è estate e c'è il triplo della gente. La musica non mi piace ed è insopportabile d'inverno. >>
<< Ah.. Beh, ma lei non passa inosservata. Ha lunghi capelli neri, indossa sempre abiti da bambina sexy e il suo ragazzo si veste spesso in nero. Si chiama Giacomo, lo conosci? >>
<< Come sopra. Credo che al massimo li conosca Simona. >>
<< Ok. Comunque è stata una noia colossale. Era meglio venire lì, invece che andare a quel concerto. Ti giuro una noia mortale. >>
<< Guarda, detto tra noi: non che sia stato meglio da noi. Se non fosse stato per Simona, me ne sarei andata dopo mezz'ora. >>
<< E come mai non l'avete fatto? >>
<< Come stasera, eravamo in macchina assieme e lei voleva rimanere. Ora, potresti dirmi che genere di locale è quello dove stiamo andando ora? >>
<< Boh... normale? >>
<< Questo devi dirmelo tu. >>
Federica non riuscì a trovare una definizione e bofonchiò una mezza risata. Rosa decise di non proseguire oltre.
Arrivati al locale, la musica e le urla dei suoi frequentatori si sentiva a metri di distanza.
Entrarono superando in nutrito gruppo di ragazze ben vestite, che chiacchierava ferma davanti all'entrata senza una ragione apparente.
Raggiunsero con qualche difficoltà il bancone, nonostante il locale non fosse particolarmente grande e lì trovarono Luca che la salutò con un sorriso smagliante e guardò per un lungo istante Rosa che di rimando, aveva ricambiato con un saluto e la richiesta di un Martini bianco senza ghiaccio.

La serata andò tranquilla e arrivarono preso alle due.
<< Certo che era parecchio alta, la musica, eh? >> commentò a Luca uno dei suoi amici.
<< Non più del solito. >> commentò lui, prima di tornare a guardare Federica e sorridergli.
Rosa si massaggiava stanca il collo, senza dire niente, quando Luca, la osservò per un lungo istante prima di cominciare a parlare.
<< E tu che cosa ne pensi? >>
Lei lo guadò.
<< Di cosa? >>
<< Della serata. >>
<< Normale. >>
<< Ti piace il posto? >>
<< Avete una bella zona all'aperto. >> disse lei guardandosi attorno abbozzando un sorriso.
<< E dimmi, dove vai di solito? >>
<< Dipende. >>
<< Oh, beh. Fa un esempio. >>
<< Dipende da cosa ho deciso di fare. Ovviamente. >>
<< Ah, simpatica. >>
<< Abbastanza. >>
<< Mi piace. >> disse lui strizzando l'occhiolino con un mezzo sorriso e un'alzata di mento.
Non sapeva bene quando era cominciata a farsi strana la cosa, ma poi lo vide scattare in avanti con il volto deformato in una smorfia di astio.
Frasi come "Come ti permetti", "Guarda che ti picchio" erano dette con vera minaccia da Luca ed erano tutte rivolte a Rosa, seguite sempre da uno scatto d'ira nei suoi confronti.
La prima volta lei era rimasta sorpresa, l'aveva guardate e aveva riso.
Lui aveva risposto con un civilissimo << Cazzo ti ridi? >> per poi aggiungere ogni volta, guardando Federica frase come "Scherzavo" o, "la tua amica è simpatica".
Federica però notò subito dopo che anche Rosa aveva cominciato ad affilare le armi: mentre gli insulti di Luca si facevano sempre più pesanti, lei sorridendo lo mortificava come uomo e persona, come probabilmente non gli era mai successo.
Che fosse irritato lo si vedeva, lo notavano anche gli altri amici che passavano lo sguardo tra i due e quasi si chiedevano se chiedere scusa per lui o godersi il battibecco.
Vinse il secondo pensiero, anche perchè la sua amica non rimase mica zitta e muta, scandalizzata e offesa. No, lei davvero replicava alla stessa maniera, guardando tutti e muovendo le mani come se dicesse qualcosa di ovvio.
<< Beh, non stiamo tutti scherzando, qui? >> diceva lei in tono quasi mellifluo, con il sorriso smagliante che aveva al lavoro << Non puoi di certo pretendere di essere l'unico... >>
La conclusione della serata arrivò all'alba con Luca che le salutò e le disse, ad alta voce.
<< Non portarmela più, quella. >> per poi sorridere e dire << Scherzavo, mi sei simpatica. >>
Rosa rise e ribattè.
<< Per fortuna! Io non vedevo l'ora di rivederti ancora! >>
In tutto questo, Federica rimase inebetita e muta.
Saliti in macchina Rosa tacque per una decina di minuti.
<< Tutto bene? >>
<< Sono stanca. E' l'alba e ho lavorato tutto il giorno. Per fortuna domani non lavoro. >>
<< E... Che ne dici? Di... Luca? >>
<< Mi prendi in giro? >>
Federica rise nervosamente.
<< Dai, è simpatico. >>
<< No. Non è simpatico. I suoi scatti d'ira erano veri e io neanche so perchè ha cominciato a farli, visto che avevo parlato solo della musica troppo alta per le mie abitudini. E ti dirò di più: è il classico bulletto violento che non è abituato a sentirsi contraddire oppure a essere preso in giro. Ho sorvolato alle prime battutacce ad inizio serata perchè te lo scopi, ma, mamma mia! Cafone e bugiardo. Pretende pure che una donna non solo gli cada ai piedi, ma creda davvero a tutto quello che dice. Orrido. Spero almeno sia bravo a farti venire degli orgasmi multipli. >>
Federica rise nervosamente, guardando la strada.
<< Fede, scusa... >>
<< Sì? >>
<< Hai appena superato la nostra uscita. Sia casa tua che la mia macchina sono di là... >>