giovedì 28 luglio 2016

Distopie vecchie e nuove

Oggi parliamo di libri.
Ebbene sì. I libri, quella cosa strana che tutti hanno ma in pochi usano.
L'argomento di oggi sono le disutopie.
Un genere poco commentato nel mondo, ma i due libri che qui tratterò sono particolarmente conosciuti nel mondo: uno perchè un classico, l'altro perchè - a quanto mi è sembrato di vedere - non solo ha fatto un buon lavoro di marketing, ma anche perchè... beh, merita.
I due libri sono Il mondo Nuovo di Aldos Huxley e Solo per sempre tua di Louise O'Neill.

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I due libri, scritti a quasi un secolo di distanza, dimostrano indubbie similitudini e personalmente ho notato molto del primo nel secondo, senza che questi però ne risulti un clone, anzi, ma è indubbio che un colosso del genere fantascientifico de Il nuovo mondo è il massimo riferimento del genere e se si vuole scrive un libro di questo genere, è impossibile non averlo preso almeno in parte come modello.
Le mie recensioni qui sotto riporteranno la mia personalissima opinione, senza farne un riassunto per un ovvio motivo: il primo libro è un classico e la sua storia se non è nota è facilmente recuperabile, il secondo è parecchio commentato sul web e quindi non è difficile trovarne il riassunto che quindi anche in questo caso è superfluo.


Questo libro, scritto nel 1932 è una straordinaria perla del genere fantascientifico.
Per argomento e sviluppo, si può pensare che il libro sia incredibilmente attuale, nonostante i suoi ottant'anni.
Scritto più di quindici anni prima del più famoso 1984, è come lui un lampante colpo di genio del suo scrittore.
In questo libro abbiamo tutto quello che si può volere nelle paranoie di chiunque, sia nel campo scientifico che politico: dall'eugenetica al controllo mentale, ma anche i comportamenti sociali hanno un secco e ben definito modello.
Come ogni brava storia, questa società è nata dopo una guerra e la nascita di un unico grande governo, dove non si sa l'origine di tutto questo e parlano di quello che era il passato, come un'era barbara.
In questo mondo ci sono tutti gli elementi che possono alimentare le fantasie dei paranoici e far penare i pensatori:

  • un governo unico i cui capi sono gli unici a sapere perchè sono così e come erano prima
  • ossessione per il nuovo e il buttar via le cose recuperabili anche se solo lievemente scheggiate
  • serializzazione di ogni cosa
  • sessualizzazione precoce indotta già in giovane età
  • alienazone ai sentimenti perchè sbagliati
  • nascite in laboratorio e in serie
  • divisione in caste (con tanto manipolazione dei feti per intervenire sullo sviluppo di chi non è destinato agli alti livelli)
  • utilizzo di droghe euforizzanti per compensare il mancato condizionamento che induce ad amare la propria vita ed è impossibile non prenderlo
  • parole tabu come padre e madre (che sono usate come insulti)
  • vita collettiva e inaccettabile scegliere di passare il tempo in solitudine (Benni? In questo c'entri anche tu? Eh, Benny? Tu e la tua casa Balilla?)
  • e avere opinioni politiche? Ma scherziamo!

Tutto però ha un cambiamento proprio quando questa bella società incontra un suo simile: gli abitanti quindi incontrano un giovane uomo nato per errore da una donna e un uomo (lei viene mollata dove ci sono dei primitivi e, creduta morta, passa lì la vita dall'abbandono in avanti) di un'alta casta e che, confrontandosi contro di loro si scontra.
Nei fatti lui è stato allevato con lo stile non civilizzato, pur sapendo leggere e scrivere grazie alla madre.
Lo stratagemma è geniale e non puoi fare a meno di parteggiare per il giovane John e nel uso conflitto con il mondo da cui teoricamente dovrebbe venire. 
Se da un lato, infatti, ti viene voglia di mandare a quel paese le donne della riserva che si arrabbiano con sua madre perchè "gli ruba i mariti" manco fosse la puttana di turno e i loro compagni non avessero scelta (ma parliamo comunque di un libro scritto da un uomo nei primi anni trenta del 900, non posso chiedere un cervello e comunque rispecchia bene anche molte situazioni qui contemporanee) e quando ritornano i contatti col nuovo mondo è allontanata da questo perchè... tatatadaaan: è una madre.

