domenica 8 marzo 2015
lunedì 2 marzo 2015
domenica 1 marzo 2015
MICHELA e il principe azzurro (II parte)
Era una serata come le altre, quando Michela, dopo aver chiacchierato con qualche minuti, si girò e vide qualcosa che non le piacque.
E quella cosa era l'ex lesbica di Giacomo.
Agnese, quello era il suo nome, era una vecchia fiamma di Giacomo, una di quelle storie tormentate che erano finite perché lui, voleva.
E lei, pur concedendosi più passatempi saffici che normali, non disdegnava farsi ancora avanti con il ragazzi delle altre. Specialmente con il suo.
Michela arricciò la bocca, irritata.
La si vedeva una volta ogni morte di papa, ma ogni volta faceva la gatta morta con Giacomo.
La stronza.
Era come quell'altra, quella sciacquetta con cui usciva Giacomo all'inizio della loro storia.
Sciacquetta che, tra parentesi, era stata ben estromessa dalla loro vita nel momento stesso in cui lei lo ava scoperto e, affrontandolo a muso duro, l'aveva fatto scegliere.
E lui aveva scelto lei.
Ovviamente!
Michela si era avvicinata e li aveva raggiunti, salutandola con un abbraccio e i baci di rito, concludendo i convenevoli muovendo la chioma rossa e accennando un sorriso da gatta.
La stronza, per fortuna, non era rimasta per molto: dei suoi amici l'avevano chiamata ed erano presto partiti per andare in una qualche anonima discoteca con musica coatta come lo era lei.
Agnese aveva salutato ed era andata via con un sorriso.
Giacomo, dal canto suo, era stato indifferente all'argomento, ignorando volutamente il suo sguardo interessato che gli lanciava e la sua normale e continua domanda.
<< E dimmi, cosa voleva? >>
Alla fine, preso dall'esasperazione, Giacomo alla fine rispose.
<< Nulla di che. Cosa vuoi che volesse? Era un anno che non ci si vedeva, dalla festa di Vittorio, ti ricordi? >>
<< Ah, c'era anche lei? >> chiese anche lei conscia di non aver mostrato ironia nella domanda: certo che lo ricordava! Ma non doveva essere certo così importante! Non davanti a lui!
<< Sì, era lì con una ragazza. Mi ha detto che si sono mollate mesi fa. Ci siamo solo aggiornati su cosa è successo. Hai in mente no? Il mio lavoro, i miei impegni con l'esercito, il suo lavoro, le sue storie... >>
<< Le sue storie? Davvero? Riesce ad averne molte? >> chiese lei con un sorriso ironico.
<< E' una bella ragazza, in fondo. >>
<< Se ti piacciono le burine tamarre... >>
<< Se ci sono stato assieme per sei mesi... >>
<< E quindi possiamo immaginare che le sue ragazze siano degli omoni pelosi. >>
<< Veramente ha gusti più raffinati. >>
<< Ah, davvero? >> chiese lei senza trattenersi dal ridere << E come fai a saperlo? >>
<< No... nulla >> ribattè il suo ragazzo tentando di tagliare corto.
Eh, no, caro mio. Ora parli.
<< Non mi sembra nulla. Ti ha fatto vedere delle foto? >>
<< Delle foto? No, ricordo solo la sua ragazza quella volta. >>
<< E da quando ti ricordi così bene le ex di quella? >>
<< Ho una memoria fotografica. Ricordo tutte le persone che incontro. >>
<< Giacomo? Come fai a sapere come sono le sue ex? La incontri senza dirmelo? >>
Il tono di Michela era così secco, che il ragazzo comprese subito di averla irritata sul serio.
<< Ti trova figa. >> disse dopo un lungo momento di analisi, aprendo gli occhi, scuotendo la testa e aprendo le braccia come se quella fosse un'ovvietà.
<< So di esserlo. Non è difficile. >> rispose Michela sempre più irritata. << Sparane un'altra. >>
<< Non la sto sparando per farti un complimento, giuro. Miky, Agnese pensa che tu sia davvero una gran figa, prima che tu arrivassi ha pure fatto un signor complimento. >>
Michela strinse le labbra, pronta a esplodere.
Giacomo si mosse sulla sedia.
<< Giuro che è così. Mi ha proposto una cosa a tre, figurati! >>
Michela sgranò gli occhi e lui si tranquillizzò.
<< Stai scherzando, vero? >>
<< No. >>
<< Ma che schifo! >>
<< Sapevo che l'avresti detto. Per questo che ho rifiutato e non te ne volevo neanche parlare! >>
Il silenzio calò per qualche minuto.
<< Ma davvero? >> disse lei in fine con un filo di voce.
Lui la guardò per un istante, mentre compariva nei suoi occhi una strana luce.
<< Sì... Perché? Ti interesserebbe? >>
<< Giak? No. Anche questa, proprio no. >>
Giacomo asserì a sguardo basso, sconfitto. Come un bambino che scopre che Babbo Natale non viene che una volta l'anno, mentre lui voleva vederlo almeno una volta a settimana.
Michela sospirò alzando gli occhi al cielo.
Quella sera gli avrebbe dovuto dare qualche contentino.
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