venerdì 8 maggio 2015

Perle rosa... irriverente

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mercoledì 6 maggio 2015

Michela e il principe azzurro (III parte)

 
 
Giacomo era andato via per una settimana.
Non era insolito. Anzi.
Il suo lavoro non lo costringeva certo a mancare così tanto, ma Michela non si preoccupava.
Insomma, se uno lavora in un campo speciale come il suo...
In quei casi, tanto, usciva con Federica.
Era sua amica da molti anni e, in fondo, era quel genere di amica che non le incuteva timore.
L'aveva conosciuta appena era diventata la ragazza di Giacomo e, dopo solo un attimo, l'aveva inquadrata per la disperata che era.
Non era una brutta ragazza, ma volgare.
Non era cattiva, ma stupida.
A volte Michela non poteva non pensare che in fondo l'unico motivo per cui ci usciva e che la passava a prendere.
Non riusciva mai a tenersi uno straccio d'uomo.
Mai una volta che fosse una.
O almeno per più di un mese.
Era stata con parecchi uomini ma non Federica sapeva che non sarebbe mai stata capace di tenersene uno, anche perché non ascoltava MAI i suoi consigli.
Anche quella sera, mentre si lamentava dell'ultimo con cui era uscita (com'è che si chiamava? Marco? Franco?) e che non si era fatto più sentire, lei ascoltava senza riuscire a sentirsi quasi infastidita.
<< Oh, andiamo! Non credi che fare l'isterica e continuare a chiamarlo ha solo innescato la sua grande resistenza maschile? >> chiese infine.
Federica la guardò senza capire.
Niente da fare, Federica era essenzialmente troppo stupida.
<< Bisogna essere dirette e chiare con gli uomini.>> disse in fine dopo una lenta sorsata al suo bicchiere di coca cola << E soprattutto non fare dieci telefonate in un'ora. Gli uomini amano la donna che li adora, ma non che li perseguita. E' castrante.>>
Federica continuava a guardarla senza replicare.
<< Io ho chiamato Giacomo solo una volta stasera. Ora, non è che controllo il telefono per vedere se mi scrive qualcosa. D'altro canto, non lo chiamo ogni 5 secondi per sapere cosa fa. So cosa sta facendo, le trasferte di lavoro sono sempre le trasferte di lavoro e ora è giustamente con i suoi soci a bere qualcosa, ovviamente. Vorrei sentirlo? Ovvio, ma lo faccio respirare. >>
Federica fece per aprire la bocca per parlare ma poi tacque e Michela si chiese se avesse almeno capito una delle cose che le aveva detto, ma poco importava: anche se non c'era Giacomo, quella era una bella serata, altri amici erano lì attorno per fare quattro chiacchiere intelligenti e lei era bella come sempre.
Soprattutto con quel corpetto rosa che la faceva sembrare uscita dal Moulin Rouge...