Il libro incuriosisce e appassiona e personalmente, avendolo letto per la prima volta a diciassette anni, lo reputo interessante per tutte le età e tutti i generi.
Non è complicato, nè contorto. Piacevole alla lettura e affascinante. Non ha idee di cospirazione, ma certo ti fa pensare, quasi a chiedersi il mondo non si sta dirigendo davvero fino a quel punto.
In fondo, guardatevi attorno: davvero non trovate un po' di tutti i punti in quella società?



Questo libro è decisamente un altro paio di maniche.
Lo ammetto, forse è un po' sessista (ma anche no, se Salvini più dire certe cose sulla Boldrini e non esserlo), ma non credo che sia una lettura per uomini.
Le premesse sono le stesse del libro precedente: il mondo per un qualche motivo (in questo caso le nostre amate catastrofi naturali) si è trasformato in Zone.
La storia è ambientata in una specie di scuola femminile dove le eva, le nuove donne (anche queste  nate progettate in laboratorio) vengono allevate per diventare le compagne degli Eredi della loro zona.
La protagonista tale freida (notare che no, la f non è maiuscola, ma nessuna donna avrà il nome maiuscolo), una eva insucura e bisognosa di conferme. Il suo ultimo anno di scuola è l'anno decisivo: come eva dell'ultimo anno, dovrà conoscere gli eredi ed essere scelta: o diventerà una compagna (come lei e la sua migliore amica isabel hanno sempre sognato), una concubina o una casta.
Il suo piccolo mondo però si sconvolge in quanto la presenza costante di isabel viene a mancare: lei, la favorita del loro anno, smette di essere l'ape regina della situazione e anzi, comincia a essere il genere di donna che nessuno vorrebbe essere: grassa.
Durante tutto il racconto ci sono costanti riferimenti all'indottrinamento che le eva subiscono sin dalla tenera età, o il comportamento feroce che lor hanno tra di loro che va dall'ipocrisia alla cattiveria sempre celate in un sorriso per amore della richiesta di accettazione.
Oltre a freida e isabel, un altro elemento fondamentale della storia e megan, altra eva del loro anno che, sparita isabel, diviene la nuova ape regina.
Premetto (e conoscendomi lo ripeterò anche alla fine) il romanzo è estremamente veloce e fosibile. Non è pesante e anche quando è futile, non è stopposo e che l'innumerevole numero di pagine è assolutamente veloce, vuoi perchè di solito i libri hanno caratteri più piccolì, così come la spaziatura.
Ma c'è quel però. 
Oh, c'è, ma è totalemente personale.
Perchè?
Perchè se Il nuovo mondo lo guardi con un certo distacco, questo libro un po' di colpisce, urtando il tuo ego.
Ormai trent'enne, posso permettermi di guardare la me adolescente e darle un bel calcio sul fondo schiena ossuto, ma non ho voglia di rivedermi in un personaggio come quello di freida.
Tutte le ragazze si illudono di essere come isabel: bella, carina, simpatica, sincera, onesta... insomma, l'ape regina che tutte noi gregarie sogniamo di incontrare, ma in verità sono tutte delle stronze come megan.
La questione gregaria, in fondo, è il vero problema. Più leggi di freida più ti immedesimi. Purtroppo non è per la bravura dell'autrice (o della traduttrice), ma è per quella bruciante vocina nella tua testa che ti fa vedere troppo di lei in te, o nella vecchia te. Da come non risponde quando dovrebbe, pur di non farsi nemica dal capetta di turno, della sua esigenza di piacere.
In un certo senso, la sua dipendenza da sonniferi te la rende più accettabile perchè tu non necessariamente sei dipendente dai farmaci.
Forse è vero che, non essendo un'adolescente, vedo al questione "social network" in maniera più distaccata di come farebbe una diciassettenne (e quando viene tolto loro non l'ho reputato così tremendo), ma l'ossessione della magrezza è una costante della vita di tutte le donne. Io personalmente sono magra e il mio problema non è mai stato dimagrire ma ingrassare, ma non ho passato una settimana degli ultimi dieci anni, senza sentire qualcuna che non se ne lamenta anche se non ne ha decisamente bisogno. Poi c'è l'insana esigenza di dover piacere che ti fa venir voglia di tagliarti le vene, visto che ti fa ingoiare rospi davvero grossi offerti dal falso sorriso della stronza di turno che è prona a distruggerti appena non la veneri.
Io ho avuto la mia megan e la mia megan mi ha distrutto con le diffamazioni di rito quando a un certo punto l'ho mandata a 'fanculo, quindi personalmente ho avuto la mia vittoria, ma la freida che è in me, nonostante gli anni e il lavoro su me stessa, è rimasta. E nonostante tutto, non sarebbe stato difficile per me rimanere freida.
Perchè lasciate perdere tutte le parti di condivisione virtuale della storia, per il resto, con o senza fotografie postate in rete e commenti del cavolo, siamo state tutte fredia e una delle sue sorelle eva.
Leggendolo non ho però potuto non pensare alla mia nipotina di undici anni e a come, in effetti, le cose si stiano avvicinando a quelle descritte.
Lasciamo perdere le assurdità messe solo per far arrivare alla creazione della scuola (la nascita di soli maschi per pillola che elimina la possibilità di concepimenti femminili), ma l'induzione delle donne di essere sottomessa, senza lamentele, stupida e analfabeta, ubbidiente, servizievole e a pura e sola disposizione maschile non è così lontano da quello che ti inducono a pensare ora: mia nipote, ad esempio, dopo aver ricevuto uno skateboard come regalo per la promozione mi ha commentato "lo so, ti sembrerà assurdo che io abbia voluto un gioco del genere, ma..." e si è sorpresa quando le ho detto che alla sua età anche io ci giocavo e che non era un gioco da maschi.
La presenza anche degli eredi, poi, è del tutto irrilevante se non nel mostrare come queste eva siano del tutto anonime e intercambiabili tra di loro per quanto quei ragazzi possano professarsi coinvolti, e che anche questi eredi lo sono, basta che loro riescano a finire nella categoria che hanno scelto (poi, più in alto va, meglio è), ma il problema della loro presenza è proprio non tanto l'impossibilità delle eva di scegliere se andare o no con uno di loro, ma anche di come attualmente ci mettiamo in mostra per dimostrare quali brave serve (non mogli) potremmo essere perchè dobbiamo essere etichettate e dimanere in quelle etichette e perchè devi essere sempre in relazione con un uomo se no non sei nessuno. 
E che hai una data di scadenza.
Sfumature poi sulle modifiche genetiche che eliminano il gene Arcobaleno poi è solo pura inutilità dell'essere e l'autrice poteva evitarlo se non vuole poi approfondire la cosa in un altra storia (che allora ben venga, io me lo leggerò volentieir).
Il finale di freida è piuttosto scontato, anche se non lo è il modo in cui si arriva: passando per isabel, fino al crudele destino che di isabel che alla fine ha ceduto le armi, o forse ha vinto.
L'amicizia/non-più-amicizia tra le due è un elemento costante nella storia e comunque un elemento estremamente interessante per l'interazione e nel far riflettere sull'amicizia, peccato che in fondo, non sia particolarmente approfondito e sembra solo la parte della (forse troppa) carne al fuoco della storia (come la questione del gene, ma questa non è più sviluppabile).